Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di "invasori" e "invasi". Nessuna condanna, nessuna sanzione.
Mentre l’Europa si erge a paladina della legalità internazionale, condannando l’aggressione russa all’Ucraina e imponendo sanzioni durissime a Mosca, in un’altra parte del mondo una tragedia simile si consuma nel silenzio assordante delle istituzioni europee. Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di "invasori" e "invasi". Nessuna condanna, nessuna sanzione. Anzi, la Commissione Europea fa affari proprio con l’aggressore.
Il grande saccheggio del Congo
La Repubblica Democratica del Congo possiede immense risorse minerarie, in
particolare cobalto, coltan e altre terre rare, materiali essenziali per la
transizione tecnologica e digitale dell’Europa. Ma questi beni vengono
sottratti con la violenza dalle milizie dell’M23, un gruppo armato sostenuto
dal Ruanda, che da anni destabilizza l’est del Paese con massacri e sfollamenti
di massa. In questa guerra, nei suoi retroscena geopolitici, c’è un interesse
economico preciso: il Ruanda, privo di risorse minerarie proprie, si è
trasformato in un hub per l’estrazione e la commercializzazione di terre rare,
che in realtà provengono dal saccheggio del Congo.
E la Commissione Europea? Invece di denunciare questa razzia, ha
siglato accordi economici con il Ruanda per garantirsi una fornitura
stabile di materie prime strategiche, aggirando così la dipendenza dalla Cina,
nazione che detiene il primato mondiale per le terre rare. In pratica,
Bruxelles ha scelto di chiudere un occhio sullo sfruttamento e sulla violenza,
trasformando un’aggressione militare in un'opportunità di business.
Due pesi, due misure
Il contrasto con il caso ucraino è evidente. Contro la Russia, l’UE ha
reagito con sanzioni senza precedenti, isolando economicamente Mosca e fornendo
massiccio sostegno a Kiev. Nel caso del Congo, invece, la Commissione non solo
evita di sanzionare il Ruanda, ma lo premia con contratti vantaggiosi.
L’integrità territoriale, la sovranità e la giustizia internazionale, valori
che in Europa si difendono a parole, diventano irrilevanti quando a soffrire
sono i congolesi e non gli europei.
Non si tratta di ignoranza o distrazione. È una scelta consapevole, cinica
e calcolata: il benessere e la crescita tecnologica dell’Europa valgono più
della vita dei congolesi. Dietro le batterie dei nostri smartphone e i
componenti delle auto elettriche, c’è il sangue di un popolo che muore sotto le
raffiche di milizie armate per garantire i nostri consumi.
L’Europa deve scegliere da che parte stare
L’Unione Europea non può continuare a giocare su due tavoli: difensore
della giustizia quando conviene, complice silenziosa quando ci sono in ballo
profitti strategici. Se davvero Bruxelles crede nei principi che proclama, deve
interrompere immediatamente gli accordi con il Ruanda, imporre sanzioni a chi
finanzia la guerra contro il Congo e sostenere il popolo congolese nella difesa
della propria sovranità.
L’alternativa è l’ipocrisia totale: condannare le guerre quando colpiscono
l’Europa e sfruttarle quando servono agli interessi economici. Ma questa
ipocrisia ha un prezzo, e a pagarlo oggi sono i congolesi. Domani, potrebbe
essere la credibilità stessa dell’Europa se la Commissione Europea non condanna
già da subito il governo del Ruanda e se non interrompe ogni accordo
commerciale.
Chiediamo al Parlamento Europeo di agire subito con una netta risoluzione
di embargo verso il Ruanda fino a che non viene riportata la pace in
Congo.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha siglato accordi con il
Presidente del Ruanda, Paul Kagame.
Va sottolineato che un rapporto pubblicato dall’Alto Commissariato delle
Nazioni Unite sui diritti umani portò alla luce i tanti abusi e i massacri
compiuti dalle truppe ruandesi contro i cittadini congolesi nel decennio
compreso tra il 1993-2003 (UNHR, 2010). Questo si legge sull'Osservatorio
Strategico 2021 n.IV, a pagina 21.
Chiediamo che il parlamento italiano prenda l'iniziativa per isolare
diplomaticamente, militarmente e commercialmente il governo del Ruanda.
Note: In Sudafrica canti e balli a sostegno esercito
RD Congo contro Ruanda
Pretoria, 4 feb. (askanews) - Tra canti e balli, la comunità della Repubblica
Democratica del Congo in Sudafrica si è riunita a Pretoria per dare sostegno
alle FARDC, le forze armate congolesi, nel conflitto in corso nella provincia
del Nord Kivu, Est del Paese. "Kagame assassino", è il grido dei
manifestanti diretto contro il presidente ruandese, mentre su uno striscione si
legge "Sanzioni per il Ruanda".
https://stream24.ilsole24ore.com/video/mondo/in-sudafrica-canti-e-balli-sostegno-esercito-rd-congo-contro-ruanda/AGFgNaiC
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