e sembra di sentire anche l'odore di chiuso e di ascoltare i silenzi della casa.
sembra quasi un romanzo in 3D, potenza della scrittura di Maria Messina.
Alessio capisce e vuole fare qualcosa per liberare mamma e zia, ma non ci riesce, don Lucio è troppo potente per un ragazzino.
cercate quella casa, se ancora non la conoscete, non è una passeggiata, ma sarete ricompensati dalle parole del libro - franz
… La casa nel vicolo, cioè l'abitazione del 'ragioniere' dove mestamente e terribilmente si spengono le vite delle due sorelle, è un piccolo grande romanzo, dove al di là delle attente considerazioni di una scrittura , come da più parti si è detto, 'femminista' rivela la sua grandezza nella compostezza linguistica e nella totale adesione a dettagli insignificanti, ma per certi versi luminosi.
L'episodio dell'uscita della famiglia (Alessio, le due sorelline, la mamma e la zia, ma non don Lucio) che si concede, dopo anni di forzata clausura, una giornata al mare, simboleggia non solo il tentativo di una rinascita esistenziale, ma una partecipazione convinta all'importanza dell'attimo.
Dobbiamo a Sciascia la riscoperta, negli anni ottanta, di questo romanzo e della produzione della Messina: ri-dobbiamo a Sellerio, grazie anche al quarantesimo delle edizioni, la riproposta di un piccolo classico. Forse una meteora, ma gesummioche luce che ha lasciato!
L'episodio dell'uscita della famiglia (Alessio, le due sorelline, la mamma e la zia, ma non don Lucio) che si concede, dopo anni di forzata clausura, una giornata al mare, simboleggia non solo il tentativo di una rinascita esistenziale, ma una partecipazione convinta all'importanza dell'attimo.
Dobbiamo a Sciascia la riscoperta, negli anni ottanta, di questo romanzo e della produzione della Messina: ri-dobbiamo a Sellerio, grazie anche al quarantesimo delle edizioni, la riproposta di un piccolo classico. Forse una meteora, ma gesummioche luce che ha lasciato!
"Tre racconti pubblicati lo scorso anno in questa
collana (Casa paterna) hanno richiamato su Maria Messina, scrittrice di cui nel
giro di un cinquantennio si era del tutto perso il ricordo, l'attenzione dei
lettori e dei critici. Apprezzata da Verga, con cui intrattenne una devota
corrispondenza; recensita come "scolara del Verga" da Borgese, la
Messina è da accostare, piuttosto, al Pirandello dell'Esclusa e di tante
novelle che oggi si possono approssimativamente definire "femministe":
quelle cioè attente, vibranti di commossa partecipazione pur nella
registrazione realistica, alla condizione femminile in Sicilia qual era fino
agli anni della seconda guerra mondiale. La ripubblicazione di questo romanzo
(edito da Treves nel 1921), darà, crediamo, una piena conferma della qualità
della scrittrice e darà misura dell'ingiustizia di averla - critici e storici
della letteratura italiana dimenticata". Leonardo Sciascia (1982)
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