Questo testo è stato tratto e liberamente adattato da uno scritto di David
Graeber, antropologo e anarchico statunitense.
Sicuramente hai già sentito la parola anarchia, ma probabilmente quello che sai dell’anarchia è frutto di pregiudizio e superficialità.
Alla parola “anarchia” quelle più associate di solito sono violenza, caos,
distruzione. Agli anarchici si pensa come a persone senza regole, disadattati,
inaffidabili, egoisti, persone che vorrebbero vivere secondo la legge del più
forte.
E se ti dicessi che questo è solo uno stereotipo creato e propagandato da chi
trae vantaggio dal mostrare l’anarchia e gli anarchici in questo modo distorto?
In realtà l’anarchico è solo una persona che, fra altri, si basa su due
principali assunti:
1. Il potere è malvagio, pericoloso, qualcosa che corrompe.
2. L’essere umano, nel giusto contesto, è ragionevole, empatico, sociale e
soprattutto in grado di rapportarsi agli altri ed organizzarsi senza che
nessuno gli imponga come farlo, quindi non ha alcun bisogno di delegare
decisioni ad altri né quindi delegare il potere e la responsabilità delle
scelte, comprendendo che l’unica strada per la pace e l’armonia è quella legata
all’aggregazione volontaria degli individui che si assumono la responsabilità
delle proprie azioni.
Messa così suona già molto diversamente, vero?
Ma si può dire di più: probabilmente la maggior parte di voi è già anarchica e
non lo sa. La maggior parte di voi già crede nell’anarchia, sa che non è
un’utopia e la pratica ogni giorno… solo che non se ne rende conto.
Facciamo questo test insieme:
DOMANDA 1.
Se c’è una fila per salire su un autobus affollato, anche se non c’è
polizia attorno, aspetti il tuo turno e non ti fai strada a gomitate?
Se hai risposto “sì”, allora ti comporti abitualmente come un anarchico! Il
principio anarchico fondamentale è infatti l’auto-organizzazione: la
convinzione che gli esseri umani non hanno bisogno di essere minacciati con
sanzioni per essere in grado di giungere a ragionevoli intese gli uni con gli
altri, o per trattarsi a vicenda con dignità e rispetto.
Se stai pensando che gli strumenti di coercizione sono necessari perché temi
che ALTRI non si comporterebbero come te, è lo stesso ragionamento,
evidentemente sbagliato, che hanno gli altri verso di te: ci sarebbe un ovvio
interesse comune a comportarsi in maniera ragionevole con dignità e rispetto,
non c’è alcuna ragione perché ci si comporti diversamente. Come vedi è la
società che crea barriere dove non esistono e ci fa credere di avere bisogno di
essere controllati e poi, come un cane che si morde la coda, è proprio questo
controllo, questa coercizione che crea le CONDIZIONI che poi fanno nascere
disuguaglianze, diffidenza e tensioni cioè gli elementi per cui poi noi
invochiamo forme di controllo e coercizione.
Capisci il paradosso?
DOMANDA 2.
Pensi sia normale e fattibile fare parte di un club, di una società
sportiva o di un’altra organizzazione volontaria in cui le decisioni non sono
imposte da un leader ma prese sulla base del consenso generale?
Se hai risposto “sì”, allora sostieni l’idea di organizzazioni che
funzionino sulla base di principi anarchici! Un altro fondamentale principio
anarchico è infatti quello dell’associazione volontaria basata sul principio
del consenso. Gli anarchici sono convinti che l’intera società dovrebbe basarsi
su questi principi poiché la coercizione applicata attraverso istituzioni
gerarchiche o militaresche, tipo gli eserciti, le burocrazie e le grandi
imprese, basate sulla catena del comando non sono affatto indispensabili, anzi,
sono deleterie.
Certo può sembrare un’utopia a molti, ma è quello che fate nella vita di tutti
i giorni ogni volta che raggiungete un accordo volontario con qualcuno. E’ già
la base della vita che vivete. Se si applicasse questo concetto all’intera
società si avrebbe un insieme di individui che si relazionano volontariamente
con altre persone ugualmente libere e, per questo, attente alla responsabilità
verso gli altri che il loro agire comporta.
Questa è l’unica condizione in cui ci può essere equilibrio e libertà senza
alcuno sforzo perché è nella natura umana, viceversa quando a qualcuno viene
dato un potere sulle altre persone e queste vivono nella coercizione e nella
diffidenza, esse smettono di essere responsabili dando vita a comportamenti
antisociali.
