Bisogna assaltare la semantica, la lessicologia, la grammatica!
Se è vero che le parole hanno un significato, ci sono eventi che
necessitano di parole per essere descritti e spesso le parole esistenti non
bastano.
Le parole trasudano non solo di significati, ma anche di simboli ed immaginari.
Dobbiamo utilizzare le parole per occupare i vocabolari e il nostro inconscio
collettivo.
L’onomaturgia, la creazione di neologismi, è spesso un fenomeno sentito e
percepito collettivamente che nasce da un’esigenza o una predisposizione
collettiva nel definire e denominare qualcosa che si insinua nella
quotidianità. Questo è il destino di tutte le lingue che non si dicano “lingue
morte”.
E’ ormai un imperativo categorico dare un nome che identifichi il primo
genocidio mediatico della storia umana che si sta consumando a Gaza. Lo storico
Ilan Pappe coniò l’espressione “genocidio incrementale” per descrivere l’ascesa
del colonialismo israeliano, ma oggi – alla luce dei rapporti (1)(2) di Amnesty
International che testimoniano e descrivono una decennale sistematicità nel
fenomeno coloniale israeliano; e alla luce della matrice ideologica che sta
dietro il massacro della popolazione gazawi (in ordine cronologico:
l’invenzione giuridica della Green Line del 1967, l’ultranazionalismo xenofobo
e religioso del Likud, il disconoscimento totale degli Accordi di Oslo del
1993, il Piano Weitman e la deportazione forzata dei gazawi verso Rafah, i
progetti attuali di espansione del movimento dei coloni israeliani nella già
martoriata Cisgiordania occupata, la volontà odierna di far risorgere
l’insediamento coloniale israeliano di GushKatif a Gaza, i recenti annunci
israeliani e statunitensi che parlano di Gaza come una nuova “riviera turistica
sul Mediterraneo”) – è necessario trovare parole per definire questa immane
ecatombe affinchè le generazioni future, sfogliando un qualsiasi libro di
storia, possano leggere LA PAROLA e immediatamente associarla al dramma di un
popolo che ha dovuto lottare per oltre 100 anni contro il mondo intero.
QUESTE PAROLE SONO
PELECIDA e PELECÌDIO
Su questa idea, innovativa e dirompente, gli scrittori Luca Sciacchitano e
Lorenzo Poli e la scrittrice Silvia Nocera (autori di Multimage La casa
editrice dei diritti umani) chiamano all’azione attivisti per i diritti
umani, per i diritti civili e per la liberazione del popolo palestinese,
affinchè si facciano ambasciatori di pace presso l’Accademia della Crusca, così
che essa possa riconoscere questi neologismi e renderli patrimonio lessicale
della popolazione italiana e di quella mondiale (soggetti quindi ad eventuali
traduzioni: “pelecide” in inglese, “pelecìdio” in spagnolo, “pèlecide” in
francese etc…).
Per accendere questo originale e potente faro sul dramma palestinese basta
recarsi sul sito dell’Accademia della Crusca e compilare il modulo di
segnalazione nuove parole all’indirizzo seguente https://accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/parole-nuove/segnala-nuove-parole scrivendo:
– nella casella “Parola”, i termini “pelecida; pelecìdio”
– nella casella “Fonte”, la seguente bibliografia “Luca Sciacchitano, Pelecidio,
perché è moralmente giusto criticare Israele, Multimage, Firenze 2025 https://www.first-web.it/pelecidio1-50.pdf” (ll link in pdf delle
prime 50 pagine del libro)
– nella casella “Ulteriori informazioni”, le descrizioni dei due potenziali
neologismi
Pelecida:- s. m. e f. e agg. [dall’ebraico “ תשלפ” (Peleshet), Filisteo,
palestinese, abitante nella regione sud-ovest della Palestina, comp. di
Peleshet «palestinese» e -cida «-cida»] (pl. m. -i, ant. -e). – s. m. e f. 1.
Uccisore di palestinesi mosso da motivi etnocentrici e da sentimenti razzisti
anti-arabi. 2.estens. Uccisore di palestinesi contrario e avverso ai
palestinesi e ai loro diritti sul territorio della Palestina, mosso da motivi
etnocentrici, religiosi, razzisti e anti-arabi.
Pelecìdio: s. m. [dall’ebraico “ תשלפ ” (Peleshet), Filisteo, palestinese, abitante
nella regione sud-ovest della Palestina, comp. di Peleshet «palestinese» e
-cìdio «-cìdio»] (pl. m. -i). – s. m. 1. Uccisione di palestinesi derivante da
motivi etno-centrici, religiosi e razzisti 2. estens. Strage, massacro, pulizia
etnica o genocidio sistematico di palestinesi mossi da avversione etnocentrica,
razzista, religiosa, anti-araba e contraria ai loro diritti sul territorio
della Palestina.
L’Accademia della Crusca promette di valutare tutte le parole maggiormente
segnalate, con conseguente dibattito pubblico che ne potrà scaturire
sull’inserirla o meno nel vocabolario. Sarebbe una vittoria non indifferente
anche solo aprire un dibattito pubblico sul termine e sul suo significato.
Le parole creano la realtà. Noi che, con cognizione di causa, creiamo le
parole. Noi che, con cognizione di causa, creiamo la realtà. Se siamo tanti, se
siamo compatti, insieme possiamo!
(1) “L’Apartheid israeliano contro i palestinesi” https://www.amnesty.org/en/wp-content/uploads/2022/02/MDE1551412022ENGLISH.pdf
(2) ‘YouFeel Like You Are Subhuman’: Israel’s Genocide Against Palestinians
in Gaza
https://www.amnesty.org/en/documents/mde15/8668/2024/en/
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