Ingiustamente accusato di antisemitismo
“Tracciare un confronto tra la politica israeliana contemporanea e quella
dei nazisti” è antisemitismo? Moshé Machover – recentemente reintegrato
nel partito laburista – ha scritto questa testimonianza in favore di Tony
Greenstein
Questa testimonianza è indirizzata al Comitato Costituzionale Nazionale del
Partito Laburista in occasione dell’audizione richiesta per chiarire le accuse
di “antisemitismo” fatte contro Tony Greenstein da una o più persone
sconosciute.
Sono un cittadino dissidente israeliano nato in Palestina nel 1936. Vivo a
Londra dal 1968 e sono cittadino britannico naturalizzato. Sono un membro del
partito laburista, sezione di Queen’s Park (circoscrizione di Hampstead e
Kilburn).
Conosco Tony Greenstein da oltre 40 anni come un convinto socialista,
attivo in difesa dei diritti dei lavoratori, in particolare dei disoccupati, e
contro ogni forma di razzismo, compreso l’antisemitismo. In linea con questo è
un oppositore intransigente del progetto sionista di colonizzazione e del
regime sionista di Israele che lo rende uno stato di colonizzazione di
insediamento (ndt. Il colonialismo di insediamento è una forma di
colonialismo che cerca di sostituire la popolazione originaria del territorio
colonizzato con una nuova società di coloni). Ha dedicato molti studi e
ricerche approfondite alla storia del sionismo e alla dialettica della sua
relazione complessa e paradossale con l’antisemitismo. Avendo anche fatto molte
letture sull’argomento ritengo che le sue affermazioni su di esso siano ben
radicate.
Con quanto segue affronterò tre questioni correlate. Per prima cosa
prenderò in esame la natura del sionismo, poi la commistione tra opposizione al
sionismo e antisemitismo. Infine, decostruirò la deliberata errata definizione
di “antisemitismo” e la sua militarizzazione come mezzo per attaccare i critici
di sinistra di Israele.
Cos’è il sionismo?
Il sionismo è un movimento politico che combina un’ideologia e un progetto.
Sebbene – come la maggior parte dei movimenti politici – comprenda una
diversità di correnti e sfumature di opinione, tutte hanno un nucleo comune.
Il nucleo dell’ideologia sionista è la convinzione che gli ebrei di tutti i
paesi costituiscano un’unica entità nazionale invece di una semplice
denominazione religiosa; e che questa entità nazionale ha il diritto
all’autodeterminazione, diritto da esercitare con la rivendicazione della sua
patria storica (o donata da Dio) – la Palestina pre-1948 (Eretz Yisrael, la
terra di Israele).
Qui, ad esempio, troviamo una formulazione autorevole:
Il sionismo è il movimento di risveglio nazionale degli ebrei.
Sostiene che gli ebrei sono un popolo e quindi hanno il diritto
all’autodeterminazione nella propria casa nazionale. Mira a garantire e
sostenere una casa nazionale legalmente riconosciuta per gli ebrei nella loro
patria storica e ad avviare e stimolare una rinascita della vita, della cultura
e della lingua nazionale ebraica. (1)
Tuttavia, questa affermazione fa sorgere un paio di domande. La totalità
degli ebrei costituisce una nazione nel moderno senso secolare a cui è
applicabile il diritto all’autodeterminazione nazionale? Questo è nel migliore
dei casi estremamente discutibile, ed è stato in realtà negato da molti ebrei,
che affermano con convinzione che l’identità ebraica non è nazionale, ma basata
principalmente sulla religione.
Così, quando Lucien Wolf – illustre giornalista e membro principale del
comitato straniero congiunto degli ebrei britannici – si trovò di fronte allo
sforzo di Chaim Weizmann di ottenere quella che sarebbe stata conosciuta come
la Dichiarazione di Balfour, scrisse una lettera preoccupata a James de
Rothschild, datata 31 agosto 1916:
Caro signor James de Rothschild
Alla fine della nostra conferenza con il dott. Weizmann, mi ha chiesto di
scriverle una lettera per presentarle il mio punto di vista.
