Nella tre giorni di Campidarte ad Ussana, luglio 2013, per
la prima volta si son ritrovati migliaia e migliaia di ragazzi. Vista dalla
collina di Dolianova quella nube di gioventù pareva un esodo in grande stile,
meraviglioso colpo d'occhio. Alcune settimane prima gli organizzatori, tre
ragazzi diplomati al Politecnico di Milano, uno sardo e due milanesi, di grande
volontà e pieni di sogni, avevano accolto la proposta di presentare i miei
lavori (teatro/musica/video) all'interno del progetto. Bellas Mariposas di
Atzeni compreso. Grandi attese dunque e ambiziose speranze.
Il primo giorno del festival è stato, aimè, devastante (la
stanza dei crimini, video), ignorato da tutti. Leggerezza m'è sembrata. Il
secondo giorno, a seguito di richieste astruse e imbarazzanti decido di non
proseguire e di abbandonare l'avventura, per cui parecchi amici mi scrivono su
FB chiedendo perché non fossi presente ed ecco la mia risposta: cari amici,
avete visto che bella situazione vero? migliaia di umanoidi in fasce, ragazzini
avvinazzati e gonfi di birra, tralascio le altre cosucce, disordine e polvere
polvere dappertutto, nessun segnale dello spettacolo, neppure un misero
annuncio durante il concerto, organizzazione (al botteghino) che neppure sapeva
dove come e quando ci sarebbe stato l'evento, che agiva senza nemmeno avere un
codice di coordinamento generale. no, io il mio Bellas Mariposas non lo getto
in una strada polverosa così, non me la sento di condividere la mia polvere con
questa deprimente e ridicola idea culturale, supponente e per giunta "a
gratis" (poi vai a scoprire che gli incassi in generale sono stati
notevoli!). mi dispiace, amici miei, per il tempo che abbiate perso per
arrivarci e per la delusione, ma non mi sento responsabile di questa leggerezza
che sa di radical free aristo-freak e hipsters (cit.) impregnata di ignoranza e
grezzume internettiano arraffazzonato su uiichipedia... sentirsi poi urlare in
faccia con orgoglio dallo speaker sul palco che quella non è una rassegna che
si basa su un concetto filosofico, né ideologico, né politico e né
intellettuale, ma che si spaccia di contro per progetto d'arte, francamente sa
di nichilismo becero e insulso, che non va da nessuna parte (pericoloso, molto
pericoloso!)...
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