mercoledì 6 giugno 2012

Divergenze parallele - Marco d'Eramo

Chi è che non tifa per Barack Obama quando bacchetta la Germania e le rimprovera di reinnescare una nuova crisi planetaria? Nessuno, evidentemente, e certo non gli spagnoli che ieri hanno chiesto aiuto. Anche perché la sua sincerità è indubitabile: se l'Europa affonda nella crisi, trascina con sé il resto del mondo e preclude a Obama ogni probabilità di essere rieletto. Infatti gli statunitensi - non sono i soli - votano in base al portafoglio e alle prospettive di lavoro. Per ora Obama ha buone chances di vincere a novembre, anche grazie alla debolezza dello sfidante Mitt Romney, ma se la disoccupazione Usa cresce, il presidente può mettere una pietra sopra un secondo mandato. Perciò, in senso letterale, la politica europea è per Obama un fatto personale.
Ma subito dopo la spontanea, immediata simpatia, vengono i però. Non solo perché, come ha osservato con ironia il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, «a quanto si sappia Lehman Brothers non era una banca europea», cioè: non è l'Europa che ha mandato in tilt il sistema finanziario mondiale. Ma anche perché gli Stati uniti non sono proprio innocenti.
Andando dal particolare al generale, intanto gli Usa detengono il controllo del Fondo monetario internazionale: se dessero il proprio beneplacito, la direttrice del Fmi Christine Lagarde potrebbe sganciare un bel po' di miliardi invece delle battute sprezzanti sui greci...

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2 commenti:

  1. intanto diciamo che nonostanze la pochezza personale, Romney ha un discreto appeal ed puo` facilmente recuperare voti importanti fra i moderati (e dubito perdera` quelli piu` radicali fra la destra repubblicana).
    Quindi e` uno sfidante da non sottovalutare.
    Tanto piu` se l`economia (com`e` probabile) non dovesse migliorare.
    Corrette le annotazioni sulle responsabilita` pregesse e presenti degli USA nella crisi economica, ma la questione non e` tanto di responsabilita` quanto di approcci metodici per superare il problema: il rigorismo della Merkel ha vantaggi e svantaggi ed in questo momento percepiamo soprattutto i secondi. Con ovvio scontento sociale.
    Il problema fra i diversi approcci dovrebbe essere piuttosto quello di pensare ad un`economia veramente sostenibile...

    Comunque l`articolo e` molto interessante. Anche se non codivido il giudizio su un fallimento "indolore": sarebbe tale solo per le banche, non certo per l`Unione Europea.

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  2. credo che nessuno sappia come uscirne, e l'orizzonte temporale è solo di mesi, o al massimo qualche anno.

    Attilio Regolo ci ha solo preceduto di qualche millennio?

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