….
Ho riflettuto molto attentamente sulle varie dichiarazioni fatte dal dott.
Weizmann e, con la migliore volontà del mondo, temo di dover dire che ci sono
differenze vitali e inconciliabili tra principi e metodo.
La questione di principio è sollevata dall’affermazione del dottor Weizmann
di una nazionalità ebraica. L’asserzione deve essere letta alla luce del saggio
autorevole su “Sionismo e futuro ebraico”, recentemente pubblicato dal sig.
Sacher, in particolare di quelli scritti dallo stesso dott. Weizmann e dal
dott. Gaster. Capisco da questi saggi che i sionisti non si limitano a proporre
di formare e stabilire una nazionalità ebraica in Palestina, ma che pretendono
che tutti gli ebrei formino al momento una nazionalità separata e diseredata,
per la quale è necessario trovare un organico centro politico, perché sono e
devono essere sempre alieni nelle terre in cui ora dimorano (Weizmann, p.6), e,
soprattutto, perché è “un’assoluta autoillusione” credere che ogni ebreo possa
essere allo stesso tempo “inglese per nazionalità ed ebreo per fede”(Gaster,
pp.92, 93).
Ho passato la maggior parte della mia vita a combattere queste stesse
dottrine quando mi sono state presentate sotto forma di antisemitismo, e posso
considerarle più pericolose quando mi vengono proposte sotto le sembianze
del sionismo. Costituiscono una capitolazione ai nostri nemici che non ha
assolutamente giustificazione nella storia, nell’etnologia o nei fatti della
vita quotidiana, e se fossero ammesse dal popolo ebraico nel suo insieme il
risultato sarebbe solo la terribile situazione dei nostri correligionari in
Russia e in Romania che diventerebbe il destino comune degli ebrei in tutto il
mondo. (2)
E il 24 maggio 1917, mentre i negoziati che avrebbero portato alla
Dichiarazione Balfour erano in una fase avanzata, Alexander e Claude Montefiore
– presidenti rispettivamente del Board of Deputies of British Jews e
dell’Associazione anglo-ebraica – scrissero una lettera a The Times in
nome del Comitato Congiunto di questi due organismi che protestavano contro gli
errori e i pericoli del sionismo politico. Dopo aver dichiarato la loro
adesione alla posizione di Lucien Wolf, gli scriventi continuano nel dire che
le teorie del sionismo politico minano le basi religiose dell’ebraismo, a cui
l’unica alternativa sarebbe
una nazionalità ebraica secolarizzata, assunta su qualche principio
libero e oscuro di razza e di peculiarità etnografica. Ma questa non sarebbe
ebraica in alcun senso spirituale e il suo insediamento in Palestina sarebbe
una negazione di tutti gli ideali e speranze che consentono la sopravvivenza
della vita ebraica in quel paese sostenuta dalla coscienza e dalla
simpatia ebraica. Per questi motivi, il Comitato Congiunto del Board of
Deputies of British Jews e l’Associazione anglo-ebraica deprecano seriamente le
proposte nazionali dei sionisti.
La seconda parte del programma sionista che ha suscitato i dubbi del
Comitato Congiunto è la proposta di investire i coloni ebrei [in Palestina] di
alcuni diritti speciali in più rispetto a quelli goduti dal resto della
popolazione …
In tutti i paesi in cui gli ebrei vivono il principio di uguali diritti per
tutte le confessioni religiose è per loro vitale. Se dovessero dare l’esempio
in Palestina di ignorare questo principio sarebbe chiaro il farlo per motivi
puramente egoistici. Nei paesi in cui stanno ancora lottando per la parità di
diritti si ritroverebbero irrimediabilmente compromessi … La proposta è la più
inammissibile perché gli ebrei sono, e probabilmente rimarranno a lungo, una
minoranza della popolazione della Palestina e potrebbero essere coinvolti in lotte
più aspre con i loro vicini di altre razze e religioni che ritarderebbero
gravemente i progressi compiuti e avrebbero echi deplorevoli in Oriente.
