"L'uccisione
di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il
volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola
Lettieri". Ferdinando Imposimato, al tempo giudice istruttore della vicenda del sequestro e dell'uccisione di
Moro, interviene sul Caso Moro. E lo fa da Reggio Calabria, sul palco della
rassegna Tabularasa dell'associazione Urba/Strill.it.
"Se
non mi fossero stati nascosti alcuni documenti - ha aggiunto - li avrei
incriminati per concorso in associazione per il fatto. I servizi segreti
avevano scoperto dove le Br lo nascondevano, così come i carabinieri. Il
generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire con i suoi uomini e la Polizia
per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell'uccisione
ricevettero l'ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della
prigionia".
"Quei
politici - ha detto Imposimato - sono responsabili anche delle stragi: da
Piazza Fontana a quelle di Via D'Amelio.
Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti"…
continua
quiLo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti"…
Nessun commento:
Posta un commento