domenica 18 dicembre 2022

La politica del governo Meloni sembra che voglia esaltare il singolo ai danni della collettività - Paolo Maddalena

 

Le prime azioni del governo Meloni preoccupano per il fatto che si bada soprattutto alla tutela dei singoli, piuttosto che alla tutela dell’intera collettività, con la conseguenza che per tutelare i primi si danneggiano i secondi.

Questo si è già verificato con i provvedimenti adottati dal governo sull’aumento del contante (che favorisce l’evasione), sull’attuazione della flat tax (che fa pagare meno tasse ai più abbienti), sul condono fiscale (che premia gli evasori, beffeggiando chi paga le tasse) e, per chiudere, con l’eclatante notizia della costruzione del Ponte di Messina (obiettivo molto caldeggiato da organizzazioni di stampo criminale).

La notizia sorprendete di oggi riguarda proprio questo abbassamento della tutela di tutti i cittadini, che agiscono in modo giuridicamente corretto, a favore di alcune categorie di persone che, violando la legge, si sentono limitate nell’esercizio della propria attività. 

L’odierno attacco agli interessi di tutti emerge dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia Nordio contro la magistratura, il cui compito è quello di amministrare la giustizia nell’interesse generale di tutti i cittadini.

Nordio dichiara di voler dare piena attuazione al principio fondamentale di cui all’articolo 15 della Costituzione che dichiara inviolabili la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, dando poco risalto a un altro principio fondamentale sancito dal secondo comma di questo articolo, secondo il quale la limitazione della libertà e della segretezza di ogni comunicazione  “può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria” con le garanzie stabilite dalla legge.

Non può sfuggire che questo secondo principio fondamentale ha una forza imperativa inderogabile, perché affida soltanto all’autorità giudiziaria il potere di tutelare la libertà di tutti i cittadini, incidendo sui diritti fondamentali dei singoli, secondo le relative garanzie legislative.

È su questo punto che si fonda la civiltà di una nazione e far prevalere l’interesse tutelato dal primo comma dell’articolo 15 sull’interesse tutelato da questo secondo comma vuole affermare la supremazia dell’interesse del singolo sulla supremazia degli interessi di tutti, cioè realizzare uno sconvolgimento dell’ordine costituzionale che considera il singolo parte del tutto e tutela primariamente il Popolo nella sua unitarietà.

Inoltre impressionano molto le affermazioni di Nordio in ordine alle limitazioni che egli vorrebbe porre a proposito delle intercettazioni ambientali e telefoniche, le quali sono ampiamente disciplinate dall’articolo 266 del Codice di procedura penale, che le limita a delitti dolosi molto gravi, peraltro tassativamente descritti nello stesso articolo.

Impressiona altresì il fatto che Nordio parli di abrogare il reato di abuso d’ufficio e quello di traffico di influenze illecite, senza tener presente che l’abuso d’ufficio è chiaramente definito, emanando qualsiasi possibilità dubbio interpretativo, dall’articolo 323 del Codice penale, il quale incrimina chi “intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero arreca ad altri un danno ingiusto”, prevedendo la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Quanto all’abolizione del reato di cui all’articolo 346 bis del Codice penale che riguarda il traffico di influenze illecite, è da porre in evidenza che Nordio vorrebbe trasformare la sanzione penale a carico di chi fa da mediatore in un fatto di corruzione, in una semplice sanzione amministrativa.

Il che significa incrementare la possibilità di porre in essere atti di corruzione a vantaggio di soggetti che agiscono contro i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale.

L’insieme delle notizie che ho finora descritto, unitamente ad altre notizie relative ai provvedimenti governativi, adottati o annunciati, offrono un quadro estremamente preoccupante dal quale emerge la raffigurazione di un potere esecutivo che ha come mira la distruzione dell’intero sistema costituzionale vigente, premiando le attese di pochi politici.

In sostanza appare chiaro che il governo Meloni sta preparando una fase costituente attraverso la quale: con le autonomie differenziate (come vuole la Lega) si distrugge l’unità economica, giuridica e politica dell’Italia; con la modifica dell’ordinamento giudiziario si tolgono poteri importanti alla magistratura (dando soddisfazione a Berlusconi), come quelli della obbligatorietà dell’azione penale, della limitazione delle intercettazioni e della divisione delle carriere; con l’attuazione del Presidenzialismo (come vuole la Meloni, che chiaramente aspira al Quirinale), si distrugge il fondamentale diritto di partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese e il diritto fondamentale di perseguire il pieno svolgimento della persona umana e di cooperare per il progresso materiale e spirituale della società (art. 3, comma 2, Cost. e art. 4, comma 2, Cost.).

Esprimo pertanto un grido di dolore, spero condiviso da molti, contro la distruzione della nostra Italia che è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art. 1 Cost). 

da qui

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