Un ragazzo giovane,
detenuto per due anni e mezzo, con delle accuse pesanti per partecipazione ad
un’organizzazione terrorista, ma senza un processo e una condanna, con la
presunzione di innocenza che lampeggia sopra la sua testa, come l’insegna di un
neon. Un ragazzo in sciopero della fame da trenta giorni. Sciopero vero, che ha
portato alla perdita di 13 kili, che secondo i medici dell’ospedale Statale di
Nikea può provocare in qualsiasi momento un arresto cardiaco. E allora, tutto
questo non fa notizia per i media del sistema, né tanto meno appare tra le
notizie di carattere medico: non gli hanno dedicato nemmeno un centesimo del
tempo che hanno dedicato al malfunzionamento gastrointestinale di Antonis
Samaras [qui il rapporto del medico di Sakkas, n.d.t.]…
…Questo
succede nel paese del diritto e di Solonas. Ma non vi preoccupate compatrioti,
gli stranieri non verranno a sapere nulla, né voi verrete a sapere qualcosa,
niente agiterà il vostro sonno. A meno che non leggiate il Guardian, quell’organo inglese del diavolo che una
volta rivela le torture dei detenuti e l’altra gli scioperi della fame: “Behind
the anarchist’s hunger strike is the tale of his illegal detention. It would
have sounded unbelievable in the recent past” (Dietro lo sciopero della fame
dell’anarchico, c’è la storia della sua detenzione illegale. Nel passato
recente una cosa del genere sarebbe sembrata incredibile”).
Non so
perché, sarà forse per motivi psicologici, ma quando leggo in inglese che “nel
passato recente una cosa del genere sarebbe sembrata incredibile” mi ferisce di
più che se lo leggessi in greco. Abisso dell’anima umana.
da
qui
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