venerdì 14 settembre 2018

SPERGIURO (il senso politico della sconfessione della magistratura da parte di un ministro della repubblica) - Gian Luigi Deiana



l’otto settembre di matteo salvini corrisponde curiosamente al 3 gennaio di benito mussolini; è vero che l’italia creata da mussolini trovò in un otto settembre (1943) la chiusura del sipario e un tragico supplemento di scena, ma quel sipario restò aperto oltre vent’anni, da quando il 3 gennaio 1925 mussolini rivendicò il processo politico che era culminato col delitto matteotti e svilì il parlamento ad ”aula sorda e grigia” buona per far bivaccare le sue ronde: attenzione, non si é trattato di una critica
al parlamento da parte di una parte politica, ma della sconfessione di un massimo organo dello stato da parte di un suo primo ministro: cronologicamente ebbe inizio qui la ”dittatura”;
ecco qua, l’otto settembre 2018, ieri, ha tutta l’aria di quel tronfio 5 gennaio di mussolini, se prestiamo attenzione non alle smancerie conclamate e alle pisciate in piazza, ma all’ordinamento istituzionale sul quale un ministro, ministro dell’interno e plenipotenziario di fatto dei ministeri fondamentali (esteri, rapporti con l’europa, difesa ecc.) ha giurato con il presidente della repubblica e il presidente del consiglio come garanti di fronte alla nazione;
forse appare per ora trascurabile l’otto settembre di questi due massimi garanti: mattarella era occupato a dolersi per la discussione dei valori dell’europa, mentre conte era al paese natio a sorridere e a dichiarare che da avvocato difenderebbe salvini: ok, caro fighetto, ma da garante di un giuramento che cazzo fai, copri uno spergiuro?
ora su questo personaggio, salvini, pompato incessantemente da due pompe ad azione alternata, la simpatia e l’antipatia, se ne dicono di pancia di tutti i colori, ma qui dovremmo uscire dai colori e ragionare solo in bianco e nero, e cioè per la pura forma di inchiostro che definisce il patto generale senza cui saremmo tutti (”tutti”) autorizzati al caos:
1, prima condizione del patto generale: questo è uno stato di diritto e chiunque ci capiti dentro ne è titolare;
2, seconda condizione: l’unico organo istituzionale deputato a vagliare il diritto di chi capita dentro la ”giurisdizione” è la magistratura;
3, l’operazione diciotti è illegale per ragione giurisdizionale, in quanto il vaglio giudiziario è stato anticipato illegittimamente da un ordine di governo;
4, l’intervento della magistratura è obbligato in primo luogo non per la persecuzione del presunto reato (quello di salvini come ministro) ma in tutela di diritto (quello dei naufraghi sequestrati sulla nave);
5, se io o tu o lui fossimo arbitrariamente impediti nel diritto esigeremmo la tutela del nostro diritto e ‘conseguentemente’ la persecuzione del reato: al centro dell’azione giudiziaria vi è quindi prima la vittima e dopo il presunto reo;
6, la cronaca sulla cui sella è subito saltato palla di lardo curiosamente sorvola sulle vittime e sul loro status di diritto, mentre si concentra sul presunto reo dandogli modo di spacciarsi da sè, lui spergiuro istituzionale, come vittima politica: è sempre questa è la capriola mortale per una repubblica;
la conclusione è grave, gravissima: salvini salta il diritto di quelli della diciotti esattamente come mussolini saltò il cadavere di matteotti; adduce a giustificazione il fatto di essere stato votato mentre i giudici no, con precedenti in materia del calibro di hitler o di erdogan;
bene, il profondo di questo disastro è l’abissale discredito nel quale persiste in modo spudoratamente parassitario l’opposizione ufficiale: è questo magma insano che a sua volta consente a palla di lardo di proclamare lo svuotamento delle istituzioni, l’invasione dei poteri ed il vuoto del diritto, in quanto tale, come soluzione:
IL VUOTO

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