Con la scomparsa di Concutelli scompare anche la
possibilità di far chiarezza (o meglio, ulteriore chiarezza perché sulla
sostanza ne sappiamo quanto basta) sia in generale sulla “guerra sucia” operata
da Madrid nei confronti dei rifugiati baschi in Ipar Euskal Herria (Paese Basco
sotto amministrazione francese) sia in particolare sulla scomparsa di Pertur.
Avevo sempre detto che prima o poi, almeno per la Storia se non per la
Giustizia, Concutelli avrebbe sollevato il velo impietoso delle complicità,
depistaggi, reticenze, bugie, falsità etc sulla questione. Invece silenzio,
fino alla fine. Pace all’anima sua e pazienza. Resto comunque del parere che i
neofascisti italiani ospitati in Spagna furono anche braccio armato del regime
franchista e post-franchista
Il tutto era nato parecchio tempo fa dalla perplessità
per una dichiarazione (di un avvocato) secondo cui Pierluigi Concutelli NON
avrebbe potuto comunque prendere parte al sequestro e all’eliminazione di
Pertur (Eduardo Moreno Bergaretxe) come invece sospettano da tempo i compagni
baschi (sostenuti in questa convinzione dalle dichiarazioni di alcuni ex membri
delle varie squadre della morte parastatali: ATE; BVE, GAL…) dato che
“all’epoca era l’uomo di fiducia di Savimbi, capo dell’UNITA, e stava in
Angola”.
Rinfresco la memoria: Jonas Malheiro Savimbi e l’UNITA
erano sostanzialmente collaborazionisti dell’imperialismo statunitense e
soprattutto del Sudafrica razzista che aveva introdotto l’apartheid anche in
Namibia. Sorvoliamo pure sul fatto che anche nel suo ambiente (vedi le
dichiarazioni di Stefano Delle Chiaie) si sostiene che in realtà Concutelli in
Angola non ha mai messo piede continuando a fare la spola tra Spagna, Francia e
Italia. (NOTA 1)
Avrei comunque qualche obiezione.
Prima obiezione: nel libro “Destra estrema e
criminale” (di Gianluca Semprini e Mario Caprara ) Concutelli si confidava e
raccontava che, proprio nel 1976, sarebbe sbarcato a Nizza proveniente, a suo
dire, dall’Angola per incontrarsi con i “suoi” in Corsica. Si sarebbe invece
fermato un giorno in più a Nizza per assistere a un concerto dei Rolling Stones
(tanto per rilanciare l’immagine, taroccata e stantia, del militante di destra
“alternativo e anti-sistema”) andando a Bastia il giorno dopo. Per la cronaca,
quando Pertur scomparve viveva in Ipar Euskal Herria (Paese Basco del Nord,
sotto amministrazione francese) raggiungibile da Nizza in poche ore.
Seconda obiezione: nel luglio 1976 sono state TRE le
azioni significative rivendicate dalla banda criminale denominata Ordine Nuovo.
1.
a) 10
luglio, assassinio del giudice Vittorio Occorsio (che stava indagando sui
rapporti tra Ordine Nuovo, P2 e criminalità organizzata) con un mitra Ingram in
dotazione alla Guardia Civil spagnola (presumibilmente una delle armi fornite
dalla G.C. ai fascisti per assassinare i rifugiati baschi in Ipar Euskal
Herria).
2.
b) 23
luglio, rapina di armi a Villa Pacifici (S. Pastore di Tivoli) e omicidio di A.
Cipriani. A questa azione, solo a questa nel luglio 1976, Concutelli NON
partecipa. Strana coincidenza. Si svolge proprio nel giorno della scomparsa di
Pertur (. Sul momento avevo pensato di aver involontariamente trovato quasi uno
“scoop” (anche se con oltre 40 anni di ritardo), ma poi dovetti ricredermi. La
strana coincidenza era già stata segnalata da Elisabetta Rosaspina, anche se
forse in maniera frettolosa e non troppo accurata (e per questo severamente
fustigata dal Tassinari). Nel suo articolo la corrispondente da Madrid del
Corsera si richiamava al documentario realizzato da Angel Amigo (“El caso
Calore. Asesinado de un testigo protegido”). Dove si riportavano le
dichiarazioni rese nel marzo 2009 da Calore (assassinato nell’ottobre 2010 poco
prima di un nuovo incontro con i giudici spagnoli che indagavano sulla
scomparsa di Pertur)al giudice dell’Audiencia Nacional Fernando Andreu.
