domenica 9 aprile 2023

scuole senza pace

 

Sotto quello stormo nero - Antonio Mazzeo

In fondo, poi, siamo stati sempre convinti che per spiegare le ragioni inconfessabili della guerra ci fosse bisogno dei classici vecchi trucchi, quelli che hanno sempre funzionato: si uccide in nome della pace, perché ce lo chiede un dio, per portare la civiltà e il progresso dove non c’erano e infine, per dirla in modo consono agli ultimi decenni, per difendere o esportare la democrazia. E invece no. C’eravamo distratti. Dalle scuole siciliane ci arriva un messaggio diverso, di una chiarezza esemplare, agghiacciante. Un messaggio da leggere fino in fondo – se digerite bene – nell’articolo che ci manda Antonio Mazzeo: non c’è mica bisogno di usare tanti sotterfugi, soprattutto con le piccole menti da forgiare al coraggio, basta esaltare “le gloriose tradizioni che hanno visto le imprese di uomini e donne portare ovunque il Tricolore nazionale”. Imprese come quelle dello Stormo di Trapani, esempio fulgido della missione cardine dell’Aeronautica militare italiana: la sorveglianza dei cieli del Paese e degli spazi euro-atlantici, per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, “tramite sistemi integrati sin dal tempo di pace” (perché adesso, bambini miei, dovete sapere che, sebbene talvolta si esiti a dirlo, siamo in altro tempo e in un altro gioco) con quelli delle altre Nazioni appartenenti alla NATO. Eccola, la scuola al tempo della guerra. Potrebbe fare invidia a quella degli anni di Giovanni Pascoli – è da un verso della sua Ode a Bismark che prendiamo in prestito il nostro titolo – in cui magari una bella gita scolastica poteva servire a spiegare come la guerra fosse occasione necessaria a riscattare l’onore italico umiliato dalla piaga dell’emigrazione e a dimostrare di essere una vera Nazione, capace di difendere i propri figli

Ci saranno pure le bambine e i bambini delle scuole dell’infanzia trapanesi all’Open Day del 37° Stormo nello scalo aeroportuale NATO di Trapani Birgi, martedì 28 marzo, per celebrare con avieri, cacciabombardieri ed elicotteri da guerra il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare italiana. Momenti clou dell’evento a cui parteciperanno centinaia di studenti delle scuole della Sicilia occidentale, la mostra statica dei cacciabombardieri Eurofighter Typhoon F-2000 (velivoli d’attacco al suolo impiegati in innumerevoli operazioni belliche) e dei nuovi elicotteri multiruolo HH-139 AgustaWestland, l’apertura del museo storico, la visita agli stand espositivi sulla storia, le prodezze e i sistemi d’arma dell’Aeronautica, alcune dimostrazioni sportive ginnico-militari e – dulcis in fundo – l’estrazione di una riffa benefica per l’iniziativa “Un dono dal cielo” a favore della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.

 

L’incredibile partecipazione alla parata castrense delle bambine e dei bambini trapanesi di età compresa tra i tre e i dieci anni è stata annunciata dalla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Luigi Sturzo – Asta” di Marsala. Con una circolare inviata ai docenti e ai genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e primaria, la professoressa Anna Maria Alagna ha comunicato che “il giorno 28 marzo 2023, alle 9, alcune sezioni/classi si recheranno presso la sede dell’Aeronautica militare, sita a Birgi, per assistere all’evento  Open day 100 anni di Aeronautica Militare”. Due i punti di raduno a seconda delle sezioni-plesso partecipanti. “Al termine, intorno alle 13,30, le classi rientreranno nei rispettivi plessi di appartenenza”, conclude la dirigente. Lo scalo militare sarà visitato da nove classi dell’infanzia (3-5 anni) con 34 insegnanti, mentre per la primaria (dai 5 ai 10 anni) è prevista la partecipazione di cinque prime, quattro seconde, cinque terze, sei quarte e sei quinte, con oltre settanta docenti-accompagnatori.

All’Open Day nella base NATO siciliana ci saranno anche numerosissimi studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il Liceo Classico-Scientifico “Fardella – Ximenes” di Trapani schiererà negli hangar e nei piazzali di caccia ed elicotteri 205 alunni di nove classi terze, più una decina di insegnanti. Per loro, al termine della kermesse, nessun rientro in classe. “Ritornati a Trapani, alunni e docenti saranno liberi da ulteriori impegni scolastici”, recita la circolare a firma del dirigente scolastico prof. Filippo De Vincenzi.

