Esiste
una legge, la 361 del 1957, che stabilisce che “non sono eleggibili (...) coloro
che
(...)
risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni
amministrative di notevole entità
economica”(leggi qui).
Negli ultimi 30 anni, nei quali le economie si sono sempre
più finanziarizzate, e i mercati dei derivati sono sempre più importanti,
infinitamente di più del credito alle piccole imprese, le banche e gli
istituti finanziari sono sempre più una controparte, per non dire avversari,
per i bilanci degli Stati.
La proposta è questa, che non siano eleggibili (…) coloro
che sono o siano stati nel consiglio d’amministrazione, o consulenti (o
advisor), per banche e istituti finanziari.
Il motivo è sempre lo stesso, evitare il conflitto
d’interesse. Politici come Amato (consulente in Italia per la Deutsche
Bank, vedi qui)
o Monti ( international advisor per Goldman
Sachs, vedi qui),
nell'azione di governo favoriscono lo Stato o i soggetti (privati) dai quali
ricevono emolumenti?
Ecco un’interessante materia su cui si potrebbe intervenire.
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