giovedì 17 dicembre 2015

Preghiera per Černobyl' - Svetlana Alexievic

Černobyl' è un luogo lontano dove è accaduto un incidente nucleare nel 1986, ma ancora non si può immaginare niente.
con il libro di Svetlana Alexievic si arriva al cuore della storia (e della Storia), semplicemente facendo parlare e ascoltando chi era lì.
la prima cosa che si capisce è che è apparso per la prima volta un nemico di una specie nuova, diverso da tutti i precedenti.
il confronto che molti fanno è con la seconda guerra mondiale, ma è un paradigma nuovo quello che Černobyl' crea, il nemico non ha faccia, non ci si può difendere con le armi, non si vede.
una somiglianza potrebbe essere una qualche epidemia, qualche peste del passato, ma concentrazione spaziale e temporale sono senza pari.
immergendosi nella lettura si entra nell'anima umana, amore, eroismo, dolore, pietà, il coro degli esseri umani, dei bambini e degli animali, gli sguardi e le emozioni sono quelli di sempre, tutti i drammi hanno una faccia, un'immagine, una storia, con un nemico che non si vede.
la solitudine dell'essere vivente davanti alla malattia e alla morte è quella di sempre, ma per qualcosa che non si capisce.
questo è un libro che dovrebbero leggere gli apprendisti stregoni, ma tanto se ne fregano, dovremmo leggerlo tutti noi, per capire, o almeno provare a intuire, che nessuno è al riparo da niente, e che gli effetti hanno una causa, che troppo spesso non vediamo o non vogliamo vedere.
se questo è un romanzo, una cronaca, un collage di storie, un libro di giornalismo non lo so, solo so che non si dimentica più, dopo averlo letto.

intanto quest'anno Svetlana Alexievic ha vinto il premio Nobel per la letteratura, lo dico per i distratti - franz






«Questo libro non parla di Černobyl’ in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l’avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto. Il mistero. Černobyl’ è un mistero che dobbiamo ancora risolvere... Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Černobyl’ è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l’acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre... Più di una volta ho avuto l’impressione che in realtà io stessi annotando il futuro».

Questo libro è la più interessante e sconvolgente raccolta di testimonianze che io abbia mai letto. Parla di una nazione che io ho visitato per due anni, che ho amato e aiutato, e ho scoperto quello che hanno provato e fatto quelli che si trovavano lì allo scoppio della centrale. È una lettura da fare con coraggio, forza e aprendo il cuore al dolore. Non è un romanzo sull'esplosione, sulla ricerca della colpa o altro. Vivi al fianco dei protagonisti, senti i loro ricordi, ami e soffri con loro, vedi la bellezza della Bielorussia con i loro occhi. E posso confermarvi che è veramente bella come loro ci raccontano. È un libro sulla memoria, è doveroso conoscere questi episodi crudeli, che sarà difficile dimenticare. È un libro commovente, poesia e nuda verità. E ci si stupisce del fatto che non trapeli rabbia da queste testimonianze, ma dolore e voglia di vivere, di ricominciare, di restare nelle proprie casette fino alla fine. Stupendo, da leggere. Capisco perché l'autrice ha vinto il premio Nobel quest'anno.

È un coro di voci Preghiera per Chernobyl, il racconto di chi è rimasto dopo il più grande disastro al mondo del nucleare civile. Svetlana Aleksievic è andata in casa delle vecchie contadine bielorusse, si è seduta accanto alle loro stufe radioattive come piccoli reattori, ha ascoltato le voci delle madri e delle mogli che hanno visto la carne dei loro uomini (soccorritori ed elicotteristi intervenuti per spegnere la centrale in fiamme) staccarsi dalle ossa per le radiazioni, ha parlato con gli operai che hanno costruito il sarcofago destinato a contenere il «raggio invisibile» e che stavano lentamente morendo di cancro. E undici anni dopo l’esplosione del 26 aprile 1986  li ha raccontati salvandoli dall’oblio e mostrando come la Storia è fatta di affetti e destini personali.

Ho letto il libro piangendo, molti anni fa. Ha cambiato per sempre il mio modo di intendere il giornalismo e il suo impegno civile…

da qui

 

...Svetlana Aleksievic ci ha regalato un libro struggente e importantissimo: “Preghiera per Cernobyl'”, edito in Italia da e/o nella traduzione di Sergio Rapetti, è composto da un coro di voci che commuovono, fanno stringere il cuore, raccontano la nostalgia della terra in cui si è cresciuti, delle proprie abitudini, dei propri amici. Sono voci che si accavallano, si danno reciprocamente forza, raccontano una tragedia dal punto di vista più profondo e umano. Superano i numeri e la statistica – compresi quelli a cui accennavo prima – e offrono una visione molto più profonda di un momento che tutti ricordiamo e tutti ha cambiato.

Colpisce la presenza-assenza dell’autrice: le voci che raccontano le personalissime tragedie dei singoli sono costituite da intensi monologhi, mai intervallati dalle parole di chi le ha raccolte. Eppure Svetlana c’è, e la discrezione con cui la sua presenza viene avvertita ha del commuovente.

Un grande libro, fra denuncia e sentimento.

da qui

 

 

qui alcune pagine del libro (da Sagarana)






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