Non l’ho mai bevuta la balla del giornalista imparziale. Per quanto mi riguarda non mi nascondo e non la faccio lunga: sono per un ritorno all’impegno civile, per il recupero delle coordinate sociali della ballata d’autore. Sono un nostalgico di parole come pietre: da una canzone mi aspetto messaggi nella bottiglia, rime tempestose e contenuti ferro & fuoco.
Nemmeno sotto tortura potrei scrivere male di un cantautore giovane & impegnato come Alfonso De Pietro, il suo secondo nome potrebbe suonare “mosca bianca”, nel mare magnum sconsolante di Barbie e Big Jim (ma lo fanno ancora?) di ritorno da talent show. In “(In)cantocivile” c’è l’ha messa tutta per rinvigorire i muscoli della ballata di peso specifico, evocandone l’humus delle origini, quello, per intenderci, del tipo pedagogico/pensoso/indignato/divergente (qualcuno vuole, per favore, sforzarsi di ricordare?).
I nuovi e vecchi santi martiri della storia patria contemporanea sono tutti in scaletta, assunti a filo rosso, traccia dopo traccia, come in un’ideale Spoon River del terzo millennio. A ricordarci che nel contesto alieno ed alienante di un Italia-mondo senza più bussola, di sogni e di idee si può e si deve ancora sperare, rischiare, vivere, se il caso morire. C’è dunque l’indomito Impastato di Cinisi (“Peppino”), c’è don Peppe Diana (“Per amore del mio popolo”), ucciso per le sue battaglie anti-camorra nel 1994; c’è il magistrato anti-mafia Francesco Cascini (“Storia di un giudice”), che per fortuna è vivo e vegeto, e ha scritto anche un libro, al quale si rifà la canzone; c’è la pioniera Eleonora Pimentel Fonseca (“Donna Lionora”), eroina della rivoluzione napoletana del 1799...
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Nel panorama della musica italiana ho scoperto Erica Mou,artista brava e giovane. “Nella vasca da bagno del tempo” è un vero capolavoro http://www.youtube.com/watch?v=vV5QPe4aTYo .Spero di vederla a Sanremo Giovani!
RispondiEliminacrescerà, vedremo in futuro
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