Niger, una transizione
democratica che pone fine al neocolonialismo - Davide Rossi
Se si può e si vuole, ma in questo caso direi si deve, trarre una lezione
su quanto sta avvenendo in Niger, la lettura de “La Repubblica” a commento del
nuovo governo nigerino è tra le più straordinarie.
I giovani nigerini sono in piazza con cartelli chiarissimi: “Abbasso la
Francia e i suoi alleati”, “Abbasso le basi straniere in Niger”, “Abbasso
l’imperialismo”. Avessimo in Italia, in Svizzera o in Europa giovani che si
battessero patriotticamente contro le base statunitensi e l’imperialismo
atlantico, di cui “La Repubblica” è tra le propagandiste principali, saremmo
felici, ma la maturità politica della maggioranza dei nigerini è condivisa
purtroppo solo da una esigua minoranza di europei, prevalentemente prossima
alle formazioni marxiste, perché a destra son patriottici solo a parole, ma poi
son sempre inginocchiati davanti a Biden e la NATO. Ovviamente c’è anche
qualche cartello che inneggia a Putin e alla Russia, che con la Cina promuove
un mondo multipolare e di pace, ma questo è inevitabile vista la
contrapposizione sempre più accesa tra unipolarismo atlantico e multipolarismo.
Tuttavia “La Repubblica” titola: “assalto all’ambasciata francese al
grido viva Putin”, ecco dunque che giovani africani preparati e
politicamente consapevoli vengono trasformati in sostenitori di quello che “La
Repubblica” reputa il “dittatore”, anche se liberamente eletto in libere
elezioni pluripartitiche.
La seconda parte del titolo è ancora più fenomenale: “Ultimatum dei
paesi africani: reinsediare il presidente entro una settimana o interveniamo”,
ecco, c’è dunque qualcuno che minaccia di trasformare la transizione nigerina
in un nuovo episodio del conflitto mondiale in corso. Tuttavia non sono “i paesi
africani”, ma, guarda un po’, la Francia, la quale controlla la Comunità
economica degli Stati dell’Africa occidentale, attenzione dunque, non è
l’Unione Africana, che raggruppa tutti i 54 capi di stato e di governo del
continente a parlare, per altro quasi tutti in Russia in questi giorni per il
grande incontro di cooperazione e solidarietà Russia – Africa, ma un gruppetto
disperato di dieci paesi, che ogni due mesi caccia chi non è supino al furto
neocoloniale delle materie prime energetiche e alimentari, così Mali, Burkina
Faso, Guinea son stati sospesi, la Mauritania visto l’andazzo generale se n’era
già andata via prima, restano la Costa d’Avorio, in cui i francesi hanno
insediato nel 2010 l’attuale presidente Alassane Ouattara dopo aver cacciato con
un golpe il legittimo presidente Laurent Koudou Gbagbo, la Nigeria
e la Liberia, il Ghana e il Senegal, per altro le nazioni in cui la disastrosa
situazione sociale ed economica, al pari di altri membri di questa piccola e
insignificante organizzazione come Benin, Togo, Gambia, porta molte persone a
decidere di partire verso l’Europa, al fine di soddisfare la richiesta di
manodopera a basso costo del declinante sistema capitalistico occidentale.
Sempre “La Repubblica” spiega che il Niger è un prezioso alleato
dell’Occidente, infatti da oltre mezzo secolo è derubato delle sue ricchezze
dalla Francia, a partire dall’uranio che dà energia alle centrali nucleari che
coprono l’80% del fabbisogno elettrico transalpino.
Ecco allora che a chiarirci i fatti ci pensa il direttore Maurizio
Molinari, il quale titola allarmato: “In Niger è in gioco la sicurezza
europea”, spiegandoci che “È uno dei Paesi più poveri del Pianeta, ma
dispone di almeno il sette per cento delle riserve mondiali di uranio. E la sua
posizione lo rende uno snodo strategico per la lotta contro i gruppi jihadisti
e i trafficanti di uomini che gestiscono le rotte dei migranti”, ecco ora
sarebbe da chiedere, perché la popolazione è povera sebbene il paese sia ricco?