DOMANDA 3.
Credi che i politici siano per lo più persone avide ed egoiste, a cui in
realtà non importa nulla del bene comune o, nel migliore dei casi, attori di
uno spettacolo inutile anche quando in buona fede? Pensi che il sistema
economico in cui viviamo sia stupido e ingiusto?
Se hai risposto “sì”, allora tu sottoscrivi -almeno nelle sue linee
generali- la critica anarchica della società attuale. Gli anarchici sono
convinti che il potere corrompa e che coloro che cercano potere sono proprio le
ultime persone a cui bisognerebbe affidarlo. Gli anarchici pensano che il
nostro attuale sistema premi i comportamenti egoisti, coloro che sono privi di
scrupoli, e sanzioni o renda inutili i comportamenti positivi legati all’empatia,
alla condivisione. Ecco perché, anche quando in buona fede, i politici
finiscono per diventare fautori e sostenitori di quel sistema, anche
involontariamente.
Probabilmente la maggior parte delle persone la pensa allo stesso modo. L’unica
differenza con l’anarchico è che molti sono convinti che non ci sia niente da
fare o che, se si facesse qualcosa, si finirebbe per produrre una situazione
ancora peggiore di quella attuale.
Ma se ciò non fosse vero? Beh, anche tutte le previsioni catastrofiste sul cosa
accadrebbe senza capitalismo e senza stati crollano semplicemente guardando
alla storia e si rivelano ennesimi falsi stereotipi.
I popoli hanno vissuto senza governi per migliaia e migliaia di anni, molti più
anni di quanti ne abbiano vissuti con gli stati e con il capitalismo. Anche
oggi, in molte parti del mondo, esistono persone che vivono al di fuori del
controllo dei governi, al di fuori di contesti economici e, sorpresa, non si
ammazzano a vicenda. Prosperano. A meno che non siano messi a rischio dalla
cosiddetta civiltà.
Semplicemente queste persone cercano di vivere le proprie vite come farebbe
chiunque altro. Al contrario è la presenza dell’economia e degli stati che
mette in pericolo la società proprio perché innesca meccanismi di competizione
e deresponsabilizzazione.
Se solo ci sforzassimo di analizzare l’intera storia dell’essere umano al netto
dei cliché propagandati da chi, da questo sistema, trae vantaggio, scopriremmo
che l’idea che siano gli stati a darci sicurezza e l’economia a darci benessere
è l’esatto opposto di quello che è sempre successo.
Anche se si può essere spaventati da un cambio di paradigma così forte, è solo
l’illusione che questo sistema funzioni o che si possa migliorare che ci tiene
legati in realtà all’unica cosa che invece sicuramente non funzionerà perché in
antitesi alla natura umana. Gli anarchici credono che bisognerebbe combattere
sia la paura che l’illusione e metterci insieme a lavorare su qualcosa che
possa funzionare davvero.
DOMANDA 4.
Di solito ai bambini si ripetono frasi come “Non importa chi ha
cominciato”, “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta”, “Prima fai pulizia
in casa tua”, “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”, “Non
trattare male le persone solo perché sono diverse da te”. Credi realmente che
sia giusto insegnare queste cose ai bambini?
Se pensi sia giusto perché quelle frasi hanno un valore, allora dobbiamo
chiederci se stiamo poi mentendo a noi stessi da adulti, perché quei semplici
principi morali applicati alla società portano all’anarchismo.
Già solo le due frasi “Non importa chi ha cominciato” e “Due cose sbagliate non
ne fanno una giusta” da sole spazzerebbero via la follia delle guerre e del
sistema carcerario: due strumenti che non funzionano, non hanno mai funzionato
né funzioneranno mai per lo scopo per cui esistono.
Perché insegniamo ai bambini a condividere ed essere buoni se poi creiamo un
mondo competitivo e ci ripetiamo che l’essere umano è cattivo per natura?
Mentiamo a i bambini? O mentiamo a noi stessi da adulti per proteggere un
sistema che non abbiamo il coraggio di cambiare ma sappiamo essere sbagliato?
Qualcuno dirà: “Certo ma continueranno sempre ad esistere persone veramente
competitive ed egoiste”. E questo è un buon motivo per creare un sistema che
premia e incentiva quelle persone? Quei comportamenti? O forse, al contrario,
serve un sistema che li renda ininfluenti perché la massa collabora e ottiene
risultati senza conflitti?
