Nilo è figlio unico, per poco tempo, e poi arriva Sirio.
c'è un problema, dopo il parto, Sirio e la mamma vengono rimandati a casa troppo presto.
e quando Sirio smette di respirare una pazza corsa verso l'ospedale non è sufficiente per evitare lesioni al cervello.
sarà un vegetale, dice qualcuno alla mamma in ospedale.
ma qualche altro medico e infermiera e i genitori, Valentina e Paolo, non si rassegnano.
ed è una salita verso la vita e, a differenza di Sisifo, Sirio non è tornato indietro, con una testardaggine e una forza di volontà immensa, sua e di chi gli vuole bene.
il libro è bellissimo!
il blog di Valentina, la mamma di Sirio e Nilo https://baruda.net/
il blog di Paolo, il babbo di Sirio e Nilo https://insorgenze.net/
Valentina è la mamma di Sirio Persichetti, un bambino nato prematuro ma sano. Dopo 8 giorni dalle dimissioni il suo cuore si ferma: una “morte in culla” che porta i rianimatori alla sentenza di stato vegetativo.
Sirio oggi invece cammina e comunica a modo
suo nonostante la diagnosi di tetraparesi spastica e paralisi
celebrale.
La storia di Sirio e Valentina è diventata
virale dopo un servizio che mostrava Sirio entrare a scuola in completa autonomia. Il video ha fatto il giro del mondo: «Quelle
del servizio sono proprio le nostre parole, il nostro sguardo sulla disabilità,
l’adrenalina gioiosa che vengono raccontati dalle immagini di Sirio, libero e
spavaldo, con gli occhi fissi in camera come a dire ‘eccomi qua, non abbiate
paura, sono uno come gli altri’».
Nel testo, Perniciaro racconta le vicende di Sirio e di
tutte le persone che convivono con lui, come il padre Paolo, il fratello Nilo e
la fantastica marmottina di peluche, sua compagna di avventure. Troviamo anche
le figure professionali che condividono la quotidianità di Sirio, come la
logopedista, la maestra di sostegno e l’assistente domiciliare.
«L’idea di realizzare un libro era da sempre nella mia
testa, ma pensavo di non riuscire mai a farlo dato che la nascita di Sirio e
tutto quello che ne è conseguito mi tenevano occupatissima. Ho sempre avuto una
scrittura di getto tipica dei blogger, mentre scrivere un libro comporta un
tipo di lavoro diverso, concentrazione, attenzione maggiore. Ho deciso di
mettere nero su bianco gli appunti presi negli anni in un testo da pubblicare
solo a seguito delle sollecitazioni esterne che mi sono arrivate dalla casa
editrice».
Perniciaro ha impiegato due mesi e mezzo per scrivere il
libro. «E’ un libro rivolto soprattutto ad un pubblico che non conosce
la disabilità, una breve opera anche
per coloro che lottano per i diritti umani ma che non hanno mai incontrato la
disabilità nel cammino della loro vita. È molto importante far capire che
c’è tutto un vasto mondo di fragilità che deve essere portato alla luce».
La disabilità è una «montagna
immensa», che deve essere «scalata con determinazione e a volte
anche spensieratezza». Davanti alla grave disabilità del figlio,
inizialmente Perniciaro vedeva «molto nero» intorno a
sè, «una vita da trascorrere in solitudine, uno scollamento con la
società, la probabile dissoluzione delle relazioni con gli altri».
Nel suo libro parla anche di
aver pensato al suicidio, immaginando di crescere Sirio da sola. «Il
percorso fatto in questi anni mi dà molte energie, c’è la consapevolezza che è
davvero possibile costruire un futuro per Sirio pieno di attenzioni e
inclusione». Se si costruiscono reti di aiuto reciproco tra le famiglie,
non è difficile immaginare un futuro in cui ci si diverte e si sorride,
nonostante tutto.
L’anno scorso, grazie all’aumento di notorietà nei
social, Valentina ha creato la Fondazione
Tetrabondi, che sviluppa e promuove
l’autodeterminazione della persona e il diritto a costruire una propria vita
inseguendo la felicità.
«Raccontiamo la disabilità smontandola dalle
sovrastrutture dello stigma, ridendoci insieme, mostrandola come una
peculiarità imprescindibile dell’essere umano, semplicemente una delle tante
sue caratteristiche ineludibili».
Prosegue Perniciaro: «Combattiamo parole che
lacerano e alzano mura con l’ironia e la fatica delle nostre
giornate, senza eroismi, mostrando alle altre famiglie come ottenere
l’ottenibile, come strappare ogni lembo di libertà possibile, senza fare mai un
passo indietro, senza farsi vincere dalla rabbia e dal rancore, dall’invidia,
dalla disperazione: cercando come obiettivo primario proprio la felicità, la
qualità della vita».
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