Aborriamo le persone aggressive che
vanno a distruggere le statue degli altri. Compatiamo la povertà morale di chi
distrugge statue di pubblica proprietà, tanto più se sono antiche. Le
vestigia del passato vanno rispettate perché ci permettono di comprendere nel
bene e nel male i nostri avi. Ma comunque Cristoforo
Colombo, un italiano, era un assassino,
torturatore, schiavista, e bisogna rompere questa italica
censura sulla verità dei fatti e insegnare ai ragazzini che di Colombo c’è da
vergognarsi che fosse italiano, tale quale a Totò Riina.
Egli portò
centinaia di schiavi in Europa (seicento nella prima
spedizione) e moltissimi ne fece nelle Americhe, incurante che morissero a
migliaia tenuti in condizioni tanto orrende che cento di essi arrivarono a
suicidarsi collettivamente. Infliggeva ai disobbedienti amputazioni di braccia,
orecchie o nasi. Mai intervenne poi in difesa dei nativi vessati in ogni sadica
maniera dalla sua orda che arrivò a dar da mangiare carne umana ai cani.
Fa
orrore al senso di giustizia sentire i campioni della disinformazione difendere
un tale criminale dicendo: erano i tempi antichi, così facevan tutti; come se
allora la sensibilità umana e il rispetto non potessero esistere. Quasi che Gesù, Buddha e Maometto non
avessero affermato, secoli prima, l’amore tra tutti gli uomini. Tanto è
che le aberrazioni di Cristoforo, cane rognoso, crearono
sgomento tra i suoi contemporanei, dotati di grazia di
Dio, come Las Casas che scrisse pagine sanguinanti di dolore per l’abominio al
quale in terra americana aveva assistito. Fin dalla prima
spedizione di Colombo ci fu chi protestò per l’aggressione ai danni degli
indios tanto che il re di Spagna arrivò a promulgare il divieto di ridurli in
schiavitù. Una legge che durò peraltro poco perché la lobby schiavista riuscì a
ottenerne l’abolizione, ma comunque il fatto che questa legge entrò in vigore è
la prova che ci fu chi si oppose a questo abominio.
E quindi ci
sentiamo in dovere di reagire a questo fiume di italiche, razziste,
disinformate parole, che dipingono Colombo come grande esploratore innocente
per le successive atrocità che devastarono l’America e i popoli che là vivevano
da millenni.
In spagnolo il verbo explorar (= esplorare) e il
verbo explotar (=
sfruttare) differiscono per 1 sola lettera, mentre in portoghese il verbo explorar ha entrambi i
significati di “esplorare” e “sfruttare” a dimostrare quanto fosse radicata fin
nel linguaggio l’intenzione dei colonizzatori.
Per
affermare visibilmente questo, e dare pace ai morti, in occasione del Columbus
Day, il 12 ottobre diffondiamo il video del processo a Colombo tenutosi presso
la Libera Università di Alcatraz (con Mario
Pirovano nel ruolo dell’avvocato difensore e Jacopo Fo a sostenere l’accusa,
ndr). Durante detto procedimento sono state prese in considerazione solo
testimonianze redatte dai testimoni degli eventi, in primo luogo i diari di
Cristoforo Colombo stesso, il quale non fa segreto delle proprie malefatte ma
anzi se ne vanta in questi testo, indirizzati ai reali di Spagna allo scopo di
dimostrare le potenzialità economiche dello schiavizzare gli indios e ottenere
quindi la reale approvazione e il conseguente sostegno. Alla fine del procedimento
penale in contumacia, Colombo Cristoforo è stato condannato alla Damnatio Memoriae, cioè alla
dannazione della memoria, antica pena che è stata subitamente messa in atto
tramite la copertura di una statua dell’imputato (appositamente realizzata dal
grande scultore Berico).
Vorremmo con questo gesto demolire
l’idea che si possa accumunare noi, in quanto italiani, a quello spregevole
incursore e fare atto di risarcimento nello spirito, verso le innumerevoli
vittime causate dall’operare di questo ignobile antenato. Che Dio abbia pietà
della sua anima. Che Dio abbia pietà di tutti coloro che non provano dolore per
la sofferenza altrui: essi sono morti alla vita.
da qui
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