giovedì 20 febbraio 2025

CALL TO ACTION per la PALESTINA. Appello all’Accademia della Crusca

Bisogna assaltare la semantica, la lessicologia, la grammatica!

Se è vero che le parole hanno un significato, ci sono eventi che necessitano di parole per essere descritti e spesso le parole esistenti non bastano.

Le parole trasudano non solo di significati, ma anche di simboli ed immaginari. Dobbiamo utilizzare le parole per occupare i vocabolari e il nostro inconscio collettivo.

L’onomaturgia, la creazione di neologismi, è spesso un fenomeno sentito e percepito collettivamente che nasce da un’esigenza o una predisposizione collettiva nel definire e denominare qualcosa che si insinua nella quotidianità. Questo è il destino di tutte le lingue che non si dicano “lingue morte”.

E’ ormai un imperativo categorico dare un nome che identifichi il primo genocidio mediatico della storia umana che si sta consumando a Gaza. Lo storico Ilan Pappe coniò l’espressione “genocidio incrementale” per descrivere l’ascesa del colonialismo israeliano, ma oggi – alla luce dei rapporti (1)(2) di Amnesty International che testimoniano e descrivono una decennale sistematicità nel fenomeno coloniale israeliano; e alla luce della matrice ideologica che sta dietro il massacro della popolazione gazawi (in ordine cronologico: l’invenzione giuridica della Green Line del 1967, l’ultranazionalismo xenofobo e religioso del Likud, il disconoscimento totale degli Accordi di Oslo del 1993, il Piano Weitman e la deportazione forzata dei gazawi verso Rafah, i progetti attuali di espansione del movimento dei coloni israeliani nella già martoriata Cisgiordania occupata, la volontà odierna di far risorgere l’insediamento coloniale israeliano di GushKatif a Gaza, i recenti annunci israeliani e statunitensi che parlano di Gaza come una nuova “riviera turistica sul Mediterraneo”) – è necessario trovare parole per definire questa immane ecatombe affinchè le generazioni future, sfogliando un qualsiasi libro di storia, possano leggere LA PAROLA e immediatamente associarla al dramma di un popolo che ha dovuto lottare per oltre 100 anni contro il mondo intero.

QUESTE PAROLE SONO
PELECIDA e PELECÌDIO

Su questa idea, innovativa e dirompente, gli scrittori Luca Sciacchitano e Lorenzo Poli e la scrittrice Silvia Nocera (autori di Multimage La casa editrice dei diritti umani) chiamano all’azione attivisti per i diritti umani, per i diritti civili e per la liberazione del popolo palestinese, affinchè si facciano ambasciatori di pace presso l’Accademia della Crusca, così che essa possa riconoscere questi neologismi e renderli patrimonio lessicale della popolazione italiana e di quella mondiale (soggetti quindi ad eventuali traduzioni: “pelecide” in inglese, “pelecìdio” in spagnolo, “pèlecide” in francese etc…).

Per accendere questo originale e potente faro sul dramma palestinese basta recarsi sul sito dell’Accademia della Crusca e compilare il modulo di segnalazione nuove parole all’indirizzo seguente https://accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/parole-nuove/segnala-nuove-parole scrivendo:

– nella casella “Parola”, i termini “pelecida; pelecìdio
– nella casella “Fonte”, la seguente bibliografia “Luca Sciacchitano, Pelecidio, perché è moralmente giusto criticare Israele, Multimage, Firenze 2025 
https://www.first-web.it/pelecidio1-50.pdf” (ll link in pdf delle prime 50 pagine del libro)
– nella casella “Ulteriori informazioni”, le descrizioni dei due potenziali neologismi

Pelecida:- s. m. e f. e agg. [dall’ebraico “ תשלפ” (Peleshet), Filisteo, palestinese, abitante nella regione sud-ovest della Palestina, comp. di Peleshet «palestinese» e -cida «-cida»] (pl. m. -i, ant. -e). – s. m. e f. 1. Uccisore di palestinesi mosso da motivi etnocentrici e da sentimenti razzisti anti-arabi. 2.estens. Uccisore di palestinesi contrario e avverso ai palestinesi e ai loro diritti sul territorio della Palestina, mosso da motivi etnocentrici, religiosi, razzisti e anti-arabi.

Pelecìdio: s. m. [dall’ebraico “ תשלפ ” (Peleshet), Filisteo, palestinese, abitante nella regione sud-ovest della Palestina, comp. di Peleshet «palestinese» e -cìdio «-cìdio»] (pl. m. -i). – s. m. 1. Uccisione di palestinesi derivante da motivi etno-centrici, religiosi e razzisti 2. estens. Strage, massacro, pulizia etnica o genocidio sistematico di palestinesi mossi da avversione etnocentrica, razzista, religiosa, anti-araba e contraria ai loro diritti sul territorio della Palestina.

 

L’Accademia della Crusca promette di valutare tutte le parole maggiormente segnalate, con conseguente dibattito pubblico che ne potrà scaturire sull’inserirla o meno nel vocabolario. Sarebbe una vittoria non indifferente anche solo aprire un dibattito pubblico sul termine e sul suo significato.

Le parole creano la realtà. Noi che, con cognizione di causa, creiamo le parole. Noi che, con cognizione di causa, creiamo la realtà. Se siamo tanti, se siamo compatti, insieme possiamo!

 

(1) “L’Apartheid israeliano contro i palestinesi” https://www.amnesty.org/en/wp-content/uploads/2022/02/MDE1551412022ENGLISH.pdf

(2) ‘YouFeel Like You Are Subhuman’: Israel’s Genocide Against Palestinians in Gaza
https://www.amnesty.org/en/documents/mde15/8668/2024/en/

da qui

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