martedì 4 agosto 2015

Chi ha ucciso Ali non è un terrorista – Gianni Lixi

Chi ha ucciso Ali non è un terrorista. Chi ha ucciso Ali è un ebreo israeliano che occupa terre non sue e che vuole cacciare via tutti gli abitanti non ebrei che stanno vicino alle colonie. Colonie volute per legge da  tutti i governi israeliani. Chi ha ucciso Ali non è un terrorista , o meglio non è più terrorista della ministra della giustizia israeliana Avelet Shaked che ha fatto pubblicamente appello al genocidio dei palestinesi. Non è più terrorista dei coloni che quotidianamente incendiano campi, sradicano uliveti, lanciano pietre ai bambini palestinesi che vanno a scuola. Non è più terrorista di quei ragazzini  e ragazzine vestiti da militari con il mitra in mano che quotidianamente rapiscono uomini, donne e bambini palestinesi senza il minimo di una giustificazione legale che peraltro nessun giudice  chiede. Non è più terrorista di quei ragazzini e quelle ragazzine vestiti da militari che dentro un autoblindo bloccano strade non loro, impedendo una vita normale ai palestinesi che in quelle strade devono passare per andare a lavorare o  in ospedale, o a trovare familiari in un paese vicino. Non è più terrorista di quei ragazzini e ragazzine vestiti da militari con il mitra in mano che nel cuore della notte entrano nelle case dei Palestinesi svegliano i bambini che dormono, li terrorizzano e poi se ne vanno. Non è più terrorista di chi decide di radere al suolo interi palazzi dove bambini donne uomini e vecchi   stanno cercando riparo sperando invano che all’orrore non si aggiunga orrore.
Tutto questo  per perseguire l’obiettivo sempre meno nascosto dei governi Israeliani: rendere la vita impossibile ai Palestinesi e cacciarli via dalla loro terra.
Fa comodo ora parlare di terrorismo. Prendere le distanze da questi infami episodi è facile. Anzi può persino essere produttivo per la causa Israeliana. Tutto si sposta sull’atto infame e nulla si tocca di quello che ha generato questo atto. Si offre  la mano ad Abu Mazen, che vedrete fra un po’ la stringerà, in una stretta sempre più mortale per i Palestinesi.  Ieri il liberale ipocrita David Grosmann ( la definizione non è mia ma di Gideon Levy giornalista israeliano tra i più conosciuti) che ha trovato pronta ospitalità nel giornale sionista La Repubblica, se la prendeva con Netanyahu. Se la prendeva perché  “si ha la sensazione che nemmeno ora la leadership israeliana capisca (o rifiuti di ammettere una realtà che le è insopportabile) che elementi terroristici al suo interno le hanno dichiarato guerra….”.  Ancora una volta Grossman si rifiuta di ammettere che quello che vogliono “gli elementi terroristici al suo interno” è in effetti il progetto di tutti i Leader israeliani: cancellare Palestina e Palestinesi. Ed in effetti è lo stesso Grossman che giustificava l’inizio della guerra Piombo Fuso (salvo poi ipocritamente prenderne le distanze), che non riconosce il diritto al ritorno dei Palestinesi, che è d’accordo con Netanyahu sulla condanna all’accordo USA-IRAN e che nello stesso articolo di ieri su La Repubblica è capace di dire senza il minimo pudore queste infamità: “Da oltre un secolo israeliani e palestinesi girano e si rigirano in una spirale di vendetta. Nel corso della lotta i palestinesi hanno trucidato centinaia di bambini israeliani, sterminato intere famiglie e commesso crimini contro l’umanità. Anche lo stato israeliano ha compiuto azioni analoghe contro i palestinesi, utilizzando aerei, carri armati ed armi di precisione”.
Non mi interessa Grossman per me è solo una cartina di tornasole. Quanto più la società civile israeliana prenderà le distanze da questi portatori d’acqua tanto più vedrò la soluzione avvicinarsi. Per ora però purtroppo c’è solo da aspettare (e lottare).

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