domenica 24 agosto 2014

Lettera aperta al popolo di Gaza (dalla rivista “The Lancet”, pubblicata il 22 luglio 2014)

Siamo medici e scienziati, passiamo la vita a sviluppare metodi per curare e proteggere la salute e le vite. Siamo anche persone informate: assieme alla teoria e alla pratica della nostra professione ne insegniamo l'etica. Tutti, per anni, abbiamo lavorato a Gaza, e conosciamo la situazione.

Sulla base della nostra etica e pratica professionale, vogliamo denunciare ciò a cui stiamo assistendo nell'aggressione a Gaza da parte di Israele.
Chiediamo ai nostri colleghi, vecchi e giovani professionisti, di denunciare questa aggressione israeliana.
Ci opponiamo alla perversione di una propaganda che giustifica la creazione di un'emergenza per mascherare un massacro, una cosiddetta "aggressione difensiva". Nella realtà, si tratta di una spietata aggressione senza limiti di durata, estensione o intensità. Vogliamo riportare i fatti come li vediamo e le loro implicazioni per le vite delle persone.

Siamo sgomenti per il macello di civili inermi fatto dai militari fingendo di combattere i terroristi. Questo è il terzo attacco militare su larga scala su Gaza dal 2008. Ogni volta il pegno di morte è quasi tutto pagato dagli innocenti, specialmente donne e bambini, con l'inaccettabile pretesto di sradicare i partiti politici e la resistenza all'occupazione e all'assedio imposto da Israele.

Questa azione terrorizza anche quelli che non ne sono colpiti direttamente, e ferisce l'anima, la mente, e la capacità di ripresa dei giovani. La nostra condanna e il nostro disgusto sono aggravati dalla negazione di aiuti e dalla proibizione per Gaza di ricevere aiuti e soccorsi esterni per alleviare questa terribile situazione…

qui sulla rivista “The Lancet”, pubblicata il 22 luglio 2014


Il pregiudizio anti-Israele ai suoi massimi livelli”[1], “Un giornale peer-reviewed antisemitico”[2], ”Un giornale fazioso e vergognoso”[3]. Questi sono soltanto alcuni degli appellativi riservati a una delle riviste mediche più importanti a livello mondiale, The Lancet. La sua colpa sarebbe di essere “palestinizzata”[4], ossia di dare voce ai problemi di salute e assenza di diritti umani dei palestinesi. IlZionist Central Council of Greater Manchester ha addirittura lanciato una vera e propria campagna per mettere fine al pregiudizio anti-Israele della rivista medica The Lancet[5].
Nel 2009 il suo direttore, Richard Horton, ha accettato l’invito della comunità accademica e scientifica palestinese di fornire sostegno per diffondere ricerche e pubblicazioni sulla situazione sanitaria del territorio palestinese occupato. È nata così la Lancet Palestinian Health Alliance che ogni anno organizza una conferenza i cui abstract vengono ospitati sulla rivista. Nel contesto palestinese di sofferenza quotidiana fatta di occupazione militare, espropriazione di terra, difficoltà al movimento, oppressione e violazioni quotidiane di diritti fondamentali, è comprensibile come la salute sia profondamente dipendente da tali predominanti determinanti sociali e politici. Le ricerche scientifiche che mostrano questa associazione diventano facile bersaglio da parte chi propugna il mito della neutralità della scienza.
In questi giorni Richard Horton è ancora una volta preso di mira per avere pubblicato la “Lettera aperta al popolo di Gaza”.[6] La lettera, pubblicata online il 22 luglio e firmata da ventiquattro medici e scienziati britannici e italiani accumunati dalla conoscenza diretta della situazione della Striscia, denuncia in modo esplicito e severo la violenza di Israele sulla popolazione civile di Gaza come grave violazione del diritto internazionale e crimine contro l’umanità. Alcuni media[7] hanno intuito la valenza dirompente di una tale accusa a Israele da parte di personalità scientifiche internazionali ben informate non soltanto delle violenze di questi giorni, ma soprattutto del contesto di assedio e crudele punizione collettiva a cui il popolo di Gaza è sottoposto da diversi anni. La risposta alla lettera ha superato le aspettative e in pochi giorni è prossima a raggiungere la quota di 15.000 adesioni…

…La Palestina è un grido di dolore dell’umanità. Pubblicare la “Lettera aperta al popolo di Gaza” su una rivista come il Lancet è segno di grande coraggio che indica come essere fedeli alla responsabilità sociale del professionista della salute comporti scelte difficili come schierarsi con il popolo di Gaza. Coloro che sostengono la neutralità in mezzo a questa catastrofe devono chiedersi come sia possibile essere neutrali davanti a case demolite, neonati crivellati di proiettili, ospedali e scuole devastate, intere famiglie di civili innocenti distrutte. Non fare nulla per impedire tutto questo equivale, in effetti, a schierarsi con il più forte.
Angelo Stefanini, Centro Salute Internazionale, Università di Bologna

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