Sotto quello stormo nero - Antonio Mazzeo
In fondo, poi, siamo
stati sempre convinti che per spiegare le ragioni inconfessabili della guerra
ci fosse bisogno dei classici vecchi trucchi, quelli che hanno sempre
funzionato: si uccide in nome della pace, perché ce lo chiede un dio, per
portare la civiltà e il progresso dove non c’erano e infine, per dirla in modo
consono agli ultimi decenni, per difendere o esportare la democrazia. E invece
no. C’eravamo distratti. Dalle scuole siciliane ci arriva un messaggio diverso,
di una chiarezza esemplare, agghiacciante. Un messaggio da leggere fino in
fondo – se digerite bene – nell’articolo che ci manda Antonio Mazzeo: non c’è
mica bisogno di usare tanti sotterfugi, soprattutto con le piccole menti da
forgiare al coraggio, basta esaltare “le gloriose tradizioni che hanno visto le
imprese di uomini e donne portare ovunque il Tricolore nazionale”. Imprese come
quelle dello Stormo di Trapani, esempio fulgido della missione cardine
dell’Aeronautica militare italiana: la sorveglianza dei cieli del Paese e degli
spazi euro-atlantici, per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, “tramite sistemi
integrati sin dal tempo di pace” (perché adesso, bambini miei, dovete sapere
che, sebbene talvolta si esiti a dirlo, siamo in altro tempo e in un altro
gioco) con quelli delle altre Nazioni appartenenti alla NATO. Eccola, la scuola
al tempo della guerra. Potrebbe fare invidia a quella degli anni di Giovanni
Pascoli – è da un verso della sua Ode a
Bismark che prendiamo in prestito il nostro titolo – in cui magari una bella
gita scolastica poteva servire a spiegare come la guerra fosse occasione
necessaria a riscattare l’onore italico umiliato dalla piaga dell’emigrazione e
a dimostrare di essere una vera Nazione, capace di difendere i propri figli
Ci saranno pure le bambine e i bambini delle scuole dell’infanzia trapanesi
all’Open Day del 37° Stormo nello scalo aeroportuale NATO di Trapani Birgi,
martedì 28 marzo, per celebrare con avieri, cacciabombardieri ed
elicotteri da guerra il Centenario della costituzione
dell’Aeronautica Militare italiana. Momenti clou dell’evento a cui
parteciperanno centinaia di studenti delle scuole della Sicilia occidentale,
la mostra statica dei cacciabombardieri Eurofighter Typhoon
F-2000 (velivoli d’attacco al suolo impiegati in innumerevoli
operazioni belliche) e dei nuovi elicotteri multiruolo HH-139
AgustaWestland, l’apertura del museo storico, la visita
agli stand espositivi sulla storia, le prodezze e i sistemi d’arma
dell’Aeronautica, alcune dimostrazioni sportive ginnico-militari
e – dulcis in fundo – l’estrazione di una riffa
benefica per l’iniziativa “Un dono dal cielo” a favore della
Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
L’incredibile partecipazione alla parata castrense delle bambine e dei
bambini trapanesi di età compresa tra i tre e i dieci anni è stata annunciata
dalla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Luigi Sturzo – Asta” di
Marsala. Con una circolare inviata ai docenti e ai genitori degli alunni della
scuola dell’infanzia e primaria, la professoressa Anna Maria Alagna ha
comunicato che “il giorno 28 marzo 2023, alle 9, alcune sezioni/classi si
recheranno presso la sede dell’Aeronautica militare, sita a Birgi, per
assistere all’evento Open day 100 anni di Aeronautica Militare”.
Due i punti di raduno a seconda delle sezioni-plesso partecipanti. “Al termine,
intorno alle 13,30, le classi rientreranno nei rispettivi plessi di appartenenza”,
conclude la dirigente. Lo scalo militare sarà visitato da nove classi
dell’infanzia (3-5 anni) con 34 insegnanti, mentre per la primaria (dai 5 ai 10
anni) è prevista la partecipazione di cinque prime, quattro seconde, cinque
terze, sei quarte e sei quinte, con oltre settanta docenti-accompagnatori.
All’Open Day nella base NATO siciliana ci saranno anche
numerosissimi studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il Liceo
Classico-Scientifico “Fardella – Ximenes” di Trapani schiererà negli hangar e
nei piazzali di caccia ed elicotteri 205 alunni di nove classi terze, più una
decina di insegnanti. Per loro, al termine della kermesse, nessun
rientro in classe. “Ritornati a Trapani, alunni e docenti saranno liberi da
ulteriori impegni scolastici”, recita la circolare a firma del dirigente
scolastico prof. Filippo De Vincenzi.