Ancora da definire il numero di classi e accompagnatori dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Vittorio Emanuele III” di Palermo. Per i docenti coordinatori “interessati a partecipare” c’era tempo fino al 15 marzo per far pervenire la loro richiesta al preside Prof. Carmelo Ciringione. “In base al numero di richieste ricevute si predisporrà il servizio pullman a noleggio fino ad esaurimento disponibilità”, si legge nella circolare d’istituto. Chi si farà carico delle spese di viaggio da Palermo a Trapani Birgi? “Il costo del pullman e altri dettagli organizzativi saranno comunicati successivamente”, specifica il dirigente, lasciando intendere che saranno le famiglie a mettere mano al portafoglio per poter visitare la base dell’Aeronautica.

All’Istituto Comprensivo “Eugenio Pertini” di Trapani gli alunni di una quinta classe della primaria e di due classi della scuola media saranno condotti a Birgi in auto dai genitori e “lì saranno attesi” da nove insegnanti-accompagnatori. Tutta da leggere la circolare a firma della dott.ssa Maria Laura Lombardo, dirigente della scuola che porta il nome di un generoso antifascista ligure barbaramente assassinato il 20 aprile 1945 nel lager di Flossemburg (tra Norimberga e Praga), fratello del futuro presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, quello del si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte e si colmino i granai, sorgente di vita. “Il Centenario del 37° Stormo sarà l’occasione per ripercorrere l’evoluzione dello strumento aereo fino ad arrivare al dominio nella dimensione aerospaziale e raccontando chi siamo stati, cosa rappresentiamo oggi e come ci vediamo domani”, scrive la dirigente Lombardo. “Un percorso di storia e gloriose tradizioni che hanno visto le imprese di uomini e donne portare ovunque il Tricolore nazionale e i valori di libertà e democrazia che esso rappresenta, con passione ed orgoglio”.

Tale visita si inserisce in un più grande percorso aperto a tutta la cittadinanza, per cui per l’intera giornata chi vorrà potrà recarsi al 37° Stormo, dalle 8.30 alle 15.30 e nel corso della giornata sarà possibile effettuare un emozionante percorso mirato alla conoscenza della storia e delle capacità del 37° Stormo e degli altri enti ubicati sullo stesso aeroporto”, prosegue la circolare dell’I.C. “Eugenio Pertini”. Poi la descrizione delle attività previste per l’Open Day, riprese integralmente dal comunicato dell’ufficio stampa dell’Aeronautica. “La giornata inizierà con la cerimonia dell’Alzabandiera Solenne e la commemorazione dei Caduti, a cui prenderanno parte anche autorità politiche, amministrative, militari e religiose del territorio e della regione. Sarà poi possibile visitare una mostra statica di velivoli, un museo storico, stand espositivi dell’Aeronautica Militare e delle eccellenze locali, a testimonianza del legame tra la Forza Armata e il territorio, nonché assistere a eventi dimostrativi di sport, cultura ed enogastronomia. Durante la manifestazione, gli ospiti avranno la possibilità di sostenere l’A.I.R.C. con una beneficenza volontaria, associata ad una riffa gratuita che vedrà qualche generoso sostenitore vincere la possibilità vivere esperienze uniche del mondo aeronautico”.

“I visitatori – continua la circolare scuola-caserma – potranno dunque scoprire le tradizioni e le capacità dell’Aeronautica Militare e conoscere le attività che il 37° Stormo svolge quotidianamente a favore del territorio e della collettività locale e nazionale. In particolare lo Stormo garantisce quella che è la missione cardine dell’Aeronautica militare e cioè la sorveglianza dei cieli del Paese e degli spazi euro-atlantici, per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, tramite sistemi integrati sin dal tempo di pace con quelli delle altre Nazioni appartenenti alla NATO”. A conclusione della visita gli alunni, prelevati dai genitori, potranno fare rientro a casa, chiude la dott.ssa Maria Laura Lombardo.

