Destabilizzazione politica, marginalizzazione economica:
il risultato è un sistema di apartheid globale.
Dal caos sapientemente prodotto e governato (guerre e migrazioni) si sta
alimentando la domanda di un
“nuovo” ordine mondiale, quello della globalizzazione. Questo viene oggi servito per garantire che tutto cambi
per dare spazio e proteggere i nuovi poteri finanziari e militari.
Diritti, sindacati, partiti, democrazia, società civile,
cosviluppo sono un ricordo del passato, il crollo di un’utopia. Il nuovo ordine
si chiama Globalizzazione e le sue istituzioni governano il disordine mondiale. Opporsi sembra oggi impossibile perché dalla disperazione non nascono solidarietà e unità, ma solo
divisioni e “guerre civili”. Infatti,
i sistemi di welfare europeo sono stati travolti senza alcuna resistenza.
La loro forza consisteva anzitutto nella capacità di coniugare
crescita economica, e diffusione del welfare dentro i valori comunitari dello
Stato nazionale. La “governance” dei nuovi poteri è assicurata oggi dalle istituzioni militari
(Nato), dal Big Business (energetico, industriale, tecnologico), e da pochi
centri di potere della finanza internazionale. Impedire a questa “governance” di funzionare mettendo sabbia nei
suoi meccanismi e distruggendo le sue istituzioni, è il passo necessario per
ridare spazi di democrazia e ossigeno agli Stati nazionali, che oggi sono soffocati in Europa dentro la camicia di
forza dell’Unione europea.
Le guerre e le migrazioni sono gli strumenti utilizzati
dalla Troika per impedire ogni alternativa. Per impedire che le crisi si trasformassero in nuove solidarietà sono
state introdotte misure
che proibiscono la solidarietà tra i popoli come avviene oggi con l’occupazione
della Banca Centrale Europea affidata alla guida gelida e
sapiente di uno dei maggiori “sicari dell’economia”. Una Banca Centrale che finanzia guerre, rapine, garantisce con il
ricatto la dipendenza dei governi dalla Troika. Da qui bisogna ripartire, non frammentando le lotte e le
domande di nuova economica, ma unificandole per rovesciare questo
che è il più grande ostacolo al cambiamento e per porre fine al massacro e impoverimento delle masse.
Le guerre e le migrazioni sono oggi un grande business che serve a
dividere alternative e opposizioni:
dividendo gli Stati europei nella camicia di forza delle norme dettate dai
vincoli di bilancio sapientemente introdotte al momento giusto, dividendo la
società civile (Ong ecc.) attratta da finanziamenti (gli “aiuti” che servono si
a garantirgli la sopravvivenza ma di certo non a porre fine allo scempio),
dividendo il mondo del lavoro offrendo privilegi a chi partecipa al dividendo
della guerra.
La Campagna Dip (Dichiariamo Guerra alla Povertà) è nata su questa
analisi e su queste premesse, cercando di contribuire alla creazione di una
nuova resistenza, che travolga le divisioni e
gli interessi particolari e organizzi un movimento di disobbedienza civile e di solidarietà attiva che
contrasti le soluzioni criminali e illusorie che si cerca di contrabbandare
tramite i mass media. La prima fortezza da
espugnare è la Banca Centrale Europea, di cui va abolita a furore di popolo l’autonomia dalla
politica e dalle istituzioni nazionali, e le cui funzioni devono avere come
obiettivo il divieto di finanziare guerre, di favorire speculazioni
finanziarie, di agire in modo autonomo sulle scelte politiche dell’Ue e dei singoli
Stati.
Nel contempo va intensificata la denuncia del ruolo svolto dai
sicari dell’economia, a iniziare da Mario Draghi, richiedendo e attuando la costituzione di un tribunale
popolare che raccolga i documenti necessari per l’esproprio di tutti i beni accumulati
e il risarcimento dei danni prodotti con la speculazione finanziaria ai danni
dei cittadini, le guerre e la migrazioni.
da qui
QUI Bruno Amoroso spiega, con chiarezza, cosa è successo e sta succedendo in questi tempi.
(Bruno Amoroso si è laureato in economia all'Università La Sapienza di Roma, sotto la guida di Federico Caffè. Negli anni dal 1970 al 1972 è stato ricercatore e docente all'Università di Copenaghen. Dal 1972 al 2007 ha insegnato all'Università di Roskilde, in Danimarca, dove ha ricoperto la cattedra Jean Monnet, presso la quale è professore emerito. Direttore della Facoltà di economia del Centro studi Eurispes, Roma.
QUI Bruno Amoroso spiega, con chiarezza, cosa è successo e sta succedendo in questi tempi.
(Bruno Amoroso si è laureato in economia all'Università La Sapienza di Roma, sotto la guida di Federico Caffè. Negli anni dal 1970 al 1972 è stato ricercatore e docente all'Università di Copenaghen. Dal 1972 al 2007 ha insegnato all'Università di Roskilde, in Danimarca, dove ha ricoperto la cattedra Jean Monnet, presso la quale è professore emerito. Direttore della Facoltà di economia del Centro studi Eurispes, Roma.
Amoroso
è docente all'International University Bac Ha di Hanoi, nel Vietnam.
È stato visiting professor in vari atenei, tra cui l'Università della Calabria, la Sapienza di
Roma, l'Atılım Üniversitesi di Ankara,
l'Università di Bari
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