La visione – evidentemente sostenuta da questi leader della comunità
ebraica britannica – che l’ebraicità è basata sulla religione piuttosto che su
una categoria nazionale poggia su fatti fondamentali. In effetti, l’unico
attributo condiviso dagli ebrei di tutto il mondo è la religione, l’ebraismo,
praticata da loro o dai loro padri. Inoltre una condizione necessaria e
sufficiente perché un non ebreo diventi ebreo è quella di una conversione
religiosa: giyyur. Così gli ebrei possono appartenere a diverse nazioni: un
ebreo può essere francese, americano, italiano, scozzese, ecc. Ma l’ebraismo
esclude altre affiliazioni religiose: un ebreo non può essere musulmano, indù o
cattolico.
Un’altra fatale debolezza delle giustificazioni del sionismo come
attuazione di un presunto diritto all’autodeterminazione nazionale ebraica è
che, qualunque gruppo di persone possa applicare il diritto
all’autodeterminazione nazionale, ciò non le autorizza a individuare e
scegliere a piacimento il territorio su cui possono esercitare tale diritto.
Le dichiarazioni che i presunti lontani antenati del gruppo vivevano nel
territorio ambito molti secoli fa o che gli era stato promesso da una divinità
nella cui esistenza molti di loro credevano o che avrebbero desiderato a lungo
possederlo, semplicemente non bastano. Il diritto all’autodeterminazione
certamente non autorizza alcun gruppo a colonizzare un territorio da lungo
tempo abitato da altre persone.
Ma il fatto chiave del progetto sionista è precisamente che si tratta di un
progetto di colonizzazione della Palestina – una terra abitata; ed è proprio
questo fatto essenziale che è convenientemente omesso dalla definizione di
sionismo offerta dai suoi attuali propagandisti. Evitano la parola
“colonizzazione” come la proverbiale pestilenza; è diventata troppo
compromettente.
I primi leader e ideologi sionisti non avevano problemi. Così, per esempio,
Vladimir Jabotinsky (1880-1940) – progenitore politico e spirituale di cinque
primi ministri israeliani, tra cui Benjamin Netanyahu (3) – nel suo
articolo “Il muro di ferro” (1923), ha usato il termine “colonizzazione”
ripetutamente e inconsapevolmente per descrivere il progetto sionista:
Ogni popolazione autoctona nel mondo resiste ai coloni finché ha la minima
speranza di potersi liberare del pericolo di essere colonizzata. Questo è ciò
che gli arabi in Palestina stanno facendo e quello che continueranno a fare
finché rimarrà un barlume di speranza di impedire la trasformazione della
“Palestina” nella “Terra di Israele” …
La colonizzazione può avere un solo scopo e gli arabi palestinesi non
possono accettare questo scopo. Sta nella natura stessa delle cose e a questo
particolare riguardo la natura non può essere cambiata …
La colonizzazione sionista deve fermarsi o procedere indipendentemente
dalla popolazione autoctona. Il che significa che può procedere e svilupparsi
solo sotto la protezione di una potenza [cioè, la Gran Bretagna ] indipendente
dalla popolazione autoctona – dietro un muro di ferro che la popolazione
autoctona non può violare. (4)
Molti anni dopo lo storico sionista Yigal Elam scrisse:
Il sionismo non poteva fare appello al principio di autodeterminazione e
fare affidamento su questo in Palestina. Questo principio ha funzionato
effettivamente contro di esso e in favore del movimento nazionale arabo locale
…
Sotto il profilo di teoria nazionale il sionismo ha avuto bisogno di una
narrativa che era incompatibile con i concetti di teoria nazionale accettati …
[Essa] ha avuto bisogno di una concezione molto più ampia rispetto a quella
riduttiva. In quest’altra concezione … referendum dei mondi degli ebrei hanno
sostituito referendum della popolazione della Palestina. (5)
La fusione con l’antisemitismo
Come abbiamo visto il sionismo è un progetto politico-ideologico. Lo Stato
di Israele – un prodotto del progetto sionista nonché uno strumento per la sua
continuazione ed estensione – è, come ogni stato, un’entità politica.
