Una storia che sembra una replica in sedicesimo del
massacro di My Lai (qui,
dove il grande futuro statista Colin Powell,
all'epoca giovane Maggiore dell'Esercito, fu incaricato delle investigazioni
sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto,
c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita
sono eccellenti". In seguito, la confutazione di Powell sarebbe stata
chiamata un atto di "white-washing" (candeggiatura) delle notizie del
massacro, e la questione avrebbe continuato a restare nascosta, senza la
testardaggine di Seymour Hersh).
Dei soldati esasperati dalla guerriglia che colpisce e
sparisce fa una strage di civili, ad Al-Haditha, in Iraq, nel novembre del
2005.
William Langewiesche aveva scritto la storia su Vanity Fair, qui, un anno dopo i
fatti.
E’ una storia di guerra, non si tratta di soldati
pazzi, magari anche sì, ma è la guerra in sé che rende possibili queste stragi,
che una volta scoperte portano alla condanna, una volta scoperte, se e quando.
Merita la lettura, sicuro – franz
qui una discussione interessante (o forse no), su Langewiesche, Saviano e
cose varie.
…Adelphi pubblica in volume un
reportage che negli Usa ha fatto epoca: originariamente pubblicato sulle pagine
del periodico Vanity Fair, il lungo e avvincente articolo dell'inviato William
Langewiesche racconta uno degli episodi più infami dell'Operation Iraqi Freedom
(a proposito, sapevate che originariamente l'invasione militare dell'Iraq del
2003 era stata battezzata dal Pentagono Operation Iraqi Liberation ma che il
nome in codice è stato modificato in fretta e furia quando ci si è accorti che
l'acronimo OIL, "petrolio", avrebbe causato - come minimo - l'ilarità
generale?). Oltre a ripercorrere nei minimi dettagli col piglio delle grandi
inchieste giornalistiche d'altri tempi i tragici eventi di quel maledetto 19
novembre 2005, il libricino (80 pagine da leggere tutte in una volta) analizza
gli errori e le contraddizioni dell'approccio tattico-militare delle truppe Usa
alla guerra irachena alla luce di questo e di altri fatti di sangue accaduti
negli anni di occupazione. Il dibattito politico statunitense sulla questione-Iraq
viene esposto, sbattuto sul tavolo autoptico con le sue lacerazioni in bella
vista: "La destra sostiene che ogni accusa contro i militari è un
attentato al patriottismo. La sinistra usa i soldati come simboli e pretesti
nella sua lotta contro la guerra", accusa Langewiesche in una recente
intervista. "Ora, se le due parti si sedessero un attimo a tavolino si
renderebbero conto che le loro posizioni andrebbero cambiate, spostate di 180°.
Se la destra vuole supportare Bush e la sua politica militare dovrebbe
rifuggire da questo emozionalismo e dall'approccio troppo passivo e comprendere
che un processo giusto e severo ai soldati che commettono crimini del genere
potrebbe solo andare a favore degli Usa, senza mettere in discussione le scelte
di politica estera. Alla sinistra che vuole quei soldati impiccati in pubblico
sarebbe utile capire che forse non si tratta di criminali che vengono coperti
da manovre occulte, ma che ciò che va messo al centro della discussione è lo
svolgimento 'normale' della guerra". Postilla: il 18 settembre 2007
quattro dei marines coinvolti sono stati rinviati a giudizio con pesanti
accuse: soprattutto il sergente Wuterich - l'unico che ha adottato una
strategia di difesa processuale basata sull'assunto "Così deve agire un
marine" - rischia l'ergastolo o addirittura la pena di morte per crimini
di guerra.
Il libro di oggi è un gran bel libro, di William Langewiesche
tra storie e reportage. Le regole di ingaggio sono quelle dei marines in Iraq,
una storia vera, raccontata con una visione critica ma non sbracata,
documentata e seria, narrativamente piuttosto coinvolgente, giornalisticamente
prezioso… Una lettura veloce ma densissima e tragica, che può servire a
comprendere le regole (o la mancanza di regole) della guerra ma che potrebbe
essere anche un manualetto su come si fa un reportage leggibile da tutti.
La vicenda? Al-Haditha, Iraq, 25 novembre 2005. Per ritorsione contro un
attentato subìto, una compagnia di marines, protetta da regole ambigue,
massacra due famiglie di civili inermi. Imperdibile, le storie sono anche
informazione.
…Langewiesche penetra, in Regole
d’ingaggio, nella sequenza di eventi che porta una compagnia di marines
in Iraq a sterminare, il 19 novembre 2005 ad Al-Haditha, due famiglie di inermi
civili. E di nuovo, a dispetto della distanza apparente tra il narratore e il
narrato, siamo trascinati nel villaggio iraqeno, sentiamo il crepitare delle
armi, le voci disperate dei familiari delle vittime. Siamo dentro la sconfitta
della democrazia. Langewiesche è un descrittore di fenomeni: ma sa che ogni
descrizione deve, per poter diventare oggetto reale, essere interpretata come
sistema di segni e compresa come simbolo. Nel disporre i fenomeni davanti ai
nostri occhi crea le condizioni perché il lettore svolga questo compito: ci
trascina dentro la macchina pigra, e ci mette all’opera, proprio come faceva
Michael Herr nel suo Vietnam, colto nel punto in cui gli oggetti reali si
frantumano in schegge e ridiventano percetti, fenomeni la cui riconnessione è
lasciata a noi (una lezione che Saviano ha metabolizzato negli anni in cui la
sua scrittura da cronaca si faceva intelligenza dei fatti all’interno dei fatti
stessi).,,
da qui
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