[All’inizio non sembra, ma è un post di geopolitica]
Questo il titolo di un libro scritto ormai qualche anno fa da un fisico inglese. Il concetto proviene da un problema matematico-astrofisico, detto “problema dei tre corpi” analizzato dal grande matematico francese Henry Poincaré. Analizzando il corpo delle equazioni, si arriva alla Teoria del caos ed altri sviluppi la cui gran parte entra nella cultura della complessità.
Da un po’ di tempo seguo delle lezioni
on line di fisica sul problema della gravità quantistica. Naturalmente non
capisco granché di quello che dicono. Vi domanderete: allora perché butti via
così il tuo tempo? Perché seguo abbastanza per capire come ragionano, che forma
ha il ragionamento. Il ragionamento è il funzionamento di quella che qui
chiamiamo immagine di mondo. L’immagine di mondo è una proprietà sistemica
della mente umana. Naturalmente essa ha varietà in base al sesso, l’età,
l’etnia, il cumulo di esperienze, la formazione e il campo specifico in cui
opera il portatore. Tuttavia, è sempre possibile individuare dei gradi di generalità.
Ad esempio, seguire i modi di ragionare in questo campo della fisica,
trovandone corrispondenza in generale nel pensiero scientifico, ma anche nel
pensiero non scientifico. Al livello più generale, sono sempre, tutte, “menti
umane”.
Nel pensiero generale, specie quello
occidentale, si privilegia il discorso sull’Uno. A volte e recalcitrando, si
affronta il problema del Due che è poi la relazione tra due Uno. Ma a Tre
scoppia il casino. Il “casino” qui è la nostra pretesa di perfetta calcolabilità
delle cose, una sorta di sindrome da controllo. La sindrome è una nostra
minorità, le cose là fuori, ma anche dentro di noi, sono collegate tra loro in
matasse 4D, per cercar di domare il casino lo semplifichiamo. La
semplificazione è la nostra procedura di riduzione della complessità intrinseca
affinché il tanto degli oggetti e fenomeni osservati, possa entrare nelle
nostre limitate facoltà. La procedura non ha alternative, la mente umana è
quello che è, quindi è legittima. È però un problema quando ci convinciamo non
di far qualcosa di arbitrario per quanto necessario, ma che il mondo è proprio
così come lo riduciamo per farcelo entrare nella testolina.
Passiamo allora alla geopolitica
partendo da un articolo di Le Monde.
L’articolo segnala che nella dinamica
sempre più conflittuale tra Ucraina con dietro allineato l’Occidente (Europa ed
Anglosfera) e Russia con dietro i meno allineati ma non per questo contrari
SCO-BRICS etc., una grande e sempre crescente parte del mondo, decide di
chiamarsi fuori, di non allinearsi.
L’articolo cita un funzionario UN,
secondo il quale, questo gruppo crescente di Paesi che pesa “metà del mondo”:
1) ritiene la guerra russo-ucraino un conflitto regionale intra-europeo quindi
a loro estraneo; 2) questo gruppo di paesi ha legami diretti o indiretti con la
Russia e con l’area SCO-BRICS che vengono vissuti come meno imperativi
dell’Occidente; 3) questo gruppo ha memoria e percezione del fatto che
l’Occidente manipoli a piacimento i principi della convivenza planetaria come
più gli fa comodo. Secondo me si è dimenticato un quarto punto, forse il più
importante. Questi Paesi hanno un loro elenco di problemi e priorità che nulla
hanno a che vedere con lo stato di conflitto in essere e in Ucraina e, più in
generale, nella fase storica di transizione o meno ad un ordine multipolare.
Detto altrimenti, questo gruppo di Paesi non ha alcuna sensibilità
all’interferenza ideologica nel giudizio, avendo davanti una lunga lista di
problemi concreti di ben altro peso e natura.
Uno studioso francese dell’IFRI
(Istituto di Relazioni Internazionali Francese), nota giustamente che la Russia
pur essendo solo l’undicesima economia al mondo, ha grande rilevanza in: gas,
petrolio, armi, energia nucleare civile ed alcuni alimenti tra cui grano.
Quindi ha facoltà di contro-sanzionare turbando in profondo mercati strategici
dai quali essi stessi dipendono.
Pare che i francesi, vecchie volpi di
colonialismo anche culturale, siano particolarmente sensibili a questi
smottamenti, si pensi al loro ruolo in Africa. Pare dunque che Macron, dice Le
Monde, sia impegnato a sensibilizzare europei ed alleati a non perdere questa
“metà del mondo” che se ne sta andando per conto suo. L’articolo non è un
saggio, quindi si limita a esortare a nuovi sforzi diplomatici. Temo però non
si tratti di far chiacchiere più o meno sensibili e sintoniche, ma di
analizzare nel concreto obiettivi, interessi e nuova concorrenza nel
soddisfarli.
Altri articoli anche sul Guardian,
segnalano che tra MBS e Biden ormai è partita persa, i due divergono senza
mediazione. Sintomatica altresì, la recente uscita sincronica di più articoli
critici su quella che gli occidentali cominciano a chiamare “l’ambiguità
indiana”, la quinta nazione al mondo per Pil ma la prima per popolazione tra
qualche mese. Gli indiani, com’è ovvio, fanno gli indiani. Comprano armi ed
energia dai russi salvo poi dirgli di smetterla con la guerra. Litigano a 4000
metri coi cinesi per confini delle reciproche sfere di orgoglio nazionale ma
poi ci fanno assieme cose nella SCO e nei BRICS. Comprano navi dagli americani
e ci fanno esercitazioni militari assieme, ma le fanno anche coi russi ed i
cinesi. Incassano le profferte che piovono da più parti (ultimo Biden qualche
giorno fa) di includerli nella riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite di cui tanto di parla ma che nessuno è davvero in grado di promuovere a
breve dato che siamo in modalità conflitto planetario e non stagione
diplomatica.
Poiché credo tutto ciò sia stranoto e
previsto dagli strateghi di Washington, per quanto è possibile scontino un
certo grado di cecità selettiva che porta a concentrarsi sulle cose che gli
danno ragione e minimizzare quelle che gli danno torto, sindrome di perdita di
realismo che colpisce fatalmente ogni sistema in parabola dis-adattativa, se ne
dovrebbe trarre una inferenza. A Washington, il problema mondo è diagnosticato
come irrisolvibile in prospettiva, tanto vale serrare i ranghi e prepararsi al
conflitto su larga scala, il più forte sopravviverà.
Cosa nota diranno alcuni, così come
altrettanto noto è il fatto che questa posizione forse inevitabile per USA ed
anglosfera, non sembrerebbe coincidere nel campo degli interessi e delle
possibilità con quella europea. Tant’è che la più alta sensibilità geopolitica
notoriamente francese, tra quelle subcontinentali, se ne preoccupa.
Sarà che Poincaré era francese, ma i
transalpini sembrano preoccuparsi del problema dei tre corpi e relativa
complessità tendente al caos a dimensione mondo, tanto da avere una intera
testata votata a questo oggetto. Noi abbiamo il Corriere di Milano e la
Repubblica di Roma. Quindi inutile parlare di queste cose qui nel Paese che
pensa che il mondo è tutta quella sfocata roba intorno alle cose che davvero
contano. È proprio in base a ciò che ritieni conti davvero che poi conterai o
meno nel grande gioco di tutti i giochi.
Visto quindi che non siamo tra i
giocatori, diamoci sotto col tifo!
Nessun commento:
Posta un commento