Calore aveva raccontato di aver anche visitato la
“Fabrica”, la masseria dove venivano torturati e fatti sparire i rifugiati
baschi sequestrati in Iparralde.
1.
c) sempre
nel luglio 1976, rapina alla filiale bancaria del Ministero del Lavoro a Roma
(bottino: 460 milioni di lire).
Ripeto: Concutelli partecipò alle azioni alla prima e
terza non alla seconda.
“E con questo?” – obietterà qualcuno – “Cosa si
vorrebbe dimostrare?”.
La coincidenza non implica automaticamente la presenza
di Concutelli al rapimento di Pertur, ma nemmeno si può escluderla con la scusa
che “stava in Angola”. Certo che come “coincidenza” è strana, perlomeno.
Pertur, cioè Moreno Bergaretxe Eduardo (NOTA
2) era nato a Donostia (Hego Euskal Herria, Paese Basco sotto occupazione
spagnola) nel 1950. Militante di ETA, fu costretto all’esilio in Ipar Euskal
Herria nel 1972. Convinto che la sola possibilità di continuare a lottare
contro il franchismo fosse una organizzazione “que ligara la lucha armada con
la luche de masas”, divenne uno dei primi esponenti della corrente
politico-militare. Come è noto, nel 1974 (3° Biltzar Ttipia: Assemblea di ETA)
si giunse alla divisione tra milis e polimilis. Nel 1976 ETA-pm sequestrò
l’industriale Angel Berazadi. Indicato dalla stampa spagnola come il
rappresentante di ETA-pm nelle trattative (e mentre sua madre veniva sequestrata
dal capo della polizia di Irun.) Pertur scomparve il 23 luglio 1976, a Behobia,
mentre si recava ad un appuntamento con un presunto esponente dell’opposizione
spagnola. Solo alcuni aspetti della vicenda sono stati finora documentati. Alle
10 di mattina del 23 luglio, in una Seat 850 di colore bianco, si incontrarono
nei pressi di Biriatu (nella provincia basca “francese” di Lapurdi) gli
ispettori della BPS di San Sebastian (Donosti): Ferreiros, Lopez Arribas e José
Maria Escudero Teja.
Quest’ultimo, notoriamente, era membro dei “Grupos de
Accion del Norte” incaricato della lotta contro ETA (guerra sporca compresa).
Retrospettivamente, possiamo dire che anche l’anno
1976 (il primo dopo la morte del caudillo e boia Franco) fu per i baschi uno di
quelli “vissuti pericolosamente”.
In marzo vi fu lo sciopero generale e a Gasteiz
(Vitoria) e si contarono cinque vittime della polizia: Romualdo Chaparro,
Francisco Aznar, Iosé Maria Martinez Ocio, José Castillo Garcia, Bienvenido
Pereda Moral. In memoria di quella strage (passata alla storia come “semana
tragica”) il cantautore catalano Lluis Llach scrisse “Campanadas a mort”
(https://www.youtube.com/watch?).
In aprile avvenne l’evasione dal carcere di Segovia di
29 militanti antifranchisti, in maggioranza militanti di ETA-pm e di ETA-m. Vi
presero parte anche alcuni esponenti della Liga Revolucionaria e il catalano
Oriol Solé (NOTA 3) del MIL, il gruppo di Salvador Puig Antich. Per una serie
di sfortunate coincidenze la fuga finì in tragedia. Tra le vittime, Oriol Solé
ucciso dalla Guardia Civil.
In maggio vi fu l’assalto squadrista di Montejurra
(Jurramendi in euskara) dove i fascisti uccisero due esponenti della componente
democratica del Carlismo: Ricardo Garcia Pellejero e Aniano Jimenez Santos.
