Dopo lunga riflessione ho deciso che voterò la formazione politica
che più sentirò avvicinarsi alla visione del futuro che vorrei e che
riassumerei in questi punti, certo non esaustivi ma comunque fondamentali per
ritornare a credere in un mondo vivibile:
– Abbattere il feticismo della crescita:
è del tutto evidente che non è più possibile crescere economicamente se non
comprimendo ancor più il nostro spazio vitale, inducendo in noi ancor più
bisogni deliranti e esproprianti il minimo di contatto umano, animale e
naturale che ci è necessario e senza saccheggiare ancor più terre e popoli che
di certo andrebbero invece assolutamente protetti e liberati. Credo
assolutamente necessario che nel futuro si debbano ridurre significativamente
l’infinità di idiozie, di merci, di tecnologie che ci separano ogni giorno di
più, che atrofizzano la nostra sensibilità e che distruggono i nostri gesti
umani. Occorre che qualcuno ci imponga un drastico ridimensionamento del corteo
interminabile di falsi comfort da cui siamo circondati e annichiliti;
– Abbattere l’altrettanto infausto feticismo del
lavoro: mi rifarei alle eccellenti riflessioni di André
Gorz ma anche di autori più recenti per rivendicare il diritto al non lavoro,
alla riduzione del lavoro e, al contempo, al dovere minimo di tutto a
contribuire al lavoro socialmente necessario (i lavori solitamente disprezzati
e riservati a chi non ha altri mezzi di sostentamento: dalla gestione dei
rifiuti ai servizi sociali per chi vive in condizione di svantaggio, ai lavori
più duri e sottopagati). All’idolatria odiosa del lavoro (da sempre alienato)
voglio che si sostituisca la rivendicazione del tempo e dei mezzi per
l’espressione creativa, costruttiva e passionale di ciascuno e di tutti;
– Inaugurare una politica
radicale di redistribuzione della ricchezza a tutti i livelli della vita
sociale ed economica attraverso
una lotta all’evasione fiscale senza quartiere, così come alla criminalità
organizzata e al lavoro nero ma anche attraverso una tassazione precisa e
adeguata nei confronti di ogni forma di guadagno estremo come di ogni povertà
estrema, riconducendo l’oscillazione degli stipendi entro limiti normati e
proporzionati;
– Per cominciare anche solo a
pensare a tutto ciò credo non sia possibile non slegarsi, in modi e tempi
accettabili, dall’Unione europea e dalla Nato, organizzazioni che perpetuano la
nostra dipendenza dalle leggi del mercato capitalista globale e dalle sue
insopportabili iniquità;
– Accelerare una politica
dell’educazione che rovesci la logica mercantile cui è oggi fondamentalmente
collegata per inaugurare un’educazione all’insegna dell’attrazione appassionata
per ciò che si impara, dell’educazione diffusacome
liberazione dal sequestro scolastico e dalla cooperazione più vasta possibile
tra tutte le generazioni e tutti i soggetti finalmente aventi titolo di
comparire sulla scena della vita sociale, minori non esclusi, nonché
dall’impegno verso un’educazione che restituisca la giusta importanza al corpo
e ai saperi simbolici;
– Indebolire progressivamente la dipendenza
coatta e sempre più capillare dalle nuove tecnologie,
che stanno impoverendo mortalmente la nostra vita sociale, sensibile e
affettiva nonché le nostre abilità fisiche, essendo ormai impotenti senza
l’ausilio di protesi tecnologiche sempre più inutili e mortificanti;
– Affrontare l’emergenza ecologica, ahinoi,
globale, in maniera prioritaria e determinata,
attraverso politiche complesse che restituiscano equilibrio tra i soggetti
umani, la natura e gli animali, rispondano alle emergenze dei territori e delle
fonti d’acqua, riducano progressivamente, anche attraverso la diminuzione di
tecnologia inutile e tossica, le necessità energetiche;
– Restituire al tempo la sua dignità attraverso
politiche di riduzione della velocità della vita sociale, della frenesia e
dello sfruttamento di esso attraverso la continua competizione al potere e
al successo, da ridimensionare riducendo il potere dei media, abbassando le
prebende per i ruoli di potere e incentivando la convivialità, il tempo
liberato e l’attività volontaria o pagata attraverso le banche del tempo, le
monete non votate alla speculazione o altri risarcimenti di natura affettiva o
sociale;
– Incrementare le festività e
i tempi di recupero e piacere, liberandosi dal giogo delle festività religiose
per dare importanza a momenti di celebrazione del riposo,
dei piaceri, della cooperazione, della gentilezza, della
cura, affermando il nostro esserci sulla terra laicamente e all’indirizzo di
tutto ciò che può restituirci la voglia di abitare la terra e non di essere gli
schiavi di alcun sistema di potere;
– Affermare l’eguaglianza di diritto tra uomini
e donne all’insegna di una visione complementare
del maschile e del femminile, aperta a tutte le ibridazioni ma anche dedita a
fondare un’autentica alleanza e non una lotta a coltello tra i buoni e i
cattivi;
– Affermare il diritto
all’eutanasia, alla libertà di cura (e dunque anche di vaccinazione), e
all’espressione della propria singolarità culturale, etnica o religiosa;
– Accogliere le differenze
come possibilità di espansione e arricchimento, e dunque apprestare politiche
riguardo ai flussi migratori fortemente ispirate all’autentica integrazione
nella differenza e all’aiuto e ospitalità per tutti coloro che lo richiedano.
Sottolineando il valore primario dell’ospitalità sempre
e comunque, a prescindere da ogni giudizio di merito per coloro che si trovano
in stato di necessità;
– Liberare dal giogo delle
diagnosi forzate, dalle politiche di prevenzione totalitarie e al servizio di
profitti economici e dai farmaci sempre più inutili che prosciugano le nostre
difese e la nostra capacità di convivere anche con il dolore, l’oscurità e la
morte;
– Sottrarre dall’obbligo della redditività le
opere d’arte, la letteratura, il cinema, tutte le forme di espressione
simbolica che danno senso al nostro essere nel mondo,
tutelando tuttavia attraverso criteri di discernimento sufficientemente fondati
intrinsecamente (con tutte le oscillazioni che tali criteri non possono che
comportare) la loro selezione e il loro eventuale finanziamento; rifondare i
media pubblici all’insegna del servizio, della cultura e della democrazia;
– Sottoporre la classe
politica ad un continuo monitoraggio, in termini di credibilità, efficacia e
onestà, da parte di commissioni composte da autorità legittimate sul piano
etico e di competenza, nonché dal giudizio il più possibile frequente dei
cittadini;
– Ridurre il più possibile le forze militari e
stabilire l’obbligo di sei mesi-un anno di servizio sociale per le giovani e i
giovani entro il venticinquesimo anno di età.
Molte altre cose sarebbe
necessario indicare, riguardo per esempio all’economia, alle banche, ai nuovi
settori del lavoro e del volontariato e a tanto altro ma credo di aver disegnato
alcuni tratti per me fondamentali di un paese riconsegnato alla vivibilità,
alla partecipazione e alla giustizia.
Non ho ancora deciso per chi
voterò ma i miei criteri selezioneranno le proposte che provano a muoversi in
questa direzione.
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