Il conflitto e la paura servono solo agli interessi di coloro che detengono il
potere.
Questo è il motivo per cui gli anarchici auspicano una società fondata non solo
sulla libera associazione ma anche sull’aiuto reciproco o mutuo appoggio. Il
fatto è che la maggior parte dei bambini cresce credendo nei principi anarchici
e poi deve gradualmente rendersi conto che il mondo degli adulti in realtà non
funziona in questo modo. Questo è il motivo per cui molti diventano adulti
ribelli, alienati o rassegnati, frustrati e amareggiati.
Ma cosa succederebbe se cominciassimo seriamente a costruire un mondo fondato
sui principi di equità, condivisione e giustizia con cui ipocritamente
cresciamo i bambini?
DOMANDA 5.
Credi che gli esseri umani siano in realtà fondamentalmente corrotti e
malvagi, che certe categorie di persone (le donne, la gente di colore, la gente
comune che non è ricca o istruita) siano inferiori, e quindi devono essere
obbligate ad essere governate da chi è migliore di loro?
Se hai risposto “sì”, allora è chiaro che, dopo tutto, tu non sei
anarchico. Ma sei hai risposto “no”, allora è probabile che tu sottoscriva già
il 90% dei principi anarchici e probabilmente stai già vivendo la tua vita in
gran parte in accordo con questi principi.
Ogni volta che tratti un altro essere umano con cura e rispetto, tu sei anarchico.
Ogni volta che affronti le divergenze con gli altri cercando un compromesso
ragionevole, ascoltando ciò che ciascuno ha da dire piuttosto che lasciando che
una sola persona decida per tutti gli altri, tu sei anarchico.
Ogni volta che avresti la possibilità di costringere qualcuno a fare qualcosa e
invece preferisci fare appello alla sua ragionevolezza e al suo senso di
giustizia, cercando di fargli comprendere la situazione facendo leva sulla sua
responsabilità, tu sei anarchico.
Lo stesso accade ogni volta che condividi qualcosa con un amico, oppure quando
decidi chi dovrà lavare i piatti, questa volta, o fare qualsiasi altra cosa
spiacevole o fastidiosa in base a un criterio di giustizia.
Ora tu potresti obiettare che questo è un metodo che va bene per far funzionare
un piccolo gruppo di persone, ma che gestire una città, o una nazione è una
faccenda del tutto differente. E naturalmente c’è del vero in quello che dici.
Ma questo probabilmente deriva solo dal fatto che è molto complesso immaginare
un sistema differente da quello in cui si è abituati a vivere e non mettere in
discussione.
Attraverso la decentralizzazione della società e mettendo quanto più potere è
possibile nelle mani di piccole comunità si inizierebbe un percorso virtuoso
che porterebbe alla nascita di nuove realtà (e molte già stanno nascendo)
riportando le cose verso un sistema equo e libero.
Certo non è una cosa semplice, ma pensi che questo sistema in cui viviamo lo
sia? Non solo non è semplice ma è anche sbagliato, ingiusto, corrotto.
Probabilmente stai pensando a quanti meccanismi complessi esistano in questo
sistema, magari alcuni positivi, e che sarebbe complicato rivedere secondo i
principi di equità, giustizia e libertà ma il solo fatto che una cosa sia
complicata non significa di per sé che sia impossibile.
Significa solo che è complicata. E se una cosa è talmente complicata da
rivedere secondo quei principi, forse quella cosa non è solo complicata, è
anche sbagliata.
In effetti gli anarchici hanno elaborato ogni sorta di idee e visioni diverse
su come potrebbe organizzarsi e gestirsi una società complessa. Spiegarli però
andrebbe molto al di là dello scopo di un breve testo introduttivo come questo.
Il punto è che gli anarchici confidano nel fatto che tutti i problemi possono
essere affrontati e risolti secondo i principi di equità, giustizia e libertà,
gli unici principi che possono realizzare un sistema in cui le persone possono
essere felici e vivere una vita degna di essere vissuta in cui nessuno domini
più su nessun’altro, in cui guerre, oppressione e sfruttamento diventino solo
brutti ricordi.
Scritto da MMJ
fonte: http://www.masonmassyjames.it/blog/forse-lo-sei-e-non-lo-sai-podcast-n-24/
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