Circa duecento mercenari dell’estrema destra (compresi esponenti del BVE e del
GAL), sotto lo sguardo benevolo della Guardia Civil, aprirono il fuoco contro i
seguaci di Carlos Hugo de Borbon Parma. Immancabile la presenza dei soliti
noti: gli italiani di estrema destra che vennero anche fotografati.
E infine, in luglio, la scomparsa di Pertur.
Concludo. A questo punto, almeno per ragioni
storiografiche, sarebbe giunto il momento di chiarire il ruolo (suggerisco:
manovalanza?) dei vecchi arnesi del neonazifascismo nostrano nella “guerra
sucia” condotta dallo Stato spagnolo contro i dissidenti baschi. Anche dopo la
fine del franchismo, ovviamente.
NOTA 1: durante la Guerra Civile (1936-1939) Mussolini
e Hitler vennero prontamente in aiuto dei golpisti (vedi i bombardamenti di
Durango, Gernika, Granollers, Barcellona…). Relativamente famosa (e degna di
nota per sottolineare le responsabilità vaticane nel santificare la “crociata”
fascista contro la legittima Repubblica spagnola) la foto dell’arrivo in Spagna
nel pieno della Guerra Civile (per “dare sostegno morale” alle truppe
franchiste e fasciste) della “Madonna di Loreto”, aviotrasportata e
accompagnata da cappellani militari con gradi e paramenti sacri. Nella
sconfitta dei Repubblicani l’appoggio nazi-fascista svolse un ruolo
preponderante e anche questo spiega l’ospitalità generosamente offerta da
Franco ai neofascisti italiani (Pierluigi Concutelli, Stefano Delle Chiaie,
Sergio Calore, Mario Ricci, Carlo Cicuttini, Piero Carmassi, Augusto Cauchi…)
in cambio di qualche modesto favore come la partecipazione alle squadre della
morte antibasche. Franco, ovviamente, accolse anche vari esponenti di spicco
del nazismo storico: fra questi, il capo del contingente vallone delle Waffen
SS Lèon Degrelle e Otto Skorzeny, l’ufficiale nazista di origine austriaca che
andò a prelevare Mussolini provvisoriamente imprigionato a Campo Imperatore sul
Gran Sasso (12 settembre 1943).
NOTA 2: su Pertur vedi “Diccionario historico-politico
di E.H.”, Inaki Egana, 1996 (pag. 602) e “ETA, storia politica dell’esercito di
liberazione dei Paesi Baschi”, L. Bruni, 1980 (pag. 243).
NOTA 3: il 2 marzo 1974, mentre Salvador Puig Antich
veniva condotto all’esecuzione, in un’altra cella del carcere Modelo il
militante del MIL Oriol Solé (condannato a quaranta anni) iniziava a scrivere
il suo ultimo libro. La dedica era per l’amico “mort construint una vida
millor”. Forse non pensava che sarebbe diventato anche il suo epitaffio. Due
anni dopo, aprile 1976, Oriol prese parte alla storica evasione di massa dal
carcere di Segovia (a cui prese parte anche Angel Amigo che ne parlerà in un
suo libro) quando ben 29 prigionieri politici presero il volo. L’operazione era
stata organizzata meticolosamente da ETA-pm e da ETA-m e consisteva nello scavo
di una galleria che, attraverso la rete fognaria, permise ai militanti di
raggiungere l’esterno. Dopo essersi riforniti di armi attraversarono mezza
Spagna nascosti in un camion, opportunamente attrezzato e fornito di regolari
documenti, riuscendo a giungere incolumi a pochi chilometri dalla frontiera
francese. Purtroppo alcuni contrattempi e un banale equivoco sulla parola
d’ordine portarono al fallimento. Solo in cinque riuscirono a superare la
frontiera mentre gli altri vennero catturati mentre vagavano feriti e
assiderati nella nebbia. Esperienza quasi ricorrente nella storia della
resistenza antifranchista. Basti citare il fratello minore di Sabaté (El
Quico), poi catturato e fucilato. Due dei fuggiaschi vennero uccisi dalla
Guardia Civil, uno di questi fu appunto Oriol Solé. La sua morte confermava la
sostanziale continuità repressiva del post-franchismo.
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