Il cartello è scritto a penna, a volte su un pezzo di
cartone. "Qui non si effettuano più Ivg". Ossia interruzioni
volontarie di gravidanza. Aborti cioè. Porte sbarrate, reparti chiusi, day
after di qualcosa che c'era, funzionava, e adesso è in disuso, smantellato,
abbandonato. "Tutti i medici sono obiettori di coscienza, vada
altrove". Altrove è l'Italia che torna alla clandestinità: da Nord a Sud
in intere regioni l'aborto legale è stato cancellato, oltre l'80% dei
ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge
194. Accade a Roma, a Napoli, a Bari, a Milano, a Palermo. Le donne respinte
dalle istituzioni tornano al silenzio e al segreto, come quarant'anni fa.
Alcune muoiono, altre diventano sterili, ma nessuno ne parla. Ventimila gli
aborti illegali calcolati dal ministero della Sanità con stime mai più
aggiornate dal 2008, quarantamila, forse cinquantamila quelli reali.
Settantacinquemila gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall'Istat, ma un
terzo di questi frutto probabilmente di interventi "casalinghi"
finiti male. Cliniche fuorilegge, contrabbando di farmaci: sul corpo delle
donne è tornato a fiorire l'antico e ricco business che la legge 194 aveva
quasi estirpato…
…Pilar ha 50 anni, il cuore grande e le braccia forti. In
Perù faceva l'ostetrica, qui assiste da oltre vent'anni le donne migranti.
"Ma vent'anni fa - racconta - nel vostro paese si
poteva abortire con sicurezza, e quando le donne venivano dimesse si insegnava
loro la contraccezione". "L'ultima che ho accompagnato in ospedale mi
ha detto di chiamarsi Soledad, di lei so poco altro, se non che fa la badante e
ha già due figli in Ecuador. Per due volte aveva provato a cercare un reparto
di Ivg, dopo aver scoperto che in Italia l'aborto è legale. Per due volte
l'hanno rimandata indietro dicendole che non era il giorno giusto, che non
c'erano i medici. Così ha fatto da sola - rivela Pilar
- con le pasticche che ha comprato da un'amica, e quando mi ha chiamato
aveva la febbre altissima e un'emorragia in corso. L'hanno salvata, non è stata
denunciata, ma per mesi era così debole che non ha potuto lavorare, ha perso il
posto di badante, e ora è disoccupata". E non è soltanto questione di
donne immigrate. "L'aborto clandestino ormai riguarda tutti i ceti della
società", aggiunge Silvana Agatone, ginecologa e presidente della Laiga,
la lega italiana per l'applicazione della 194, che da anni denuncia
l'incredibile dilagare dell'obiezione di coscienza nel nostro paese…
…"Ho tre figli, e la più piccola, Alice, è nata con la
sindrome di down. Lo sapevo, l'ho voluta lo stesso. Poi è successo
l'incredibile: a 44 anni sono rimasta incinta per la quarta volta. Mauro,
Marco, Alice che assorbe ogni mio respiro. Non era possibile avere un altro
bimbo, con il rischio di un nuovo handicap. Sono andata in un consultorio della
mia città per iniziare le pratiche dell'aborto. Ho dovuto subire l'umiliante
interrogatorio di alcuni volontari del Movimento per la Vita, lì collocati dalla
direzione sanitaria, che per due settimane hanno cercato di farmi
"riflettere", cercando di convincermi a non farlo, parlandomi
apertamente di omicidio, mentre i termini stavano per scadere. Un vero abuso.
Fuorilegge. Come se non soffrissi già abbastanza. Ho abortito in ospedale e poi
ho denunciato il direttore della Asl..."
Oltre alle -disgustose ed inqualificabili- umiliazioni cui vengono sottoposte le donne, prima dell'IGV, dovremmo considerare anche le gravissime conseguenze successive.
RispondiEliminadavvero crediamo che un principio, per quanto giusto (e questo è discutibile) valga tanti danni?
dice Lec:"Il peso di un problema va calcolato al lordo, noi compresi".
RispondiEliminain nome dell'ideologia si asfalta tutto e tutti, purtroppo
bello essere coniderati una tara...
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