domenica 2 giugno 2019

Studentessa africana violentata dal branco: silenzio assoluto di Salvini e Meloni - Giuseppe Cassarà




Purtroppo in questi tempi tormentati la notizia dell’ennesima violenza sessuale su una ragazza avvenuta ieri sera a Roma in una discoteca vicino allo Stadio Olimpico non fa molto rumore: a quattro giorni dalle elezioni, l’attenzione mediatica è monopolizzata dai botta e risposta di Salvini e Di Maio, dalle varie buffonate fasciste di Casapound e Forza Nuova e dall’inesistente opposizione che si torce la mani in attesa di scoprire quante bastonate prenderà al voto europeo.

Io stesso ho dato poco peso alla notizia. Non ne vado fiero ma la macchina giornalistica chiede altro, per quanto cinico e inumano possa sembrare. Salvo poi leggere che la ragazza violentata è una studentessa di origine africana residente a Roma da qualche anno con la famiglia. E allora, per pura curiosità, sono andato a vedere se Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Casapound neanche la considero, d’altronde loro gli stupratori se li coccolano in casa), sempre così attenti a dare il via alla quotidiana battuta di caccia al negro, avessero trovato il tempo di esprimere una condanna, una frase di solidarietà e vicinanza per questa millesima prevaricazione maschile sul corpo di una donna.

Zero. Neanche una parola. La Meloni oggi era impegnata a farsi selfie coi gattini, mentre Salvini ci teneva a pubblicare una foto di lui e Francesca Verdini romanticamente abbracciati.

Tutto questo fa schifo. Fa schifo perché ormai tutti noi diamo peso a una notizia in relazione al commento di Matteo Salvini. Fa schifo perché, in questo caso, uno stupro di gruppo, un crimine terribile, non è stata condannato dalle istituzioni ed è troppo facile pensare che il motivo sia il colore della pelle della ragazza. Fa schifo perché dentro questo gioco al massacro ormai ci siamo dentro tutti. Perché questo articolo forse non sarebbe mai esistito se la ragazza fosse stata italiana e bianca. Perché l’odioso razzismo della destra genera altro razzismo e sessismo, di cui ci macchiamo tutti quanti, ormai (di nuovo) abituati a guardare la pelle di chi ci sta intorno. E infine fa schifo perché in Italia, a Roma, nel cuore della Capitale, si continua a stuprare mentre Salvini blatera di sicurezza. Prima ci libereremo di questo veleno razzista, meglio sarà per tutti. Perché a forza di combatterlo, il rischio è di trasformarci nel nostro peggiore nemico. E quando Salvini finirà, saremo punto e a capo, con qualche altro aspirante capitano pronto a cavalcare l’onda della nostra disumanità, sia di destra o di sinistra.


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