Ancora da definire il numero di classi e accompagnatori dell’Istituto
Tecnico Tecnologico “Vittorio Emanuele III” di Palermo. Per i docenti
coordinatori “interessati a partecipare” c’era tempo fino al 15 marzo per far
pervenire la loro richiesta al preside Prof. Carmelo Ciringione. “In base al
numero di richieste ricevute si predisporrà il servizio pullman a noleggio fino
ad esaurimento disponibilità”, si legge nella circolare d’istituto. Chi si farà
carico delle spese di viaggio da Palermo a Trapani Birgi? “Il costo del pullman
e altri dettagli organizzativi saranno comunicati successivamente”, specifica
il dirigente, lasciando intendere che saranno le famiglie a mettere mano al
portafoglio per poter visitare la base dell’Aeronautica.
All’Istituto Comprensivo “Eugenio Pertini” di Trapani gli alunni di una
quinta classe della primaria e di due classi della scuola media saranno
condotti a Birgi in auto dai genitori e “lì saranno attesi” da nove
insegnanti-accompagnatori. Tutta da leggere la circolare a firma della dott.ssa
Maria Laura Lombardo, dirigente della scuola che porta il nome di un generoso
antifascista ligure barbaramente assassinato il 20 aprile 1945 nel lager di
Flossemburg (tra Norimberga e Praga), fratello del futuro presidente della
Repubblica italiana Sandro Pertini, quello del si svuotino gli arsenali
di guerra, sorgente di morte e si colmino i granai, sorgente di vita. “Il
Centenario del 37° Stormo sarà l’occasione per ripercorrere l’evoluzione dello
strumento aereo fino ad arrivare al dominio nella dimensione aerospaziale
e raccontando chi siamo stati, cosa rappresentiamo oggi e come ci vediamo
domani”, scrive la dirigente Lombardo. “Un percorso di storia e gloriose
tradizioni che hanno visto le imprese di uomini e donne portare ovunque il
Tricolore nazionale e i valori di libertà e democrazia che esso rappresenta,
con passione ed orgoglio”.
“Tale visita si inserisce in un più grande percorso aperto a tutta la
cittadinanza, per cui per l’intera giornata chi vorrà potrà recarsi al 37°
Stormo, dalle 8.30 alle 15.30 e nel corso della giornata sarà possibile
effettuare un emozionante percorso mirato alla conoscenza della storia e delle
capacità del 37° Stormo e degli altri enti ubicati sullo stesso aeroporto”,
prosegue la circolare dell’I.C. “Eugenio Pertini”. Poi la descrizione delle
attività previste per l’Open Day, riprese integralmente dal comunicato
dell’ufficio stampa dell’Aeronautica. “La giornata inizierà con la cerimonia
dell’Alzabandiera Solenne e la commemorazione dei Caduti, a cui
prenderanno parte anche autorità politiche, amministrative, militari e
religiose del territorio e della regione. Sarà poi possibile visitare una
mostra statica di velivoli, un museo storico, stand espositivi dell’Aeronautica
Militare e delle eccellenze locali, a testimonianza del legame tra la Forza
Armata e il territorio, nonché assistere a eventi dimostrativi di sport,
cultura ed enogastronomia. Durante la manifestazione, gli ospiti avranno la
possibilità di sostenere l’A.I.R.C. con una beneficenza volontaria, associata
ad una riffa gratuita che vedrà qualche generoso sostenitore vincere la
possibilità vivere esperienze uniche del mondo aeronautico”.
“I visitatori – continua la circolare scuola-caserma – potranno dunque
scoprire le tradizioni e le capacità dell’Aeronautica Militare e conoscere le
attività che il 37° Stormo svolge quotidianamente a favore del territorio e
della collettività locale e nazionale. In particolare lo Stormo garantisce
quella che è la missione cardine dell’Aeronautica militare e cioè la
sorveglianza dei cieli del Paese e degli spazi euro-atlantici, per 365 giorni
all’anno, 24 ore su 24, tramite sistemi integrati sin dal tempo di pace con
quelli delle altre Nazioni appartenenti alla NATO”. A conclusione della
visita gli alunni, prelevati dai genitori, potranno fare rientro a casa,
chiude la dott.ssa Maria Laura Lombardo.
