Il settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti è
una bomba a orologeria. Il suo crollo potrebbe scatenare una gigantesca crisi
Il mercato
immobiliare, dopo anni di crescita, conosce una flessione.
Alcuni mutuatari vanno in difficoltà e iniziano a non pagare
più le rate dei mutui. Nulla di eccezionale, se non che sul mercato della casa
era stata costruita una gigantesca piramide finanziaria fondata
su strumenti tanto complessi quanto opachi. Un sistema finanziario nel quale la
fiducia era già ai minimi termini va in crisi. Quello che sembrava un problema
circoscritto si trasforma in breve in una crisi globale.
L’intero sistema
bancario e finanziario rischia il collasso. Devono intervenire governi
e banche centrali con giganteschi piani di salvataggio. La montagna di debiti
accumulata dal settore privato si trasferisce sulla finanza pubblica. Per
frenare l’aumento dei debiti pubblici vengono imposte durissime misure di austerità e tagli ai servizi pubblici a
partire da sanità e istruzione. I più deboli si trovano quindi a pagare il
costo di una crisi generata dall’avidità di una finanza ossessionata dalla
massimizzazione dei profitti nel minore tempo possibile.
A molti
questi paragrafi sembreranno un riassunto un po’ approssimativo della bolla dei mutui
subprime del 2007-2008. E speriamo sia solo questo. Perché potrebbe invece
essere la descrizione di quanto ci attende nei prossimi mesi.
I problemi
potrebbero arrivare dal settore immobiliare commerciale
Diversi
analisti puntano l’indice non tanto sul mercato delle case, quanto su quello
commerciale, e il rischio di una nuova crisi. Ne avevamo già scritto, in riferimento a un singolo default occorso nelle
scorse settimane proprio su titoli finanziari legati al settore immobiliare
commerciale. Un default almeno in parte legato ad alcuni elementi che
sembrano caratterizzare l’intero settore: la pandemia ha
causato enormi problemi a moltissime attività commerciali.
Usciti dalla
crisi sanitaria, si è assistito a un brusco aumento dei tassi di
interesse delle banche centrali, con conseguenti problemi per
affittuari e mutuatari. La situazione potrebbe diventare critica entro la fine
dell’anno, quando negli Stati Uniti dovrebbero andare in scadenza mutui del
settore commerciale per circa 270 miliardi di dollari. Settimanale
Un problema
notevole per il settore dell’immobiliare commerciale statunitense, che potrebbe
diventare catastrofico per quello bancario. Gran parte dei mutui in scadenza
(circa il 70% del totale) sono detenuti da banche di piccole o medie
dimensioni, quelle con meno di 250 miliardi di dollari di attivi.
La soglia è
importante, perché una delle prime misure adottate dall’amministrazione Trump nel
2018 è stata quella di esentare gli istituti con meno di 250 miliardi di
dollari di attivi dal rispetto delle stesse regole prudenziali e di
solidità patrimoniale che devono soddisfare le banche di maggiori
dimensioni negli Stati Uniti (e qualsiasi banca, indipendentemente dalla
dimensione, in Europa). Banche che si possono quindi trovare in difficoltà
anche in caso di perdite relativamente piccole.
«La storia
non si ripete, ma spesso fa rima»
Silicon
Vally Bank è
saltata per una perdita di 1,8 miliardi di dollari nel proprio
portafogli obbligazionario. Cosa potrebbe succedere al sistema delle banche
statunitensi medio-piccole con 270 miliardi di dollari di prestiti immobiliari
a rischio? Attenzione: parliamo dei prestiti giudicati appunto più a
rischio nei prossimi mesi. Una crisi trascinerebbe al ribasso l’intero
settore dell’immobiliare commerciale, che vale qualcosa come 20 trilioni (migliaia di miliardi) di
dollari.
Tutto questo
andrebbe a pesare su un sistema, quello delle banche americane di medie
dimensioni, che se la passa già tutt’altro che bene. In seguito alle vicende
della Silicon Vally Bank, nell’ultimo mese sono molte le banche che hanno
perso in Borsa il 30%, 40% o anche più del 50% del proprio valore. Il
problema non è tanto per gli azionisti che vedono ridursi il proprio
investimento. Tutti i criteri di solidità per le banche sono fondati sul
patrimonio proprio di cui dispongono. Tale patrimonio è strettamente
legato al valore delle azioni, e al momento è ai minimi, rendendo tali banche
già parecchio fragili.
Ci troviamo
quindi di fronte a un sistema bancario in difficoltà finanziaria e peggio
ancora in crisi di fiducia, sul quale potrebbe abbattersi una crisi del settore immobiliare. Ricorda
qualcosa? Per capire quali potrebbero essere le conseguenze, proviamo a
rileggere i primi due paragrafi. Riprendendo un celebre aforisma di Mark
Twain, la storia non si ripete, ma spesso fa rima.
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