Israele tiene sotto occupazione militare da oltre 50 anni la
Cisgiordania e la Striscia di Gaza assediata e sta esercitando una dura
oppressione su milioni di arabi palestinesi, che non hanno diritti civili o
nazionali. Ha rubato avidamente la loro terra colonizzandola con insediamenti
illegali esclusivamente ebraici. Israele può in questo non essere peggiore
rispetto ad altri stati che hanno governato altre nazioni e colonizzato
le loro terre – ad esempio, la Gran Bretagna nelle sue ex colonie, come il
Kenya. (6) Ma Israele non è migliore degli altri stati colonizzatori, né
esiste alcuna ragione per aspettarsi che sarà migliore: la colonizzazione ha
una sua logica e generalmente implica oppressione razzista e occasionali
atrocità giustificate dal “bisogno di mantenere l’ordine tra i nativi”. Il
razzismo ufficiale israeliano, ispirato e fomentato, è ormai ampiamente
conosciuto e condannato. (7)
L’opposizione al sionismo, al regime e alle politiche coloniali di Israele
è quindi una posizione politica legittima. Diventa illegittima solo se è motivata
o accompagnata da scopi o argomenti illegittimi: ad esempio, prodotta da
odio generalizzato o pregiudiziale nei confronti degli ebrei in quanto ebrei.
Ma tali motivi o argomenti illegittimi devono essere provati prima di accusare
di “antisemitismo” un oppositore del sionismo e del regime di Israele; non
possono semplicemente essere assunti o dati per scontati. In assenza di prove,
accuse o insinuazioni che discorso anti-sionista e opposizione al regime
israeliano siano di per sé “antisemiti” è una deprecabile calunnia.
Tuttavia questo tipo di calunnia è stata spesso fatta maliziosamente e
ultimamente è spesso diretta contro persone di sinistra, inclusi membri del
partito laburista. Sono stato infangato in questo modo da alcuni funzionari del
partito – cosa di cui devono ancora scusarsi. E molti altri, tra cui Tony
Greenstein, sono vittime di simili diffamazioni.
Gli ebrei nella diaspora, incluso in questo paese, sono profondamente
divisi nel loro atteggiamento verso il sionismo e Israele. Molti hanno fatto
dell’appartenenza a Israele parte della loro identità ebraica, come supplemento
– e in alcuni casi come surrogato – alla loro religione, l’ebraismo. Sostengono
Israele “giusto o sbagliato” e tendono a ritenere che l’ostilità al sionismo
debba essere motivata da antisemitismo.
Ma un numero crescente di ebrei ha un atteggiamento molto diverso: è
profondamente offeso dalle azioni di uno stato che afferma di essere lo
‘stato-nazione del popolo ebraico’ e professa di rappresentare tutti gli ebrei
e di agire per loro conto. Essi detestano l’implicazione di essere, in quanto
ebrei, complici dei crimini di Israele. Gli oppositori ebrei del sionismo
includono molti ebrei laici, così come la comunità ultra-ortodossa (Haredi), la
cui ostilità di lunga data e profondamente radicata nei confronti del sionismo
si basa sulla loro fede religiosa. (8)
L’opposizione al sionismo è aumentata tra gli ebrei più giovani,
specialmente quelli di sinistra, compreso il partito laburista. Questa è
l’impressione che mi sono fatto attraverso intensi contatti ed è stata
effettivamente confermata da avvenimenti e atmosfera generale alla conferenza
del partito nel settembre 2017. Questa tendenza non si riflette pienamente nei
vari sondaggi e ricerche che pretendono di mostrare grande sostegno ebraico a
Israele. Il motivo è che questi sondaggi soffrono di un pregiudizio statistico
intrinseco. Dal momento che non esiste un database che comprendi tutti gli
ebrei che vivono in Gran Bretagna ai campioni utilizzati dai sondaggi mancano
il gran numero di persone di origine ebraica che non sono affiliate a nessuna
sinagoga o altra organizzazione ebraica ufficiale o semi-ufficiale. E sono
proprio quelli non inclusi nello spazio campione che tendono ad essere meno
inclini al sionismo e all’attaccamento ad Israele.
