Mi ha insegnato, infatti, a essere più lucida, meno istintiva
nell’affrontare le vicende più controverse che possono avvelenare l’esistenza;
a non accettare compromessi di alcun tipo; a non dare troppo peso al denaro; a
stare alla larga dalla televisione; a provare vera gioia ammirando un dipinto,
perfino se custodito in una chiesa; a non cambiare le mie idee ad ogni stormir
di fronde; ad apprezzare la lealtà, l’amicizia, la generosità che era un tratto
tanto caratteristico della personalità pasoliniana; a non assumere un
determinato comportamento perché «è di moda»; a stigmatizzare profondamente le
gerarchie ecclesiastiche quando ingeriscono pesantemente sul pensiero e sul
comportamento delle persone. In una parola: a non conformarmi per ignoranza o
per pigrizia mentale a ciò che viene definito comunemente “la normalità”.
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