Gli USA un anno fa hanno formato una coalizione per
distruggere ISIS. Un mese fa l’ex vice direttore della Cia Michael Morell
ha dichiarato a Charlie Rose sulla PBS che la ragione per cui gli Stati
Uniti prima di novembre non hanno mai colpito le autocisterne e l’
infrastruttura petrolifera (vera linfa vitale per lo Stato Islamico) è
stato perché ”Non volevamo fare danni ambientali, e non volevamo
distruggere tale infrastruttura“.
Solo dopo gli attacchi terroristici nel mese di novembre in Francia sono
cominciati anche gli attacchi della coalizione a guida USA. Questa nuova
iniziativa e tuttora in corso ma non senza limiti e ambiguità (come il
lancio manifestini di avviso 45 minuti prima degli attacchi, in alcuni
casi il bombardamento anche delle forze siriane e irachene, rifornimento di
armi ai ribelli jadisti).
In altre parole, la colpa delle recenti di attività
terroristiche è da ricercare nella posizione
di Obama di evitare di inquinare l’atmosfera con i residui tossici delle
infrastrutture ISIS distrutte.
Morell ha anche detto che c’è un’altra ragione per cui le
infrastrutture di estrazione e di raffinazione del petrolio non sono state
distrutte: è per evitare che esse fossero definitivamente sottratte
dall’utilizzo da parte del popolo siriano.
Onestamente, dopo un periodo di 5 anni di sedizione e
annientamento messo in atto dagli USA e dai suoi alleati contro la Siria,
sentire queste motivazioni fa letteralmente paura per la sorte del mondo:
sembra governato da pazzi.
In realtà del funzionamento delle infrastrutture
petrolifere ne ha beneficiato solo ISIS, la Turchia e occidente: non certo il
governo siriano nelle cui mani non era previsto certo il ritorno…
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