Deliberata errata definizione
L’opposizione ebraica alla colonizzazione israeliana della terra
palestinese e l’oppressione del popolo palestinese fanno parte di una crescente
tendenza dell’opinione pubblica progressista in tutto il mondo. Ciò si riflette
nella rapida crescita della campagna mondiale di boicottaggio, disinvestimento
e sanzioni (BDS) che ha l’obiettivo di esercitare pressioni economiche e
politiche su Israele perché ponga fine alle sue violazioni del diritto
internazionale.
Di fronte a questo grave danno alla sua immagine, il governo israeliano ha
preso provvedimenti per attaccare e screditare i suoi critici con una varietà
di mezzi, leciti e non. Le operazioni in tutto il mondo con questo oggetto sono
orchestrate dal Ministero degli Affari strategici. Dal 2015 questo ministero è
guidato dal membro del gabinetto Gilad Erdan, che è anche ministro della
Sicurezza interna e dell’Informazione. Lo stesso Erdan ha dichiarato che i suoi
“risultati dovrebbero essere mantenuti segreti”. (9)
The Guardian, riferendo sul suo incontro segreto a Londra nel settembre
2017 con la ministra caduta in disgrazia Priti Patel del partito conservatore
(al suo ritorno da una “vacanza” in Israele) , commenta:
Il ministero di Erdan è stato invitato nel 2015 a “guidare, coordinare e
integrare le attività di tutti i ministri, del governo e delle entità civili in
Israele e all’estero in tema di lotta contro i tentativi di delegittimazione di
Israele e di movimento di boicottaggio” … Erdan è stato incaricato di compiere
sforzi su vasta scala per colpire individui e organizzazioni straniere … [con]
personale reclutato dall’agenzia di intelligence all’estero del Mossad,
dall’agenzia di intelligence interna dello Shin Bet e dalla direzione
dell’intelligence militare. (10)
Una delle armi principali in questi “sforzi per colpire individui e organizzazioni
straniere” che criticano Israele, specialmente quelli che sostengono il BDS, è
accusarli di “antisemitismo”. In questa campagna gli agenti di Erdan in paesi
stranieri sfruttano le lobby pro-Israele locali. Una dimostrazione di come un
tale agente in incognito, Shai Masot, abbia lavorato in questo paese e dei suoi
tentativi di interferire nel Partito Laburista è stata fornita nel gennaio 2017
da Al Jazeera in un’avvincente serie televisiva in quattro parti, The lobby.
(11)
Poiché gli accusatori di Tony Greenstein sono nascosti dietro un velo di
anonimato è impossibile accertare se, o fino a che punto, i loro sforzi (che
hanno comportato formidabili ricerche per trovare materiale
“incriminante”) hanno ricevuto aiuto, incoraggiamento e guida dagli agenti di
Erdan. Ma alla luce delle rivelazioni di Al Jazeera – che includevano esempi di
false accuse di “antisemitismo” – questa supposizione non può essere del tutto
esclusa. Per dissipare sospetti di questo tipo, l’identità degli accusatori
deve essere resa nota e devono essere sottoposti a un controinterrogatorio,
come richiesto dal diritto naturale.
Un’arma regolarmente utilizzata nelle false accuse di “antisemitismo” è
l’insieme di 11 esempi esplicativi acclusi alla cosiddetta definizione
operativa di antisemitismo proposta da un gruppo statunitense che si definisce
“International Holocaust Remembrance Alliance” (IHRA ). Per quanto a mia
conoscenza, il Partito Laburista non ha adottato gli esempi esplicativi, ma
solo la definizione stessa:
L’antisemitismo è una data percezione degli ebrei che può essere espressa
come odio nei confronti degli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche di
antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e / o le loro
proprietà, verso istituzioni della comunità ebraica e strutture religiose.