Nessun accenno da parte dei presidi e dei docenti al ruolo chiave assunto
dallo scalo aeroportuale di Trapani Birgi in alcuni dei più drammatici e
sanguinosi conflitti dell’ultimo ventennio, come ad esempio la campagna di
bombardamenti della coalizione NATO contro la Libia nel 2011: al tempo
nell’aeroporto siciliano furono rischierati quasi tutti i cacciabombardieri
dell’Aeronautica italiana impiegati nei raid (710 le bombe e i missili
sganciati in territorio libico). Inoltre Trapani-Birgi fu la piattaforma
avanzata per il 14% di tutte le sortite aeree della coalizione
multinazionale anti-Gheddafi e dallo scalo transitarono pure 300 aerei cargo e
circa 2.000 tonnellate di materiale. E dalla Forward Operating
Base (FOB) di Birgi, uno dei quattro centri di cui dispone ancora oggi
la NATO nello scacchiere europeo, hanno operato anche gli aerei radar AWACS,
“assetti essenziali alle operazioni aeree per garantire una efficace capacità
di comando e controllo”, come riferì lo Stato maggiore dell’Aeronautica alla
fine delle operazioni in Libia. L’aeroporto siciliano che si aprirà
alle visite guidate di bambini e adolescenti funge da dieci anni anche da
poligono sperimentale dei nuovi droni killer prodotti dal complesso
militare-industriale italiano ed estero. Evoluzioni spericolate sui
cieli della provincia di Trapani e sulle isole Egadi conclusesi più di una
volta con la perdita del controllo dei velivoli senza pilota e la loro
scomparsa in mare. Un devastante processo di militarizzazione del
territorio e della società che martedì 28 sarà celebrato con
“educatori” e discenti emozionati e commossi, sull’attenti, in riga e mano al
cuore.
Macchine da guerra - Claudio Tosi
Spett. IC “Luigi Sturzo – Asta”
c.a. Dirigente Scolastico, Prof.ssa Anna Maria Alagna
Gentile Dirigente, leggo con interesse l’articolo pubblicato da Comune-info
sulla partecipazione dei suoi studenti all’incontro del 28 marzo (Sotto quello stormo nero) e mi permetto di scriverle per porle
qualche riflessione e, sperabilmente, avere da lei un chiarimento.
Ho avuto recentemente occasione di occuparmi di questo tema, all’interno
del mio interesse per la formazione dei giovani (i Cemea sono un ente educativo
che si occupa di metodologie attive) e del Servizio Civile, che invita i
giovani a contribuire con un anno della loro vita ad esperienze solidali
nell’ottica della cura delle comunità in maniera non armata e
nonviolenta. Proprio in questa veste ho incontrato la realtà di una
crescente presenza dell’esercito nel mondo della scuola (Le Vie della Nonviolenza: pari dignità alla difesa civile non armata). L’evento cui
parteciperete si inserisce in questo, è il caso di dirlo, “allarmante”
filone. Cosa si vuole offrire ai bambini e giovani con questi incontri? È
il vecchio fascino della divisa che rende queste manifestazioni così
appetibili? C’è l’incontro con la tecnologia d’avanguardia che incuriosisce? Si
tratta di una doverosa riconoscenza a forze presenti sul territorio che portano
famiglie alla scuola? Se si va più nel dettaglio dell’iniziativa ci si
rende conto che l’esposizione dei bambini a questi macchinari non potrà che
rendere “mitico” il dolore che essi infliggono e l’intenzione che li rende così
potenti e all’avanguardia. Sono macchine da guerra. La loro esistenza è
giustificata dall’idea che ci siano nemici da abbattere. La loro storia, anche
recente, è macchiata di sangue e di sopraffazione.
Le persone che vi accoglieranno non sono certo mostri, anzi, padri e madri
di famiglia e probabilmente del territorio. Ma la loro scelta è di essere
membri di un corpo d’arma che spegne il loro libero arbitrio e giustifica,
anche alle loro coscienze, errori e offese compiute (se non stragi) con
il principio dell’obbedienza.
Quest’anno si celebra il centenario di Don Milani, che fu uno dei
protagonisti di quel dibattito nazionale che portò alla possibilità per i
giovani di offrire il proprio servizio alla patria senza spegnere la propria
coscienza, ma in nome di essa. E l’intervento con cui Don Milani giustificò la
sua presa di posizione aveva questo motto: l’obbedienza non è più una virtù.
Per Lei, che dirige una scuola pubblica che fa del pieno sviluppo della
personalità di ciascun alunno il suo più alto obiettivo, sono sicuro che queste
parole non possono che essere da guida.
È con attenzione e interesse vivissimo che mi auguro Lei possa trovare il
tempo di rispondere a questa mia. Sarà un piacere continuare a riflettere su
come diffondere la differenza che passa tra l’intendere la Difesa come
contrasto o, invece, senso di Cura.
Distinti saluti, Claudio Tosi
Ci sono persone che vanno a vedere ogni anno le frecce tricolori, che pagniamo con le nostre tasche, come se fossero unospettacolo bellissimo. Poi parlano di risparmiare energia, carburante, di non inquinare l'aria e che fanno? Fanno volare questi aerei che costano un botto solo per divertimento.
RispondiEliminale contraddizioni e le follie dei guerrafondai sembrano inattaccabili, per ora
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