domenica 18 febbraio 2018

Superare il feticismo della crescita - Paolo Mottana



Dopo lunga riflessione ho deciso che voterò la formazione politica che più sentirò avvicinarsi alla visione del futuro che vorrei e che riassumerei in questi punti, certo non esaustivi ma comunque fondamentali per ritornare a credere in un mondo vivibile:
– Abbattere il feticismo della crescita: è del tutto evidente che non è più possibile crescere economicamente se non comprimendo ancor più il nostro spazio vitale, inducendo in noi ancor più bisogni deliranti e esproprianti il minimo di contatto umano, animale e naturale che ci è necessario e senza saccheggiare ancor più terre e popoli che di certo andrebbero invece assolutamente protetti e liberati. Credo assolutamente necessario che nel futuro si debbano ridurre significativamente l’infinità di idiozie, di merci, di tecnologie che ci separano ogni giorno di più, che atrofizzano la nostra sensibilità e che distruggono i nostri gesti umani. Occorre che qualcuno ci imponga un drastico ridimensionamento del corteo interminabile di falsi comfort da cui siamo circondati e annichiliti;
– Abbattere l’altrettanto infausto feticismo del lavoro: mi rifarei alle eccellenti riflessioni di André Gorz ma anche di autori più recenti per rivendicare il diritto al non lavoro, alla riduzione del lavoro e, al contempo, al dovere minimo di tutto a contribuire al lavoro socialmente necessario (i lavori solitamente disprezzati e riservati a chi non ha altri mezzi di sostentamento: dalla gestione dei rifiuti ai servizi sociali per chi vive in condizione di svantaggio, ai lavori più duri e sottopagati). All’idolatria odiosa del lavoro (da sempre alienato) voglio che si sostituisca la rivendicazione del tempo e dei mezzi per l’espressione creativa, costruttiva e passionale di ciascuno e di tutti;
– Inaugurare una politica radicale di redistribuzione della ricchezza a tutti i livelli della vita sociale ed economica attraverso una lotta all’evasione fiscale senza quartiere, così come alla criminalità organizzata e al lavoro nero ma anche attraverso una tassazione precisa e adeguata nei confronti di ogni forma di guadagno estremo come di ogni povertà estrema, riconducendo l’oscillazione degli stipendi entro limiti normati e proporzionati;
– Per cominciare anche solo a pensare a tutto ciò credo non sia possibile non slegarsi, in modi e tempi accettabili, dall’Unione europea e dalla Nato, organizzazioni che perpetuano la nostra dipendenza dalle leggi del mercato capitalista globale e dalle sue insopportabili iniquità;
– Accelerare una politica dell’educazione che rovesci la logica mercantile cui è oggi fondamentalmente collegata per inaugurare un’educazione all’insegna dell’attrazione appassionata per ciò che si impara, dell’educazione diffusacome liberazione dal sequestro scolastico e dalla cooperazione più vasta possibile tra tutte le generazioni e tutti i soggetti finalmente aventi titolo di comparire sulla scena della vita sociale, minori non esclusi, nonché dall’impegno verso un’educazione che restituisca la giusta importanza al corpo e ai saperi simbolici;
– Indebolire progressivamente la dipendenza coatta e sempre più capillare dalle nuove tecnologie, che stanno impoverendo mortalmente la nostra vita sociale, sensibile e affettiva nonché le nostre abilità fisiche, essendo ormai impotenti senza l’ausilio di protesi tecnologiche sempre più inutili e mortificanti;
– Affrontare l’emergenza ecologica, ahinoi, globale, in maniera prioritaria e determinata, attraverso politiche complesse che restituiscano equilibrio tra i soggetti umani, la natura e gli animali, rispondano alle emergenze dei territori e delle fonti d’acqua, riducano progressivamente, anche attraverso la diminuzione di tecnologia inutile e tossica, le necessità energetiche;
– Restituire al tempo la sua dignità attraverso politiche di riduzione della velocità della vita sociale, della frenesia e dello sfruttamento di esso attraverso la continua competizione al potere e al successo, da ridimensionare riducendo il potere dei media, abbassando le prebende per i ruoli di potere e incentivando la convivialità, il tempo liberato e l’attività volontaria o pagata attraverso le banche del tempo, le monete non votate alla speculazione o altri risarcimenti di natura affettiva o sociale;
– Incrementare le festività e i tempi di recupero e piacere, liberandosi dal giogo delle festività religiose per dare importanza a momenti di celebrazione del riposo, dei piaceri, della cooperazione, della gentilezza, della cura, affermando il nostro esserci sulla terra laicamente e all’indirizzo di tutto ciò che può restituirci la voglia di abitare la terra e non di essere gli schiavi di alcun sistema di potere;
– Affermare l’eguaglianza di diritto tra uomini e donne all’insegna di una visione complementare del maschile e del femminile, aperta a tutte le ibridazioni ma anche dedita a fondare un’autentica alleanza e non una lotta a coltello tra i buoni e i cattivi;
– Affermare il diritto all’eutanasia, alla libertà di cura (e dunque anche di vaccinazione), e all’espressione della propria singolarità culturale, etnica o religiosa;
– Accogliere le differenze come possibilità di espansione e arricchimento, e dunque apprestare politiche riguardo ai flussi migratori fortemente ispirate all’autentica integrazione nella differenza e all’aiuto e ospitalità per tutti coloro che lo richiedano. Sottolineando il valore primario dell’ospitalità sempre e comunque, a prescindere da ogni giudizio di merito per coloro che si trovano in stato di necessità;
– Liberare dal giogo delle diagnosi forzate, dalle politiche di prevenzione totalitarie e al servizio di profitti economici e dai farmaci sempre più inutili che prosciugano le nostre difese e la nostra capacità di convivere anche con il dolore, l’oscurità e la morte;
– Sottrarre dall’obbligo della redditività le opere d’arte, la letteratura, il cinema, tutte le forme di espressione simbolica che danno senso al nostro essere nel mondo, tutelando tuttavia attraverso criteri di discernimento sufficientemente fondati intrinsecamente (con tutte le oscillazioni che tali criteri non possono che comportare) la loro selezione e il loro eventuale finanziamento; rifondare i media pubblici all’insegna del servizio, della cultura e della democrazia;
– Sottoporre la classe politica ad un continuo monitoraggio, in termini di credibilità, efficacia e onestà, da parte di commissioni composte da autorità legittimate sul piano etico e di competenza, nonché dal giudizio il più possibile frequente dei cittadini;
– Ridurre il più possibile le forze militari e stabilire l’obbligo di sei mesi-un anno di servizio sociale per le giovani e i giovani entro il venticinquesimo anno di età.
Molte altre cose sarebbe necessario indicare, riguardo per esempio all’economia, alle banche, ai nuovi settori del lavoro e del volontariato e a tanto altro ma credo di aver disegnato alcuni tratti per me fondamentali di un paese riconsegnato alla vivibilità, alla partecipazione e alla giustizia.
Non ho ancora deciso per chi voterò ma i miei criteri selezioneranno le proposte che provano a muoversi in questa direzione.

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