Tuttavia le accuse rivolte a Tony Greenstein citano gli esempi esplicativi
e ne fanno ampio uso. Mentre la definizione stessa è a mio avviso
insoddisfacente, gli esempi sono profondamente problematici. La maggior parte
di essi non si preoccupa degli ebrei in quanto tali, ma di Israele, e sono
intenzionalmente concepiti per proteggere Israele da solide critiche e
confondere l’ostilità verso il suo regime sionista con “antisemitismo”.
Questi esempi sono stati duramente criticati da autorevoli autorità legali:
Hugh Tomlinson, avvocato della Corona, (12) e il giudice della Corte d’appello
in pensione Sir Stephen Sedley. (13)
Si prega di consultare questi autorevoli pareri e di notare il loro
avvertimento che l’applicazione degli esempi potrebbe essere in conflitto con
il diritto alla libertà di parola. Qui illustrerò l’assurdità degli esempi
esaminandone due.
L’esempio 7 di presunto antisemitismo aggiunto alla definizione dell’IHRA
è: “Negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione: ad esempio,
sostenendo che l’esistenza di uno stato di Israele è uno sforzo razzista [sic!]”.
Ora, come ha sottolineato Sir Stephen Sedley, ciò pone diverse domande.
Lasciate che lo spieghi.
Qual è la relazione tra la prima e la seconda parte di questo esempio? In
che modo l’esempio dell’istruzione ha qualche connessione con la prima parte? È
chiaramente possibile affermare che esista un popolo ebraico e che ha il
diritto all’autodeterminazione, ma allo stesso tempo credere che la sua
presunta attuazione nello Stato di Israele sia uno sforzo razzista.
·
La totalità degli ebrei nel mondo costituisce una nazione distinta, alla
quale si applicherebbe il diritto all’autodeterminazione? Come ho mostrato
sopra, è perfettamente legittimo affermare che l’ebraicità non è una categoria
nazionale ma una categoria religiosa. E questo è stato effettivamente sostenuto
da eminenti leader ebrei. Ma il diritto politico all’autodeterminazione
internazionalmente riconosciuto si applica alle nazioni, non alle religioni.
·
La comunità ebraica in questo paese fa parte di una minoranza nazionale non
britannica autorizzata a chiedere l’autodeterminazione in un altro paese?
·
Un gruppo che si presume abbia il diritto all’autodeterminazione ha quindi
il diritto di colonizzare un territorio abitato da altre persone e spostare
questi abitanti indigeni? Sicuramente no! Ma il progetto sionista fin dal suo
inizio, più di 100 anni fa, si è arrogato un tale “diritto”.
·
Può uno sforzo di colonizzazione – come il sionismo è e ha apertamente
dichiarato di essere agli inizi – evitare di essere razzista nei confronti
degli indigeni del territorio colonizzato? Non conosco esempi di colonizzazione
non razzista; e lo stato coloniale israeliano si conforma decisamente alla
regola generale.
L’esempio 10 di presunto antisemitismo accluso alla definizione dell’IHRA
è: “Tracciare un confronto tra la politica israeliana contemporanea e quella
dei nazisti”.
Ora, confronti di questo genere sono stati fatti da studiosi israeliani.
Come esempi recenti, lasciatemi fare riferimento a due articoli del professor
Daniel Blatman, storico dell’olocausto e del genocidio all’Università ebraica
di Gerusalemme (14) e ad un rapporto su una dichiarazione fatta dal professor
Ofer Cassif, che insegna politica e governo all’Università ebraica di
Gerusalemme. (15)
Ma ripensiamo a quell’esempio 10. Mi si conceda per un momento che
paragonare la politica israeliana contemporanea a quella dei nazisti sia un
insulto ingiustificato. Ma insulto contro cosa o chi? Nel peggiore dei casi,
potrebbe essere un insulto contro uno stato, Israele; e come tale potrebbe
sconvolgere i sostenitori di quello stato e quelli che ancora ci credono. Ma
come può essere un insulto contro gli ebrei, e quindi “antisemita”? Bene,
l’unico modo che potrebbe portare a una tale interpretazione è quello di
ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello stato
di Israele.
Orbene, l’esempio 11 di antisemitismo accluso alla definizione dell’IHRA
recita: “Ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni
dello stato di Israele”.
