parte 1. autobiografia
democratica a Stoccarda
a Stoccarda, dove vivevo nel
2007, dopo la fondazione del Partito Democratico il 14 ottobre, se ne formo`
una sezione locale, non tanto trascurabile, direi, considerando che nella
citta` vivevano 25.000 italiani dei 160.000 residenti nel Land del Baden
Wuerttemberg (e dei 600.000 circa emigrati in Germania); ed oggi saranno
piuttosto cresciuti che calati…
devo ammettere con una certa
vergogna che fui tra i suoi fondatori.
fui: il passato remoto dice
da solo che considero questa esperienza conclusa; la potrei definire un errore
di gioventu` (era la seconda volta che cascavo in qualcosa di simile), ma a 59
anni, quanti ne avevo allora non si dovrebbe avere piu` il diritto
dell’attenuante dell’inesperienza.
si era nel vivo di uno
scontro tra berlusconismo e anti-berlusconismo, in apparenza, allora: e
iscriversi, anzi fondare, il Partito Democratico sembrava un modo di esprimere
la propria voglia di rinnovamento del paese: voglia che scioccamente si sentiva
condivisa e molto estesa.
. . .
non mi ci volle molto per
aprire gli occhi, basto` la prima assemblea dei fondatori: mi ritrovai in mezzo
a tutti gli affaristi spregiudicati e corrotti che dovevo quotidianamente
combattere come dirigente dell’Ufficio Scuola che controllava un giro annuale
di contributi di due milioni di euro a diversi enti che si occupavano di
istruzione dei bambini dei nostri immigrati.
erano rappresentate tutte le
fazioni che si combattevano ferocemente su scala locale per la suddivisione di
questi fondi, che avveniva anche attraverso truffe documentabili e da me
documentate (senza esito alcuno, salvo il tentativo di rispedirmi anzitempo in
Italia), ma questo era normale, dato che al governo c’era l’Ulivo di Prodi, e
dunque essere vicini al governo era il modo migliore per spolpare l’osso.
era gente che mi aveva
accolto all’arrivo offrendomi una prostituta gratis per inserirmi nel giro.
c’erano tre fazioni
principalmente: una faceva capo alle ACLI locali, una allo IAL-CISL e una terza
era piu` politica: controllava allora il COMITES, il locale Comitato degli
ITaliani all’EStero, eletto attraverso elezioni truccate che erano il trionfo
del clientelismo piu` desolante.
il leader del COMITES, che
era di fatto anche il leader del centro-sinistra locale, era sostenuto dal
principale sindacato scolastico all’estero, la UIL-scuola, guidato da un
galoppino pugliese di D’Alema, del cui potere mi fu quindi sempre chiara la
natura totalmente clientelare che lo rende assolutamente inaffidabile come
autentico democratico.
fu naturalmente la prima e
ultima riunione alla quale partecipai: abbandonai precipitosamente ogni
ulteriore rapporto con questo partito.
di li` a poco il leader del
COMITES, un medico, fu arrestato per violenza sessuale contro una prostituta
sua cliente, che poi si suicido` alla vigilia del processo pochi mesi dopo.
questo permise l’emergere di
un piu` giovane pizzaiolo affarista che era stato suo portaborse, fino a quel
momento, e che per distinguersi si era iscritto all’Italia dei Valori di Di
Pietro, dopo un lungo dibattito nella sezione locale del Partito Democratico,
sulla opportunita` di candidare o meno quel medico condannato a 5 mesi e 29
giorni per la violenza,
tra le sostenitrici a spada
tratta del medico violentatore come candidato ci stava anche la principale
esponente locale dell’area di estrema sinistra, poi ripagata con la candidatura
al Senato e 19.000 preferenze in tutta la Germania, insufficienti pero` a farla
entrare in Parlamento.
ma il nuovo marpione riusci`
a scalzare il vecchio e a farsi candidare nelle elezioni successive nella lista
Partito Democratico – Italia dei Valori, mancando la nomina a deputato la prima
volta per 28 voti e poi anche la volta successiva, per 18: fu eletto Razzi al
suo posto, ma l’Italia non avrebbe avuto nulla di diverso con lui.
ecco, per capire bene che
cos’e` il Partito Democratico, occorre pensare che e` il partito che ha eletto
Razzi – e poi fa la predica ai grillini, mi capite…
. . .
queste esperienze che non
esito a definire sconvolgenti, non furono sufficienti ad aprirmi gli occhi:
pensavo che si trattasse di una degenerazione locale; non basto` a chiarirmi le
idee che ci vollero ben tre anni per arrivare alla espulsione dal Partito
Democratico di quel medico che aveva rischiato di diventare deputato; lui poi
cerco` allora di entrare in Forza Italia, ma non fu accolto.
la destra classica era un
poco piu` pulita, a Stoccarda, ma forse soltanto perche` da decenni
lontana dal potere; la cosa straordinaria e` che questa cupola mafiosa
variamente di sinistra conviveva benissimo con qualunque forza politica la
governo, aveva degli agganci potentissimi con l’inamovibile burocrazia del
Ministero degli Esteri, dove sparuti oppositori interni mi incitavano sottovoce
a combattere, ma si guardavano bene dal fare quello che era in loro potere per
contrastare l’andazzo.
i governi della destra
berlusconiana non fecero nulla non dico per liquidarla, questa cupola che non
esito a definire mafiosa, ma neppure per ridimensionarla, e preferivano
conviverci.
vi erano pero`, in questo
quadro desolante e vagamente sud-americano, alcune luminose eccezioni, di
funzionari esemplari: l’ambasciatore a Berlino Puri Purini, che era stato
consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica Ciampi, o il nuovo
giovane console di Stuttgart, rigorosamente di una destra pulita, ma col quale
potei collaborare soltanto due anni nel repulisti inutile che realizzo` e fu
immediatamente cancellato alla sua partenza.
