mercoledì 19 febbraio 2025

Come risponderebbe Israele se Trump chiedesse Campi di Sterminio a Gaza? - Gideon Levy

 Da qui in poi, qualsiasi cosa Trump approvi diventerà il punto di riferimento di Israele.

E se il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump suggerisse di allestire Campi di Sterminio per gli abitanti della Striscia di Gaza? Cosa succederebbe allora? Israele risponderebbe esattamente come ha fatto alle sue idee di trasferimento, con estasi a destra e indifferenza nel campo centrista.

Yair Lapid annuncerebbe che andrebbe a Washington per presentare un “Piano complementare”, come si è offerto di fare per quanto riguarda il Piano di trasferimento. Benny Gantz direbbe che il Piano mostra “pensiero creativo, è originale e interessante”. Bezalel Smotrich, con la sua mentalità messianica, direbbe: “Dio ha fatto meraviglie per noi e noi gioiamo”. Benjamin Netanyahu salirebbe nei sondaggi di opinione pubblica.

La questione non è più ipotetica. Trump non suggerirà esplicitamente Campi di Sterminio, ma ha già acconsentito al fatto che Israele continui una guerra che non è una guerra ma piuttosto un barbaro assalto a una landa di terra desolata. Da lì, la strada per l’annientamento è breve e Israele non batterà ciglio. Trump l’ha approvato. Dopotutto, nessuno in Israele si è mosso per dire al Presidente degli Stati Uniti “grazie per le tue idee, ma Israele non sosterrà mai l’espulsione dei palestinesi della Striscia di Gaza”.

Quindi, perché essere sicuri che se Trump avesse suggerito di annientare chiunque si rifiutasse di evacuare Gaza, Israele non avrebbe collaborato con lui? Proprio come Trump ha esposto il sentimento di trasferimento che batte nel cuore di quasi ogni israeliano, mirato a risolvere il problema “una volta per tutte”, potrebbe ancora esporre un elemento più oscuro, il sentimento di “o noi o loro”.

Non è una coincidenza che un losco personaggio come Trump sia diventato una guida per Israele. È esattamente ciò che volevamo e sognavamo: un insabbiatore di Crimini. Potrebbe benissimo rivelarsi il Presidente americano che ha causato il danno maggiore mai inflitto a Israele. Ci sono stati presidenti che erano avari con gli aiuti, altri che erano severi con Israele, che addirittura lo minacciavano. Non c’è mai stato un Presidente che si sia prefissato di distruggere le ultime vestigia della moralità di Israele. Da qui in poi, qualsiasi cosa Trump approvi diventerà il punto di riferimento di Israele.

Trump sta ora spingendo Israele a riprendere i suoi attacchi sulla Striscia di Gaza, stabilendo condizioni impossibili per Hamas: tutti gli ostaggi devono essere restituiti prima di sabato a mezzogiorno, non un minuto dopo, come fa la mafia. E se solo tre ostaggi vengono restituiti, come concordato? Le porte dell’inferno si apriranno.

Non si apriranno solo a Gaza, che è già stata trasformata in un inferno. Si apriranno anche in Israele. Israele si scatenerà. Trump ha dato il suo permesso. Ma un giorno Trump se ne andrà. Potrebbe perdere interesse prima di allora, e Israele si ritroverà con il danno che ha causato, un danno inflitto da uno Stato Criminale e appestato.

Nessuna diplomazia pubblica o amici saranno in grado di salvarlo se seguirà la strada del suo nuovo oracolo etico. Nessuna accusa di antisemitismo metterà a tacere lo shock del mondo se Israele intraprenderà un altro ciclo di combattimenti nell’enclave.

Non si può sopravvalutare l’intensità del danno. La ripresa degli attacchi a Gaza, con il permesso e sotto l’autorità dell’amministrazione americana, deve essere bloccata in Israele. Insieme alla disperata campagna per la restituzione degli ostaggi, deve iniziare una nuova campagna, contro Trump e le sue idee malsane.

Tuttavia, non solo non c’è nessuno che possa guidare una tale campagna, non c’è nemmeno nessuno che possa avviarla. Le uniche battaglie che si stanno combattendo qui ora, per gli ostaggi e per la rimozione di Netanyahu, sono importanti, ma non possono rimanere le uniche.

La ripresa della “guerra” è il più grande disastro che ci troviamo di fronte, annunciando un Genocidio, senza più discussioni sulle definizioni. Dopo tutto, come sarebbe una “guerra” ora, se non un assalto a decine di migliaia di rifugiati che non hanno più nulla? Cosa significherebbe l’interruzione degli aiuti umanitari, del carburante, delle medicine e dell’acqua se non un Genocidio? Potremmo scoprire che i primi 16 mesi di guerra sono stati solo un inizio, le prime 50.000 morti solo un preludio.

Chiedete a quasi tutti gli israeliani e vi diranno che Trump è un amico di Israele, ma in realtà Trump è il nemico più pericoloso di Israele ora. Hamas e Hezbollah non riusciranno mai a distruggere Israele come lui.

 

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

 

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