venerdì 24 maggio 2024

Ecco il manifesto degli economisti per una giusta tassa sui super ricchi

 

Con questo Manifesto vogliamo affermare la necessità di un’agenda TaxTheRich che, attraverso un maggiore prelievo a carico dei contribuenti più facoltosi, come lo 0,1% più ricco della popolazione, contribuisca ad aumentare l’equità del nostro sistema impositivo, garantisca maggiore sostenibilità alle finanze pubbliche e aiuti a reperire le risorse necessarie per stimolare una crescita sostenibile ed inclusiva, supportare politiche di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, finanziare investimenti nella transizione ecologica giusta, nei beni pubblici essenziali come sanità ed istruzione e nel contrasto all’ampliamento dell’area della vulnerabilità ed esclusione sociale.

Tra i tasselli dell’agenda su cui chiediamo ai decisori politici di impegnarsi nel breve periodo (entro un anno) figurano:

1) L’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, da applicarsi allo 0,1% più ricco dei cittadini italiani, titolari di patrimoni netti superiori a 5,4 milioni di euro, in linea con gli intendimenti dell’Iniziativa dei Cittadini Europei su cui è in corso, dal mese di ottobre 2023, la raccolta paneuropea di adesioni. I recenti miglioramenti conseguiti nella tassazione dei flussi di ricchezza offshore, e le possibili ulteriori estensioni dello scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali rendono questa proposta oggi molto più facilmente attuabile rispetto al passato.

2) L’aumento del prelievo sulle grandi successioni e donazioni per ridurre il regime di sostanziale favore sulle risorse ereditate o ricevute in dono che hanno scarse giustificazioni di merito, contribuiscono a divaricare le opportunità e riducono il dinamismo dell’economia.

3) L’introduzione di ulteriori scaglioni ed aliquote marginali IRPEF per redditi più elevati, coerentemente con gli sviluppi recenti della teoria dell’imposizione ottimale e le sue applicazioni empiriche.

Nel medio periodo (entro tre anni) è altresì necessario prevedere:

1) L’ampliamento della base imponibile dell’imposta sui redditi delle persone fisiche a tutti i redditi da lavoro e ai redditi da capitale finanziario, con la conseguente abolizione dei regimi sostitutivi. L’intervento prefigurerebbe il passaggio a una tassazione personale omnicomprensiva, e assicurerebbe, visto l’elevato grado di concentrazione dei redditi finanziari, una maggiore equità distributiva, con una distribuzione degli oneri fiscali in linea con il principio di progressività esplicitamente richiamato nella nostra Costituzione.

2) La revisione del prelievo sui redditi e sui patrimoni immobiliari per aumentarne l’equità verticale e orizzontale. Precondizione necessaria per una simile revisione è l’aggiornamento del catasto. Oggi il valore di mercato degli immobili è, nella media nazionale, di circa 3 volte superiore al valore catastale con un rapporto più alto in aree ricche del paese e per immobili dal valore di mercato più elevato.

Il contesto di crescenti disuguaglianze ed iniquità

Negli ultimi quattro decenni, in molti Paesi, tra cui il nostro, si è assistito ad un forte aumento delle disuguaglianze economiche. In Italia, ad esempio, la quota del reddito nazionale detenuta dallo 0,1% dei cittadini più ricchi è passata dall’1,5% del 1980 al 5,3% del 2020. Similmente si è registrata una crescente concentrazione dei patrimoni: lo 0,1% più facoltoso degli italiani possiede oggi circa il 9% della ricchezza netta nazionale mentre nel 1995 ne possedeva il 5%.

La crescita delle disuguaglianze è un fenomeno profondamente nocivo per l’economia, comportando perdite non trascurabili di efficienza e produttività. Ma lo è anche per la società nel suo complesso. Le disuguaglianze ostacolano la mobilità inter-generazionale, minano le prospettive di uno sviluppo duraturo e sostenibile, ulteriormente aggravate dall’approssimarsi di un catastrofico “punto di non ritorno climatico” e indeboliscono il grado di coesione sociale.

