Una due giorni di dibattito e di vere e proprie denunce sugli “orrori” della gestione della scuola da parte della politica, ma anche di proposte. E’ quella che si è svolta a Torino, sabato e domenica, in occasione del congresso nazionale del sindacato di base della scuola CUB SUR.
L’apertura del congresso è toccata ad un prestigioso ospite, Camille
Rességuier del sindacato francese “Sud Education”.
La compagna Camille Rességuier, in particolare, ha
denunciato un « disegno politico sovranazionale sul settore
dell’educazione » a cui occorre rispondere con « l’unità
intersindacale e l’internazionalismo delle lotte » .
Ha quindi spiegato come sia chiara, tanto in Francia come in Italia, la
volontà politica di « esternalizzare l’istruzione in mano alle imprese,
anche regionalizzandola per rispondere alle necessità delle imprese locali ».
In tal senso, in Italia, anche il sistema della formazione post scuola
dell’obbligo individuata negli ITFS [1] – è stato
denunciato dalla portavoce uscente Giovanna Lo Presti – si
risolve in un uso di risorse pubbliche a favore delle aziende private.
Quindi, dopo l’introduzione del coordinatore uscente, Natale
Alfonso, si sono succeduti numerosi interventi dei delegati, circa
sessanta, provenienti da quasi tutta Italia.
Congresso CUB Scuola: dibattito su
strutture, precariato, selezione
Pur se « riconosciuti utili da molti genitori », questi
rappresentano « un sistema di sfruttamento dei minori a favore delle
aziende » ha detto dei PCTO ( la cosiddetta alternanza
scuola-lavoro ) [2], Elisabetta Daina, della CUB di
Milano.
Daina – per fornire un quadro delle risorse che servirebbero alla scuola
pubblica – ha poi ricordato come, dati della fondazione Agnelli [3]
alla mano, occorrerebbero 200 miliardi (11% del PIL) per rinnovare i
circa 40mila edifici scolastici oggi attivi – due terzi dei quali
costruiti prima del 1976 – e che, d’altro canto, sono circa 200mila, il
23%, i docenti precari [4].
Anna Cascioli della CUB Roma ha denunciato la
condizione dei dipendenti delle Coop che forniscono alla scuola
lavoratori quali gli “assistenti studenti non abili”: pagati 8
euro lordi l’ora solo nei mesi di apertura della scuola perché assunti
con contratti part-time verticale e non pagati nei giorni di sciopero, o
comunque di assenza dello studente beneficiario della propria opera.
La richiesta della sindacalista è chiara: occorre « internalizzare »
tali lavoratori.
La richiesta di « lotta contro l’aziendalizzazione della scuola »
è giunta da parte di Barbara Battista pure lei della CUB Roma.
La sindacalista romana ha poi denunciato la « selezione di censo »
del personale scolastico per effetto dell’aumento dei crediti (64 CFU
ora) necessari dopo la laurea per accedere alla professione: « solo
chi ha dietro una famiglia che può investire dei soldi », si può
permettere ulteriori anni di studio.
L’abolizione della 196/90, la legge anti-scioperi, è stata
richiesta da Fabiana Stefanoni della CUB di Modena che si è
poi soffermata sul numero illegale degli alunni per classe che
può raggiungere anche cifre « super drammatiche » quali i
27-28.
CUB: il rinnovo ottenuto dai sindacati
padronali solo una mancetta
« Una mancetta », ha definito quindi Giulia
Bertelli della CUB Torino il rinnovo contrattuale ottenuto dai
sindacati concertativi. Più che un contratto, è stata firmata una « capitolazione »,
secondo ancora la Stefanoni poiché la firma del CCNL è avvenuta « senza
un’ora di sciopero ».
« Si sta proletarizzando il corpo insegnanti », ha
sostenuto in proposito Marco Meotto della CUB Torino.
Il congresso si è infine concluso col rinnovo delle cariche per il prossimo
triennio e, in particolare, con l’elezione a maggioranza del nuovo
Coordinatore, il torinese Cosimo Scarinzi.
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Fonti e Note:
[1] Regione Lombardia, “IFTS: che cosa
sono?”.
[2] MIUR, “L’Alternanza”.
[3] Fondazione Agnelli, 27 novembre 2019, “Rapporto sull’Edilizia Scolastica della
Fondazione Agnelli”.
[4] Ansa, 21 aprile 2021, “Boom
200mila precari. Bianchi,appello a Parlamento”.
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