Thomas Bernhard raccoglie fra trenta e quaranta “storie”
drammatiche, sono eventi che finiscono con la morte o la morte è l’evento
finale.
impossibile leggerle una volta sola, occorre rileggerle, sembrano
(sono) cronache di eventi realistici o reali, senza parole di troppo, come un
elenco di morti esemplari.
e però non ti lasciano indifferenti, mai.
possono far venire in mente i "Delitti esemplari" di Max Aub (qui), ma è una falsa strada, nei delitti di Max Aub c'è sopratutto ironia, negli eventi di Thomas Bernhard c'è sopratutto tragedia - franz
riporto
soltanto un evento, che mi ha colpito più di altri:
“IL DIRETTORE chiama a colloquio l'insegnante e lo accusa di aver
esercitato violenza su uno dei suoi allievi. Non sa come dirlo, ma il suo
trasferimento in un altro paese s'impone. Ma probabilmente sarà persino
costretto a lasciare l'attività didattica. In ogni caso non può non stendere
rapporto al provveditorato, e l'intera vicenda avrà conseguenze ben più gravi
di quelle ora elencate. L'insegnante non si giustifica e afferma semplicemente
di non aver esercitato alcuna violenza sul bambino, e che una simile azione -
che il direttore non può tralasciare di descrivere minuziosamente - non gli
passerebbe mai per la testa. Ma i suoi tentativi di difendersi non servono. E
immediatamente sospeso dal servizio, gli comunica il direttore, e lo congeda
senza porgergli la mano come di consueto. Cosciente della propria innocenza
l'insegnante ritiene che verrà alla luce col tempo, e pensa di sfruttare il
periodo della sospensione come una semplice vacanza. Non oltrepasserà neppure
le mura della scuola, una tale diceria. Ma si sbaglia. La voce si diffonde con
la velocità del vento e persino il giornale cittadino ne dà notizia. Scrive che
un uomo come l'insegnante dovrebbe esser messo dietro le sbarre. Nessuna pena
risulterà troppo severa per lui. La gioventù, e soprattutto i bambini, devono
esser difesi dalla sua persona con ogni mezzo. Poiché l'insegnante è da poco
sposato, la vicenda è per lui due volte sgradevole. La moglie non crede alle
sue parole, e quando viene a conoscenza dell'accusa lo lascia. Non sono
trascorsi che quattro giorni dalla sua sospensione e già l'insegnante riceve
una citazione in giudizio dal tribunale distrettuale. Si ignora come trascorra
i giorni prima dell'udienza. In ogni caso non si mostra più in pubblico. Nel
frattempo la sua vicenda è sulla bocca di tutti. La sua padrona di casa esige
che si trasferisca e gli restituisce la pigione pagata in anticipo. Un giorno
prima dell'udienza il suo cadavere viene ritrovato in un fiume in piena, a
diciassette chilometri dal luogo di residenza. Dalla ricostruzione
dell'accaduto risulta che non si è suicidato ma, sventuratamente, è precipitato
e annegato nel fiume. Ora lo scolaro si fa vivo e afferma che l'intera storia è
falsa - l'ha inventata per vendicarsi del giovane insegnante.”
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