Le fratture sociali possono portare repentinamente allo svilimento del patto sociale, a intolleranza, a una sfiducia nei confronti delle istituzioni, a processi di disgregazione politica, instabilità e derive autoritarie. Ferendo il diritto all’uguaglianza, le accentuate disparità inficiano la qualità delle nostre democrazie, ponendosi in stridente contrasto con le prescrizioni costituzionali alla rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale, lesivi dei diritti delle persone e della loro piena realizzazione, senza distinzioni.

Non solo le disuguaglianze economiche sono in aumento, ma recenti ricerche empiriche hanno dimostrato come in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia e i Paesi Bassi, oltre agli Stati Uniti, il sistema fiscale sia nel suo complesso regressivo, con i contribuenti più ricchi che beneficiano di aliquote effettive del prelievo minori rispetto al resto della popolazione con redditi più modesti. Più nello specifico, in Italia lo 0,1% dei contribuenti più abbienti paga complessivamente, tenendo conto di imposte dirette, indirette e contributi sociali, un’aliquota media del 36%, inferiore all’aliquota media del 46% per il resto dei cittadini.

Le “moderne disuguaglianze” non sono né casuali né tanto meno ineluttabili. Sono piuttosto il risultato di precise scelte politiche che hanno portato negli ultimi decenni a un profondo mutamento nella distribuzione del potere economico tra lavoro e proprietà d’impresa, all’affiorare di nuovi e potenti monopoli, a un eccesso di finanziarizzazione dell’economia. Un significativo peso hanno avuto l’indebolimento del ruolo dello Stato e una graduale esclusione di ampi settori della società dalla vita sociale e politica acuita da un accresciuto condizionamento delle scelte dei decisori politici da parte di portatori di interessi particolari, a difesa della propria condizione di privilegio.

Maggiore pre-distribuzione e non solo redistribuzione

Per ostacolare le tendenze in atto sono in primis necessari interventi di carattere predistributivo che prevengano, a monte, un’iniqua distribuzione di potere e di esiti economici sui mercati.

Interventi che supportino le dotazioni finanziarie e di capitale umano per chi proviene da un background svantaggiato, nonché profonde revisioni delle regole che governano i processi economici come il rafforzamento della tutela della concorrenza, politiche di regolamentazione finanziaria in grado di ricondurre la finanza al servizio dell’economia reale, politiche industriali che sostengano una competitività basata sull’innovazione e sulla buona occupazione e non sui bassi salari, politiche del lavoro che rafforzino il potere contrattuale dei lavoratori e limitino il ricorso a forme di occupazione non standard.

Le politiche predistributive devono essere accompagnate dal rafforzamento dell’azione redistributiva dello Stato su cui si concentra questo Manifesto attraverso proposte che assicurino un maggiore prelievo fiscale sui contribuenti più ricchi.

La popolarità delle proposte e le prospettive internazionali

La filosofia dell’agenda e molte delle singole proposte presentate sono largamente condivise dalla popolazione europea e italiana. Un’indagine condotta a maggio 2022 dalla Commissione Europea riporta ad esempio come il 67% dei rispondenti nell’UE sia favorevole a un maggiore prelievo fiscale a carico dei più ricchi.

In Italia, due terzi dei rispondenti a un sondaggio commissionato dal network dei multi-milionari Millionaires for Humanity e da Tax Justice Italia nel 2021 si è espresso favorevolmente su un’imposta sui grandi patrimoni il cui gettito fosse destinato al finanziamento della ripresa post-pandemica e alle famiglie più bisognose.

E sono anche gli stessi milionari intervistati in un sondaggio commissionato nel 2023 dai Patriotic Millionaires nei Paesi del G20 a dichiararsi favorevoli (il 74% dei 2.385 rispondenti) ad una tassazione più elevata della ricchezza, esprimendo una visione più lungimirante della politica, incardinata nel riconoscimento della minaccia per la tenuta dei sistemi democratici, ascrivibile ai crescenti divari economici e sociali.

Incoraggiante è anche l’iniziativa intrapresa dalla Presidenza di turno brasiliana del G20 volta a promuovere un’agenda internazionale per la tassazione degli ultra-ricchi.

Il momento di agire è ora. Con questo Manifesto sosteniamo convintamente un’agenda TaxTheRich quale elemento imprescindibile della più ampia e inderogabile strategia di ripensamento delle politiche fiscali ed economiche.

Primi Firmatari…

da qui

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