. . .
parte 2. il Partito
Democratico di dieci anni fa
nonostante io vivessi in
questa realta` concreta che avrebbe dovuto spiegarmi per bene come stavano
davvero le cose, io ero troppo dipendente dai media, in particolare da Repubblica, che mi manipolava la mente, e continuavo a pensare che la
realta` nazionale del Partito Democratico fosse diversa.
apprezzavo Prodi, che pero`
oggi mi ha oramai deluso irreversibilmente per il suo SI` al referendum
costituzionale renzino; ma soprattutto conoscevo tantissime persone oneste e
fiduciose come me, che facevano capo a quel partito che conduceva – apparentemente
– la lotta al berlusconismo, e mi pareva impossibile che tutti fossimo degli
illusi che avevano scelto il partito sbagliato.
del resto
consideravo poco affidabili le possibili alternative di allora (cosi`
apparivano), cioe` i Grillo e i Di Pietro,; per bisogno di fede mi aggrappai in
seguito a Vendola, ma ebbi tempo di ricredermi per bene su quel farabutto
politico.
oggi sono piu` lucido, mi
pare, nel vedere che non ci sono proprio alternative credibili politicamente
organizzate.
. . .
elezioni costituenti del
Partito Democratico di domenica 14 ottobre 2007: 3.554.169 votanti: Veltroni
segretario, Prodi presidente.
ero troppo dipendente dai
media, dicevo: pensate che a queste primarie del Partito Democratico, di cui
sto celebrando cosi` amaramente il decennale, votai addirittura per Veltroni.
Veltroni, primo segretario
del Partito Democratico, comincio` per prima cosa a scalzare Prodi, senza che
noi, i fessi della base, neppure capissimo bene che il Partito era nato non
come alternativa al berlusconismo, ma come sua variante.
quanti erano i fessi come me
in quel mucchio?
. . .
eppure nelle settimane
successive cominciai ad aprire gli occhi anche sul partito a livello nazionale.
mi accorsi anche io, allora,
che Veltroni lavorava contro Prodi: e non e` un caso se oggi Prodi non viene
invitato alle “celebrazioni” di un partito che gli e` SEMPRE stato contro,
anche se lui ne faceva parte, in modo alquanto masochistico, e veniva
dichiarato suo leader.
vogliamo provare a
recuperare la memoria di quei mesi?
la storia successiva della
generazione del Partito Democratico e` gia` dentro la sua nascita.
cito da wikipedia, quindi il
tono cortigiano non e` mio, non vogliatemene:
Veltroni intuì rapidamente la necessità di avviare un
dialogo con le varie forze politiche per la creazione di importanti riforme,
ritenute necessarie per la modernizzazione dello Stato.
bella intuizione! in altre
parole, per modernizzare
lo stato, Veltroni cerco`
immediatamente un accordo con Berlusconi per un cambiamento della Costituzione
e per una nuova legge elettorale – che avrebbero naturalmente portato a nuove
elezioni e all’accantonamento di Prodi.
era la proposta di legge
elettorale Vassallo.
talmente simile a quella
attuale che vale la pena di studiarsela, ma in un post a parte…
. . .
Veltroni fece la sua
proposta l’11 novembre 2007; il 14 novembre fu approvata la finanziaria e la
Casa delle Liberta` si spacco` con Berlusconi da una parte e Lega, UDC e
Alleanza Nazionale dall’altra, pronte ad accettare il dialogo con Veltroni; a questo
punto anche Berlusconi, prontissimo, la accolse; ci furono degli incontri,
subito dopo, tra Veltroni e le altre forze politiche e Veltroni privilegio` il
dialogo con Berlusconi, a quello con Fini Casini e Bossi; e siccome la nuova
legge elettorale era di tipo sostanzialmente bipartitico, ovviamente
ricompatto` la Casa delle Liberta` sotto la guida di Berlusconi ed ebbe come
altra conseguenza il ritiro della fiducia al governo Prodi di un partito minore
dell’Ulivo, l’UDEUR di Mastella, quindi nuove elezioni e il ritorno di
Berlusconi al potere.
il capolavoro politico di Veltroni.
e se non era una cosa
studiata e voluta, che cos’era?
non a caso, mentre in tutta
la campagna elettorale successiva, Veltroni riusci` a non nominare mai
Berlusconi…
chiedeva i voti, ma non per fare l’opposizione a Berlusconi, per farne
l’imitazione…
era la famosa vocazione
maggioritaria…, cioe` la proposta agli italiani di scegliere forzatamente fra
due varianti della stessa minestra.
non a caso alle celebrazioni
del decennale, Veltroni il capolavoro c’e`, e Prodi non e` invitato…
. . .
il Partito Demokrat, col suo
nome degno di una Repubblica Democratica Tedesca, era gia` renzino prima di
Renzi.
eravamo noi gli illusi che
non riuscivano a capirlo.
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