Ciò è evidentemente corretto: è in effetti chiaramente antisemitico
ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni di Israele.
Ma se accettiamo che l’esempio 11 sia davvero un vero esempio di antisemitismo,
come è chiaramente, allora l’affermazione che l’esempio 10 è un vero esempio di
antisemitismo è di per sé un’asserzione antisemita!
Quindi l’insieme di 11 esempi presi insieme è auto-contraddittorio e
auto-incriminante. Dovrebbero essere scartati; e sicuramente non avrebbero
dovuto mai essere usati così vergognosamente per diffamare Tony Greenstein – un
veterano che fa campagne contro ogni razzismo.
trad. Invictapalestina.org
Fonte:http://weeklyworker.co.uk/worker/1185/falsely-accused-of-anti-semitism/
Notes
1.Zionism
on the web: Zionism defined
(www.zionismontheweb.org/zionism_definitions.htm). For similar but briefer
formulations, see, for example, Jonathan Freedland in The Guardian,
March 18 2016
(www.theguardian.com/commentisfree/2016/mar/18/labour-antisemitism-jews-jeremy-corbyn);
or Eylon Aslan-Levy in The Times of Israel, December 8 2013
(http://blogs.timesofisrael.com/the-trouble-with-anti-zionism).
2. Photocopy
of typewritten original in B Destani (ed) The Zionist movement and the
foundation of Israel 1839-1972, 10-volume set: Political diaries
1918-1965 Cambridge 2004, Vol 1, p727. My emphasis.
3. The
others are Menachem Begin, Yitzhak Shamir, Ariel Sharon and Ehud Olmert.
4. ‘The
iron wall’ (‘O Zheleznoi stene’), published November 4 1923 in the
Russian- language journal Rassvyet (Dawn); English
translation: www.jewishvirtuallibrary.org/quot-the-iron-wall-quot.
5. Y
Elam, ‘Hanahot hadashot leota tzionut’ (‘New assumptions for the same
Zionism’) Ot No2, winter 1967; my translation (emphasis in
original).
6. M
Perry, ‘Uncovering the brutal truth about the British empire’ The
Guardian August 18 2016.
7. See,
for example, comment by the senior Israeli journalist, Akiva Eldar: ‘Israeli
defense minister’s comments highlight “plague of racism”’ Al Monitor December
14 2017 (www.al-monitor.com/pulse/originals/2017/12/israel-xenophia-racism-minorities-human-rights-liberman.html).
8. See
A Ravitzky, ‘Ultra-Orthodox and Anti-Zionist’
(www.myjewishlearning.com/article/ultra-orthodox-anti-zionist).
9.www.facebook.com/gilad.erdan/photos/a.225201850853267.56972.207139259326193/1265886783451430/?type=3&theater
(August 7 2016).
10. ‘What
did Israel hope to gain from Priti Patel’s secret meetings?’ The
Guardian November 8 2017.
11. www.aljazeera.com/investigations/thelobby.
12. ‘Opinion:
In the matter of the adoption and potential application of the International
Holocaust Remembrance Alliance Working Definition of Anti-Semitism’, March 8
2017
(http://freespeechonisrael.org.uk/wp-content/uploads/2017/03/TomlinsonGuidanceIHRA.pdf).
13. Talk
delivered at a meeting in the House of Lords on March 27 2017:
http://freespeechonisrael.org.uk/sedley-ihra/#respond. Revised version:
‘Defining anti-Semitism’ London Review of Books May 4 2017.
14. ‘The
Israeli lawmaker heralding genocide against Palestinians’ Ha’aretz May
23 2017 (www.haaretz.com/opinion/.premium-1.791115); ‘Smotrich’s stage-by-stage
plan’ (Hebrew) Ha’aretz June 10 2017
(www.haaretz.co.il/opinions/.premium-1.4158915).
15. ‘Hebrew
U professor: Israel today similar to Nazi Germany’ Jerusalem Post June
23 2017
(www.jpost.com/Israel-News/Hebrew-U-professor-Todays-Israel-similar-to-Nazi-Germany-497731).
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