è uscito l'ultimo lavoro di Flavio Giurato, uno dei più grandi cantautori italiani, se uno non lo sa ancora - franz
Così si apre
il nuovo, inaspettato, album di Flavio Giurato, ed è un’apertura che diventa
estuario in un mare di parole che come al solito ci porta via, parole che
costruiscono storie e storie che ritornano nell’acqua in un portentoso circolo
narrativo che vede nella materia liquida l’habitat naturale dell’uomo in
migrazione, non solo quello della title track ma anche il protagonista del
vertiginoso cortocircuito temporale di Ponte Salario (dedico
questa canzone e sono sincero/a tutti quelli in coatta trasferta verso un più
stabile ristoro/e che stanotte dormono sotto Ponte Salario) o di colui che
nell’enigmatica Agua mineral compie la lunga e perigliosa
traversata, è come se quel tuffatore che rinasceva ogni volta dall’acqua
all’aria si sia moltiplicato in una contemporaneità piena di riflessi che solo
Giurato sa trasmetterci con la sua musica.
Lo dice il
sottoscritto che conta meno di zero: Le promesse del mondo è
davvero un disco assoluto, è un lavoro dotato di uno spessore poetico che
invita a continue riletture, proprio che il solo focalizzarsi sulla componente
testuale sgomenta per le sorprendenti soluzioni lessicali adottate dal
cantautore romano. Se lo si definisce bello o denso o chessò è sempre meno di
abbastanza, è, nella complessità dell’ascolto, più di quanto altro potremmo
sentire. Io credo che Digos sia un pezzo enorme e non so se
qualcuno in Italia abbia mai scritto una cosa del genere, per cui, ancora una
volta, grazie infinite signor Giurato.
da qui
Grazie Francesco per la citazione.
RispondiEliminaDobbiamo diffondere il verbo!
al lavoro :)
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