(traduzione di Daniele Petruccioli)
Heliseu medita sulla sua vita, la moglie Monica,
Eduardo,il figlio gay, che ha adottato una bambina insieme al suo compagno,
negli Usa, l’amante Therese, il suo lavoro di studioso della lingua, il giorno
del suo discorso di commiato ai colleghi, dona Diva che fa da governante.
se uno vede il titolo e legge due cosette si può
immaginare un libro noioso; niente di tutto questo, è davvero un libro che
merita molto.
buona lettura.
ps: a pag.118, a sorpresa appare, il sardo
logudorese (lo scoprirai leggendo)
…Se la vanità sembra in un primo tempo il suo peggior
difetto, più della lussuria, dell’ egoismo, della megalomania (forse è anche un
assassino) più ci si inoltra nel suo tessuto mentale, (solido come la storia
della lingua portoghese che viene richiamata con preziosa naturalezza dalle
tante citazioni in portoghese arcaico, intrecciate al testo, perfette se
vogliamo, un gioco di costruzioni a incastro), più l’irritante spocchia che lo avvolge si stempera in
autentica disperazione, in buia solitudine, in doloroso fallimento per una vita
bruciata nel paradossale vuoto di significato. (Per lui un filologo, quale
orrore). E allora sì è difficile non provare simpatia per questo imperfetto
essere umano, e nello stesso tempo grandioso personaggio. Entrare nella
mente e nella vita di Heliseu richiede tempo e pazienza, bisogna adeguarsi alla
cadenza dei suoi pensieri, e provenendo dalla lettura di un romanzo
diametralmente opposto in intenti e considerazioni, ho raggiunto questa
sintonia un po’ oltre le prime pagine. Ma quando questo è capitato, allora la
lettura si è rivelata preziosa, interessante, ricca…
…La caduta delle consonanti intervocaliche non si
accontenta di una lettura distratta o superficiale, è un romanzo complesso e
disordinato che ruba tempo e concentrazione, ma in cambio permette di vivere
l’emozione devastante e bellissima di guardare nelle pieghe più profonde
dell’animo umano.
…Il romanzo è un
abilissimo montaggio di piani temporali, stili, toni, lingue, giochi di parole:
la letteratura e la filologia sono il terreno privilegiato in cui Heliseu
esercita la memoria e le sue capacità di autoinganno, trovando sempre nella citazione giusta una maniera per stemperare
le ansie, allontanare un pensiero molesto, o “addolcire il peso
della realtà”, qualcosa tra la valvola di scarico e il perno intorno a cui
ruota il senso stesso della sua vita. Uno spazio in cui si raccolgono le voci
della letteratura antica brasiliana e di quella europea, intrecciate alla
trasformazione linguistica che portò a differenziare i parlanti portoghesi
dagli spagnoli, la caduta della consonante intervocalica occorsa intorno all’undicesimo
secolo: “Tutto è cominciato quando il dolor ha preso
a trasformarsi subdolamente in door e infine
in dor: ecco fatto! Un’altra lingua”. Questo spiega il
titolo italiano di un romanzo molto più semplicemente intitolato
nell’originale O professor, che offre anche una
riflessione sul linguaggio, sulla sua verità sempre sospesa e le sue infinite
variabili.
Il racconto del professore,
lucido arguto ironico, vola alto rispetto alle tragedie vissute, nel privato
come nella storia del suo paese, dalle speranze rivoluzionarie dei tempi della
dittatura degli anni sessanta al presente della presidente, “alla testa del
peggior governo brasiliano degli ultimi trenta anni”. Perché in fondo a che
serve arrovellarsi se “il mondo basta a se stesso”? Con un’ironia che non perde
mai intensità Tezza mette insieme le
esperienze intellettuali di Heliseu con le sue emozioni più profonde,
così che nel professore, narcisista e compiaciuto, con il suo fastidioso
intercalare eheh e la sua falsa
coscienza, finiamo per riconoscere – ed è qui la forza di un romanzo colto e
coinvolgente – i tratti dell’uomo comune con le sue fragilità e le sue paure,
dell’uomo solo di fronte alla vecchiaia.
…Niente è come sembra. Il professore
analizza mentalmente il vissuto, cercando di approcciarsi ad esso allo stesso
modo con cui studia la lingua. Impossibile schematizzarla, impossibile
nascondersi dietro alle parole, per evitare di affrontare i propri demoni.
Heliseu finisce per rimanere intrappolato nel senso di colpa quando si addentra
troppo nei ricordi. Nel tirare le fila a un percorso lungo e tortuoso, avverte
il peso del fallimento dovunque guardi intorno a sé.
Tra piccole porzioni di testo offerte in
portoghese, una scrittura intermittente per episodi ripescati dalla mente del
protagonista, del quale percepiamo conflitti, ansie e paure. Quanti di noi
affermerebbero con estrema sicurezza di essere fieri di tutte le decisioni
prese in passato? Nessuno. E ancora di più fa paura fermarsi a riflettere su
tutti i momenti chiave della nostra esistenza. A volte, è più facile plasmare
un momento sulla base di ciò che avremmo voluto fare o dire, rinnegando la
corretta dinamica delle circostanze.
Assolutamente consigliato!
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