La risposta è semplice, perché gli imperialisti occidentali si son sempre
rubati tutto senza lasciare niente.
Prima di entrare nella dinamica povertà – ricchezza del Niger, vale la pena
ricordare che i migranti vengono dalle nazioni principalmente a sud della zona
sahariana in cui in questi mesi si sono insediati dei governi finalmente volti
a rispondere alle richieste di migliore vita dei loro cittadini: Mali, Burkina
Faso, Ciad, Repubblica Centrafricana, tutte nazioni convintamente schierate con
i russi e i cinesi, in più la lotta contro i terroristi è condotta con forza e
decisione dai nuovi governi di queste nazioni, in collaborazione militare coi
russi, al contrario del passato in cui di fatto le forze occidentali francesi,
ma soprattutto statunitensi, hanno foraggiato, sostenuto e incentivato questi
gruppi violenti ed estremistici per cinico calcolo geopolitico.
Tornando al Niger, con uno straordinario consenso popolare, proprio per
rispondere a una richiesta popolare chiara, ovvero la fine del neocolonialismo,
il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria ha nominato il
generale Abdourahamane Tchiani capo di stato e capo
provvisorio del governo, venendo immediatamente riconosciuto da decine e decine
di nazioni.
È un percorso di piena e riuscita indipendenza e di sovranità nazionale che
pone fine al neocolonialismo e proietta il Niger a pieno titola nella
costruzione di un nuovo ordine mondiale in cui tutte le nazioni del mondo
prendano parte all’organizzazione del futuro dell’umanità, come ribadito a
margine del convegno di San Pietroburgo dal ministro degli esteri sudafricano,
la professoressa Nalendi Pandor alla televisione russa.
Che cosa scrive invece Molinari: “Per Mosca insediarsi con Wagner in Niger
significherebbe dunque infliggere un vero e proprio scacco all’Occidente,
creando una continuità fra Stati satelliti nel bel mezzo dell’Africa”, poi
ricorda la paura tremebonda di Biden e Macron, loro sì vogliono gli stati
satelliti e schaivetti, per questi sviluppi democratici, che loro bollano come
golpisti, infine la chiusa: “il Mediterraneo allargato costituisce uno
spazio strategico unico per via delle molteplici interconnessioni, dalla lotta
al terrorismo ai migranti fino alla sfida con Mosca e Pechino, che legano a
doppio filo Africa ed Europa.” Così, senza mai rinunciare al suo elmetto,
il direttore de “La Repubblica” conferma che è in atto lo scontro unipolarismo
– multipolarismo e chiama alle armi, come lui sempre fa, con il primo.
Il massimo divertimento però “La Repubblica” lo offre con l’articolo: “Aiuti
militari e cartoni animati, così Prigozhin nutre il sentimento anti-francese in
Africa”, come se un cartone animato cambiasse le sorti di una nazione,
nell’articolo, al fine di condannare la transizione nigerina si legge: “Si è
felicitato anche Aleksandr Dugin, il filosofo nazionalista amato
dalle estreme destre nel mondo”, ecco la silloge e l’ammonimento per i
lettori, se stai con il nuovo governo nigerino sei di “estrema destra”, alla
fine però anche l’articolista si deve arrendere, russi e cinesi sono
“cattivoni”, ma gli africani guarda caso li preferiscono agli imperialisti
occidentali e così in ultima riga scrive sconfortata: “La Russia a molti
appare come il meno peggio”.
Niger:
le deliranti opinioni dal Pd alla Lega - Alberto Negri
Dal Pd alla Lega delirano all’unisono:
davanti al golpe in Niger invocano un intervento americano dove l’Italia ha
almeno 350 militari in un contingente europeo di alcune migliaia di soldati.
Tutta colpa della Wagner? Oppure questo è soprattutto il fallimento di anni
della politica francese ed europea nel Sahel? Non studiano, non sanno nulla e
parlano, parlano...
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