quando
c’erano i comunisti l’Italia era un paese migliore di adesso, tutti lo sanno, a
parte i fascisti.
il
libro di Viola Ardone, che racconta un
fatto del dopoguerra. lo dimostra.
dall’Italia
del sud molti bambini poveri e poverissimi furono ospitati da molte famiglie
dell’Emilia Romagna, che gli fecero dimenticare per un’estate la povertà e le
difficoltà della vita.
il
protagonista del libro è Amerigo, un bambino napoletano che sale sul treno, ma
è una storia collettiva, una storia d’amore e di solidarietà, di donne e
bambini.
un
libro che riesce a commuovere e a far pensare, almeno così è successo a me.
…Diviso in due parti, di cui la seconda,
pur necessaria, forse più debole della prima, il romanzo sa coniugare bene
passato e futuro, universale e particolare, ambivalenze che ben riprendono
l’anima divisa in due di un bambino “costretto a scegliere” tra l’affetto rude
di una madre lontana e quello più caloroso della famiglia che lo accoglie al
nord.
La prima parte è più un documento di storia
italiana romanzata, ma che sa come funzionare al meglio scegliendo un tono mai
sdolcinato. La seconda parte, quando il narratore (Amerigo, il bambino) è
maturo e professionalmente realizzato, è invece più un’opera (parallela) di
sottile indagine psicologica, che calca la mano su sentimenti forti intorno
alle due famiglie, quella di ieri e quella di domani, quella originaria e
quella d’adozione, quella vera e quella acquisita.
Insomma, Il treno dei bambini è un libro importante,
scritto con quella maestria che sa come non farsi pesare alla lettura,
raccontando una storia di ladruncoli di mele e di affetto che ci prende al
cuore, ce lo stringe e non ce lo restituisce più…
…Viola
Ardone ha creato in poche pagine, che si leggono in un soffio, un piccolo capolavoro, uno spaccato d'Italia visto con gli occhi di un
bimbo di appena sette anni ma che sembra avere alle spalle già una vita intera.
E con una lettura un poco più attenta non è difficile cogliere sfumature molto
interessanti, come i simboli che accompagnano tutto il racconto. Il gioco delle scarpe che fa Amerigo, dando un punteggio a
seconda del loro stato, è una vera e propria analisi sociologica ed economica;
o ancora la piccola mela annurca che mamma Antonietta lascia al figlio come
ultimo e unico dono prima di partire, tanto bella e perfetta che il bambino non
avrà mai il coraggio di mangiarla lasciandola marcire sulla scrivania, è il
simbolo di quell'amore materno mai del tutto concretizzato e lasciato lì a
guastarsi.
Il tutto è raccontato proprio come lo farebbe un
bambino, con leggerezza e stupore continui, rendendo in questo modo il racconto
più intenso e intimo.
…Il treno dei
bambini è un romanzo che scorre veloce sotto gli occhi del
lettore. È finito e non te ne sei nemmeno accorto di quante cose belle hai
letto. A posteriori ci pensi a quanto è vero tutto quello che
è stato raccontato. A quanto, l’eco di quelle memorie apparentemente lontane,
riecheggi ancora nella vita di tutti i giorni. Chi tra di voi è napoletano può
capirlo ancora meglio, perché riconoscerà i termini dialettali, le ninna nanne,
le strade e i vicoli.
Il treno dei
bambini è un
romanzo sensibile, è un
romanzo vero. Dovremmo tutti ringraziare Viola Ardone per averci raccontato
questa storia che, seppur frutto della fantasia, è più vera di molte realtà.
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