e a dimostrazione che i libri "gialli" raccontano la realtà come tanti saggi, senza annoiare un minuto.
a me è piaciuto molto, non entrerà nella storia del romanzo, ma neanche sfigura di fronte a tanti colleghi titolati, provateci, trascorrerete un paio d'ore piacevoli - franz
Ottobre 2006. Mancano pochi mesi all'entrata della Romania
nell'Unione Europea, ma Torino è scossa da una serie di omicidi che coinvolgono
albanesi e rumeni. È in corso una faida fra delinquenti, o c'è dietro la mano
della criminalità organizzata che prima 'infesta' e poi 'bonifica' certe aree
per speculare nel settore immobiliare? Enzo Laganà, nato a Torino da genitori
calabresi, è un giornalista di cronaca nera che vuole vederci chiaro e scoprire
il movente degli omicidi. Ma prima di far luce sul caso dovrà occuparsi di una
spinosa vicenda che riguarda Gino, il maialino del suo vicino di casa, il
nigeriano Joseph. Chi ha portato il maialino nella moschea del quartiere? E
soprattutto perché? Enzo dovrà far luce su questi piccoli e grandi misteri
usando un bel po' di fantasia, ironia e tanta pazienza. Un giallo multietnico
per raccontare il nostro Paese multiculturale all'insegna della commedia
all'italiana.
… Come negli altri romanzi si mescolano
lingua e dialetti, registri linguistici, contenuti ‘alti ‘e contenuti ‘bassi’ e
tanto, tanto cinema. Una scrittura che sa mescolare una informazione minuziosa
su eventi e fatti drammatici di cui si parla con situazioni comicamente
surreali, essendo l’autore provvisto di una grande capacità di saper dosare i
diversi ingredienti. Le tematiche emergono dalle storie dei personaggi: si
passa dalla mania dei quiz televisivi alle traversate del Sahara e del mare dei
migranti, dalla migrazione di un nucleo di italiani in Romania allo sforzo dei
volontari che intervengono nei quartieri a rischio, dall’attenzione degli
italiani per gli animali e l’indifferenza per la sorte dei migranti, dal
mammismo dei maschi italici alla commistione mafia dei colletti bianchi -
affari di riciclaggio - politica. Una scrittura leggera che ha il pregio di
informare senza annoiare mai.
…Il
romanzo di Amara Lakhous si svolge con leggerezza. Affascina il lettore che non
viene sopraffatto da storie angosciose o tortuose. Le levità della narrazione è
determinata in special modo dai continui interventi della madre del
protagonista che gli telefona spesso, pur essendo a distanza di moltissimi
chilometri da Torino perchè dimora in un paese del meridione,e gli raccomanda
le più minuziose cure da adottare nella gestione della casa, perfino della
scadenza dei cibi conservati nel frigo. La donna è informata di tutte le mosse
del figlio da due persone, due donne anziane: una vicina di casa che Enzo
chiama zia e la donna di servizio. E’ così osservato e “protetto” che
intervengono anche quando dovrebbe essere lasciato in pace, così come avviene
quando sta per concludere un approccio amoroso con una donna.
Una
sottile ironia, proprio per questi elementi, serpeggia in tutto il romanzo.
Ironia della professione di giornalista: “Il novanta per cento delle notizie
pubblicate quotidianamente è falso. Il cinque per cento non è verificato e
soltanto il resto sono notizie vere”. Ironia sulla onnipresenza delle madri
meridionali. Ironia su conflitti che si instaurano fra gruppi di persone. In
questo caso un maialino, a cui si vuole addirittura conferire la dignità di
maialino italiano se non padano.
L’ultimo
aspetto da sottolineare è quello dalla pluralità del registro linguistico, da
quello dialettale, che fa capolino di tanto in tanto, a quello specialistico
del giornalismo, a quello della parlata popolare quotidiana.
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