Nessun accenno da parte dei presidi e dei docenti al ruolo chiave assunto dallo scalo aeroportuale di Trapani Birgi in alcuni dei più drammatici e sanguinosi conflitti dell’ultimo ventennio, come ad esempio la campagna di bombardamenti della coalizione NATO contro la Libia nel 2011: al tempo nell’aeroporto siciliano furono rischierati quasi tutti i cacciabombardieri dell’Aeronautica italiana impiegati nei raid (710 le  bombe e i missili sganciati in territorio libico). Inoltre Trapani-Birgi fu la piattaforma avanzata per il 14% di tutte le sortite aeree della coalizione multinazionale anti-Gheddafi e dallo scalo transitarono pure 300 aerei cargo e circa 2.000 tonnellate di materiale. E dalla Forward Operating Base (FOB) di Birgi, uno dei quattro centri di cui dispone ancora oggi la NATO nello scacchiere europeo, hanno operato anche gli aerei radar AWACS, “assetti essenziali alle operazioni aeree per garantire una efficace capacità di comando e controllo”, come riferì lo Stato maggiore dell’Aeronautica alla fine delle operazioni in Libia. L’aeroporto siciliano che si aprirà alle visite guidate di bambini e adolescenti funge da dieci anni anche da poligono sperimentale dei nuovi droni killer prodotti dal complesso militare-industriale italiano ed estero. Evoluzioni spericolate sui cieli della provincia di Trapani e sulle isole Egadi conclusesi più di una volta con la perdita del controllo dei velivoli senza pilota e la loro scomparsa in mare. Un devastante processo di militarizzazione del territorio e della società che martedì 28 sarà celebrato con “educatori” e discenti emozionati e commossi, sull’attenti, in riga e mano al cuore.

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Macchine da guerra - Claudio Tosi

 

Spett. IC “Luigi Sturzo – Asta”
c.a. Dirigente Scolastico, Prof.ssa Anna Maria Alagna

Gentile Dirigente, leggo con interesse l’articolo pubblicato da Comune-info sulla partecipazione dei suoi studenti all’incontro del 28 marzo (Sotto quello stormo nero) e mi permetto di scriverle per porle qualche riflessione e, sperabilmente, avere da lei un chiarimento.

Ho avuto recentemente occasione di occuparmi di questo tema, all’interno del mio interesse per la formazione dei giovani (i Cemea sono un ente educativo che si occupa di metodologie attive) e del Servizio Civile, che invita i giovani a contribuire con un anno della loro vita ad esperienze solidali nell’ottica della cura delle comunità in maniera non armata e nonviolenta. Proprio in questa veste ho incontrato la realtà di una crescente presenza dell’esercito nel mondo della scuola (Le Vie della Nonviolenza: pari dignità alla difesa civile non armata). L’evento cui parteciperete si inserisce in questo, è il caso di dirlo, “allarmante” filone. Cosa si vuole offrire ai bambini e giovani con questi incontri? È il vecchio fascino della divisa che rende queste manifestazioni così appetibili? C’è l’incontro con la tecnologia d’avanguardia che incuriosisce? Si tratta di una doverosa riconoscenza a forze presenti sul territorio che portano famiglie alla scuola? Se si va più nel dettaglio dell’iniziativa ci si rende conto che l’esposizione dei bambini a questi macchinari non potrà che rendere “mitico” il dolore che essi infliggono e l’intenzione che li rende così potenti e all’avanguardia. Sono macchine da guerra. La loro esistenza è giustificata dall’idea che ci siano nemici da abbattere. La loro storia, anche recente, è macchiata di sangue e di sopraffazione.

Le persone che vi accoglieranno non sono certo mostri, anzi, padri e madri di famiglia e probabilmente del territorio. Ma la loro scelta è di essere membri di un corpo d’arma che spegne il loro libero arbitrio e giustifica, anche alle loro coscienze, errori e offese compiute (se non stragi) con il principio dell’obbedienza.

Quest’anno si celebra il centenario di Don Milani, che fu uno dei protagonisti di quel dibattito nazionale che portò alla possibilità per i giovani di offrire il proprio servizio alla patria senza spegnere la propria coscienza, ma in nome di essa. E l’intervento con cui Don Milani giustificò la sua presa di posizione aveva questo motto: l’obbedienza non è più una virtù. Per Lei, che dirige una scuola pubblica che fa del pieno sviluppo della personalità di ciascun alunno il suo più alto obiettivo, sono sicuro che queste parole non possono che essere da guida.

È con attenzione e interesse vivissimo che mi auguro Lei possa trovare il tempo di rispondere a questa mia. Sarà un piacere continuare a riflettere su come diffondere la differenza che passa tra l’intendere la Difesa come contrasto o, invece, senso di Cura.

Distinti saluti, Claudio Tosi

da qui

2 commenti:

  1. Ci sono persone che vanno a vedere ogni anno le frecce tricolori, che pagniamo con le nostre tasche, come se fossero unospettacolo bellissimo. Poi parlano di risparmiare energia, carburante, di non inquinare l'aria e che fanno? Fanno volare questi aerei che costano un botto solo per divertimento.

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    1. le contraddizioni e le follie dei guerrafondai sembrano inattaccabili, per ora

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