E’ il movimento Dans – deriva dall’acronimo del ministero
dell’interno ma anche da ‘danza’ – che guida le proteste che hanno portato per
40 giorni in piazza migliia di cittadini, per lo più giovani, contro la scelta
di nominare il boss dei media bulgari, Delyan Peevski, già implicato in
precedenti casi di corruzione, quale responsabile della sicurezza del paese.
Il movimento di protesta si chiama «Dance with me», da ciò
l’hashtag #ДАНСwithme: ДАНС è infatti l’acronimo bulgaro di Dipartimento di
sicurezza nazionale. La decisione di porre quest’uomo al vertice di un
organismo così importante, definita dal leader socialista Stanishev come «una
scelta fuori dagli schemi» ha rappresentato l’ennesimo passo falso per il
governo tecnico, guidato Plamen Oresharsky. Il neo-premier, presentatosi ai
bulgari come un tecnico, capace di risolvere con austerità e moderazione i più
urgenti problemi del Paese, era riuscito a riaccendere la speranza di
cambiamento nella cittadinanza. Ma a seguito del caso Peevsky, ogni aspettativa
positiva nei suoi confronti è stata stroncata.
La “danza” cominciata dai giovani bulgari che non vedono un
futuro davanti a sé sta contagiando tutto il popolo bulgaro. E le ragioni non
mancano: la Bulgaria è il Paese con il più basso reddito pro capite della
Comunità Europea (400 € al mese) e il costo per l’elettricità è raddoppiato,
tanto che gran parte dello stipendio di un cittadino medio è utuilizzato per
pagare luce e riscaldamento. A far da contraltare alla miseria dei più è
l‘ostentata opulenza di oligarchi e mafiosi, che troppo spesso stanno tra le le
fila di Stato, servizi segreti o polizia, come Peevski…
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