Lo sciopero della fame per
disperazione dei detenuti a Guantanamo è giunto all'80esimo giorno. Dopo la
violenta irruzione nelle celle da parte della squadra speciale e l'uso dei
proiettili di gomma per reprimere la protesta collettiva il 14 aprile scorso, altri
detenuti si sono uniti allo stato di agitazione. Il portavoce militare di
Guantanamo ammette che lo sciopero della fame «si è esteso a cento persone»,
legali difensori e organizzazioni per i diritti umani sostengono che ad oggi
sono 136 su 166 i detenuti che rifiutano il cibo. Ufficialmente,
l'alimentazione forzata con la tortura dei sondini riguarda 19 detenuti. Le
condizioni di molti sono talmente gravi che il Pentagono è stato costretto a
rafforzare il reparto medico di Guantanamo. È di ieri la notizia che quattro
detenuti sono in fin di vita: tra questi c'è Khiali Gul, catturato in
Afghanistan e detenuto senza alcuna prova di colpevolezza, che non è più in
grado di parlare né di bere.
New York Times e Onu incalzano Obama sulla necessità di chiudere Guantanamo, nell'indifferenza del resto dei media americani. Ieri il presidente ha accennato alla questione a margine della sua conferenza stampa: «Vorrei chiudere Guantanamo - ha detto - perché a quasi 12 anni dall'11 settembre dovremmo trattare diversamente i terroristi. Mi consulterò con il Congresso per questo». Noam Chomsky, da noi interpellato, insiste affinché l'Europa faccia pressione sul governo Usa per chiudere il "lager".
Articolo di Patricia Lombroso
Al manifesto ha inviato il testo pubblicato qui sotto.
"L'orripilante storia di tortura e bestialità di Guantanamo, imprigionare individui senza processarli per anni, e senza dargli speranza alcuna di liberazione, malgrado la stragrande maggioranza delle accuse più assurde che sono state rivolte contro di loro siano poi cadute, costituisce una violazione dei principi fondamentali di una società civilizzata che ci riporta indietro di 800 anni, ai diritti della Magna Carta. Dovremmo vergognarci profondamente che debba essere lo sciopero della fame dei detenuti di Guantanamo a obbligarci a prestare attenzione a questo tema. Dovremmo vergognarci anche di permettere ad autorità statali di continuare a persistere nei loro luridi crimini."
New York Times e Onu incalzano Obama sulla necessità di chiudere Guantanamo, nell'indifferenza del resto dei media americani. Ieri il presidente ha accennato alla questione a margine della sua conferenza stampa: «Vorrei chiudere Guantanamo - ha detto - perché a quasi 12 anni dall'11 settembre dovremmo trattare diversamente i terroristi. Mi consulterò con il Congresso per questo». Noam Chomsky, da noi interpellato, insiste affinché l'Europa faccia pressione sul governo Usa per chiudere il "lager".
Articolo di Patricia Lombroso
Al manifesto ha inviato il testo pubblicato qui sotto.
"L'orripilante storia di tortura e bestialità di Guantanamo, imprigionare individui senza processarli per anni, e senza dargli speranza alcuna di liberazione, malgrado la stragrande maggioranza delle accuse più assurde che sono state rivolte contro di loro siano poi cadute, costituisce una violazione dei principi fondamentali di una società civilizzata che ci riporta indietro di 800 anni, ai diritti della Magna Carta. Dovremmo vergognarci profondamente che debba essere lo sciopero della fame dei detenuti di Guantanamo a obbligarci a prestare attenzione a questo tema. Dovremmo vergognarci anche di permettere ad autorità statali di continuare a persistere nei loro luridi crimini."
E nel frattempo tra i libri più richiesti nella biblioteca di Guantanamo c'è un manuale di self-help: Don't be sad.
RispondiEliminaSe non è indicativo questo!
http://www.finzionimagazine.it/news/approfondimento-news/dentro-la-biblioteca-di-guantanamo/
un manuale per (carcerati) tristi su come non essere tristi.
RispondiEliminala realtà supera la fantasia:(