I
bombardamenti russi in Siria vanno avanti ormai da una settimana e la cosa non
piace agli Stati Uniti e ad altri paesi della Nato, che già da un anno sono
impegnati militarmente sullo stesso terreno. I russi, dicono, non stanno
bombardando le persone giuste, uccidono i civili, sono spietati, pericolosi,
semplicemente malvagi.
Lo scorso
fine settimana la Nato ha messo in guardia contro “l’estremo pericolo derivante
da un comportamento così irresponsabile”, e ha intimato alla Russia di
interrompere le operazioni. Quando un aereo russo ha sconfinato in Turchia per
qualche minuto, il segretario di stato americano John Kerry ha dichiarato che i
turchi avrebbero avuto tutto il diritto di abbatterlo.
Il tempo era
cattivo, l’obiettivo era vicino al confine e i russi si sono scusati, eppure il
segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che l’incursione
“non sembra un incidente”. E quindi da cosa sarebbe stata motivata? Forse i
piloti russi si annoiano e fanno a gara per vedere chi riesce a rimanere nello
spazio aereo turco il più a lungo possibile senza essere abbattuto?
Che gli Stati Uniti diano lezioni etiche ai russi a proposito di
bombardamenti aerei è particolarmente fuori luogo
In più, da
quel che ci viene detto, i perfidi russi stanno uccidendo dei civili con le
loro bombe. Sì, certo che è così. Ma lo stesso sta facendo la coalizione
guidata dagli Stati Uniti con le sue, di bombe. A meno di non trovarsi in
guerra in mare aperto o in pieno deserto, ci saranno sempre dei civili nella
stessa area in cui si trovano i bersagli “legittimi”.
Che gli
Stati Uniti diano lezioni etiche ai russi a proposito di bombardamenti aerei è
particolarmente fuori luogo, visto che allo stesso tempo stanno cercando di
spiegare perché il 3 ottobre la loro aviazione abbia bombardato un ospedale in
Afghanistan, uccidendo 22 civili. Né gli statunitensi né i russi traggono alcun
giovamento dall’uccidere dei civili: è solo un inevitabile effetto collaterale
dei bombardamenti.
La critica
principale degli occidentali è che i russi stanno bombardando le persone
sbagliate. Ma contrariamente a quanto affermano gli statunitensi e gli europei,
i russi stanno davvero bombardando le persone “giuste”, ovvero i jihadisti
dello Stato islamico che le forze aeree occidentali hanno colpito nel corso
dell’ultimo anno. Però i russi stanno bombardando anche il Fronte al nusra e
Ahrar al sham. Potrebbero colpire anche le truppe dell’Esercito siriano libero,
se riuscissero a trovarne.
Distinzioni che creano confusione
I russi non
capiscono che queste persone stanno cercando di rovesciare il malvagio
dittatore siriano Bashar al Assad, mentre i crudeli fanatici del gruppo Stato
islamico stanno cercando di… Be’, stanno cercando anche loro di rovesciare il
malvagio dittatore Assad. Il che ci porta al cuore della questione.
La
propaganda occidentale fa una distinzione sistematica tra lo Stato islamico
(cattivo) e le forze di “opposizione” (ovvero tutti gli altri gruppi). Il
problema è che tra loro c’è davvero poca differenza: vogliono tutti rovesciare
il regime siriano, e sono tutti jihadisti, fatta eccezione per quel che rimane
dell’Esercito siriano libero.
Il Fronte al
nusra è stato creato nel 2012 come filiale siriana del gruppo Stato islamico,
da cui si è separata quest’anno in seguito a una disputa tattica e
territoriale. Oggi è diventata la filiale siriana di Al Qaeda. Anche Ahrar al
sham è stata fondata da un membro di Al Qaeda ed è alleata del Fronte al nusra.
Prima che le esigenze propagandistiche del momento cambiassero, anche gli Stati
Uniti ammettevano che c’era stato un tracollo tra gli elementi “moderati”
dell’opposizione siriana.
Non ci sono
statistiche affidabili al riguardo, ma è ragionevole pensare che il 35 per
cento delle truppe ribelli che si oppongono al regime di Assad appartenga al
gruppo Stato islamico, un altro 35 per cento al Fronte al nusra, il 20 per
cento ad Ahrar al sham, mentre del restante 10 per cento fa parte l’Esercito
siriano libero. In altre parole, almeno il 90 per cento delle opposizioni
armate è composto da jihadisti, e probabilmente non più del 5 per cento da
gruppi laici e favorevoli alla democrazia.
Una fantasia di troppo
Non ci sono
tre alternative in Siria. Ce ne sono solo due: o Bashar al Assad resta al
potere, oppure sarà sostituito dai jihadisti. Sono jihadisti che fanno sul
serio, che odiano la democrazia, decapitano la gente e progettano di rovesciare
tutti gli altri governi arabi prima di lanciarsi alla conquista del resto del
mondo.
Forse
puntano un po’ troppo in alto, ma diventerebbero davvero pericolosi se
potessero disporre delle risorse dello stato siriano, e sarebbero una sciagura
per tutti i siriani che non sono musulmani sunniti. I russi hanno deciso che è
nel loro interesse che Assad sopravviva, e stanno agendo di conseguenza.
Gli Stati
Uniti e i loro alleati, invece, insistono sul fatto che Assad se ne debba
andare per i crimini che ha commesso. Non possono cambiare ritornello senza
perdere la faccia. Per questo non bombardano l’esercito siriano ma continuano a
coltivare la loro fantasia, ovvero che in Siria possa essere creata una qualche
nuova forza capace di sconfiggere sia Assad sia i jihadisti dello Stato
islamico.
Inoltre
anche i leader dei due principali alleati degli Stati Uniti nel mondo
musulmano, la Turchia e l’Arabia Saudita, sono convinti che Assad debba
andarsene (principalmente perché lui è sciita e loro sunniti), e andrebbero su
tutte le furie se gli statunitensi contribuissero a salvarlo.
Per questo,
oltre che per il risentimento statunitense nei confronti della Russia a
proposito dell’Ucraina e l’ostilità che va avanti dai tempi della guerra
fredda, la Nato condanna l’intervento russo in Siria con tanta veemenza. Ma non
sono altro che sciocchezze e ipocrisia.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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