La manovra economica di bilancio approvata
dal governo delinea continuità con il draghismo: tutela
dei poteri forti, assenza di volontà di imprimere una svolta a difesa della
nazione (tanta cara a parole alla destra) e al popolo italiano. Una chimera, la
destra sociale e sovranista. Balle da campagna elettorale.
E invece sempre di più allineamento supino ai diktat della Ue
(contrariamente allo strepitio propagandistico dei capi della coalizione di
maggioranza) e totale subalternità agli Usa e alla Nato. Tagli alla spesa pubblica e agli enti locali,
attacco al ceto medio, maggiori carichi fiscali, tasse, imposte e gabelle sono
la conseguenza delle scelte, non obbligate, soprattutto delle politiche di
guerra in Europa. 800 miliardi di euro in due anni il
popolo europeo comincia a pagarli. Più spese militari, meno diritti e servizi.
Tutto questo non per portare la pace – Putin doveva crollare e invece è più
forte e meno isolato di prima – ma per assecondare le
strategie militari statunitensi che mirano al disegno imperialista e coloniale
economico e politico.
Gli Stati Uniti hanno ottenuto il
risultato che volevano: un’Europa più debole, più ancora dipendente dagli Usa
sul piano militare, economico ed energetico. Gli americani in difficoltà enorme
con la Cina hanno operato per indebolire la
Russia e l’Europa occidentale, utilizzando il campo di battaglia ucraino. Un’Europa debole è necessaria per gli americani. Le
politiche di guerra sono volute e alimentate da gruppi ristretti del potere
politico, economico e militare in Occidente, e quindi anche in Italia. Basti
vedere il fatturato aumentato in maniera stratosferica delle aziende che
producono armi dove gli interessi di politici appartenenti a quasi tutte le
forze politiche sono assolutamente evidenti. Opera il partito unico delle
armi che lucra sui conflitti.
Governo e maggioranza fanno pagare alle
fasce più deboli del Paese le politiche di guerra e le conseguenti neo
politiche di austerità senza invece intervenire sui
ricchi e potenti che guadagnano con le guerre: produttori e
venditori di armi, extra profitti su energia e nel settore bancario e
finanziario, super rendite patrimoniali ed economiche.
Ma non è finita qui. Il governo con in
testa il ministro della difesa, in conflitto di interessi, stanzia ulteriori 40
miliardi nei prossimi tre anni per armi e dispositivi militari di guerra,
addirittura prevedendo la produzione di sommergibili nucleari. Non solo tutto questo è da irresponsabili e
traditori della vocazione totalmente pacifista della Costituzione, ma implica
l’effetto che non vi saranno risorse sufficienti per i diritti primari
previsti dalla Costituzione: politiche del lavoro, sanità,
istruzione, cultura, ricerca, servizi.
Il governo e la sua maggioranza ci
conducono dritti dritti al baratro per perseguire interessi personali, privatistici, affaristici, politici di
parte, lobbistici. La prevalenza dell’opposizione è poi in
linea su questo con il governo: Renzi, Calenda e metà del partito democratico.
La deriva bellicista trova consensi in tre quarti del Parlamento e invece
l’opposizione in tre quarti del popolo italiano.
Per difendere la pace, i diritti e la
Costituzione è complice tacere e stare fermi, bisogna
invece lottare per sconfiggere i signori della morte e i
responsabili di una escalation di guerra sempre più evidente, che sembra
condurci un poco alla volta verso una terribile terza guerra mondiale.
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