se non sapessi che è un libro degli anni '20 potresti pensare che Evgenij Zamjátin è uno che ha letto Orwell.
in un futuro presente, nel quale il paese ha una guida armonica, il Benefattore, è impossibile avere ideee diverse.
eppure può capitare e i rischi sono altissimi.
Noi anticipa tanta letteratura futura, nel 1988 fu pubblicato in Russia, con soli 67 anni di ritardo.
strano e avvincente, buona lettura.
…Ingegnere
navale, Zamjatin scrisse Noi quando aveva poco più di
trent’anni, e negli anni caldi della rivoluzione, quelli in cui non si era
ancora affermata e consolidata con Stalin e con Zdanov un’idea di cultura e di
arte, al servizio non del popolo ma del partito e della sua idea di quel che il
popolo avrebbe dovuto diventare, essere.
Inventando
un futuro molto lontano, Zamjatin immagina un mondo futuro dove tutti sono
uguali ma c’è un Benefattore assistito da Custodi - che ci appare come un
antenato diretto del Grande Fratello orwelliano - che arriva perfino a
giustiziare personalmente i refrattari ostili all’ordine stabilito, che viene
presentato e viene vissuto da tutti come ideale, privo di conflitti, di
assoluta razionalità: un’armonia forzata che è bensì considerata da tutti come
la perfezione del bene. Il protagonista e narratore approva in pieno questa
società, dove il sesso è regolato come tutto il resto e dove tutti hanno un
numero e non un nome (il suo è D-503) finché non incontra una donna da cui è
attratto ma che lo sconcerta per la sua ironia, una qualità assente nelle altre
donne con cui ha a che fare. Per suo tramite, potrà anche conoscere il mondo
oltre il confine della perfetta società, un mondo di refrattari all’ordine
stabilito ridotti però a uno stadio di brutalità e selvaggeria. (La
contrapposizione tra i due gruppi ricorda fortemente quella tra i Morlock e gli
Eloi, abitanti del lontanissimo futuro ipotizzato da Wells in La
macchina del tempo.) Va anche ricordato che il protagonista è un ingegnere
addetto alla fabbricazione di una sorta di astronave che dovrà esportare su
altri pianeti il modello della società che lo ha prodotto, e che l’azione del
romanzo andrà focalizzandosi attorno alla possibilità di impadronirsene e farne
un buon uso…
… Il libro all’inizio è spinoso nella lettura ma poi
pagina per pagina, cattura vivacemente la nostra attenzione. Anche se i
personaggi parlano attraverso equazioni e radicali, il messaggio è
chiaro: la rivoluzione è un numero che non può essere contenuto e che
continuerà ad aumentare fino all’infinito. Le metafore matematiche e
lo stile ellittico sono solo alcuni esempi della maestria di Zamjatin. Egli
infatti non era soltanto uno scrittore amante delle arti, ma anche un uomo con
una laurea in ingegneria che costruiva rompighiaccio in Inghilterra.
Un romanzo davvero ricco di spunti di riflessione e
soprattutto bello da leggere. In Italia, non è molto conosciuto, eppure per
assurdo i romanzi distopici che ne saranno
influenzati, avranno molto più successo. Ad esempio? Prendete
“1984” di Orwell o “Brave New World” di Huxley e rileggeteli dopo aver letto
Zamjatin; resterete molto sorpresi.
Il destino ha voluto che il precursore del
genere utopico non venisse ricordato e forse anche a causa del
fatto che la maggior parte delle sue opere furono censurate e distrutte, ma in
fondo era lui stesso che affermava “il catalogo che fa più onore agli
scrittori, è quello dei libri proibiti”.
…Nello Stato Unico la popolazione,
drasticamente decimata dall'introduzione del Cibo Universale, un composto
tratto dalla nafta che ha mietuto vittime su vittime prima che l'organismo
potesse abituarvisi, deve attenersi a rigide regole poste sotto il
controllo dei Generali. Si lavora, ci si nutre, ci sono due ore di
svago giornaliero che prevedono una passeggiata e si vive in strutture
completamente fatte di vetro, perché non c'è niente da nascondere se non
durante la Pianificazione del Sesso, solo allora le tende possono essere
abbassate. Le emozioni vengono represse; possedere un'anima, avere
degli impulsi, desiderare e sognare sono tutti sinonimi di malattie e vanno
curati con la Grande Operazione.
Consapevole di vivere in uno Stato matematicamente
infallibile in cui le differenze - solite a portare scompiglio - sono state
abolite, D-503 è "felice". Poi incontra I-330. Dovrebbe essere solo
un numero, invece per D-503 è la donna che manderà all'aria ogni certezza; per
lei soverchierà le regole dello Stato, smetterà di pianificare il sesso
affidandosi al desiderio, e si troverà a scoprire cosa c'è oltre il grande Muro
Verde.
Non aggiungo altro della trama, il romanzo conta meno di
duecento pagine e per chi mastica la distopia forse non c'è nemmeno troppo da
scoprire, ma Noi è senza dubbio un'opera profetica, un
caposaldo della narrativa russa, una satira politica ai tempi censurata che
costò all'autore l'ostracismo staliniano e che in Russia vide la luce solo nel
1988. Rendiamocene conto, meno di trent'anni fa.
Zamjatin ha messo gli accenti sulla deificazione dello Stato che comporta la decadenza dell'uomo e la sua totale depersonalizzazione. Da notare che nel romanzo non ci sono nomi e cognomi, ma solo lettere e numeri, non si parla di individui, ma di unità, non ci si veste seguendo il proprio gusto ma si indossa un'uniforme. E per assurdo, in uno Stato che protegge la non-libertà, ci si sente sicuri.
Difetti, come dicevo, ce ne sono. Il ritmo non è sostenuto, il linguaggio è spesso astruso, e sicuramente per molti Noi non sarà un capolavoro nella forma, ma lo è in tutto e per tutto nei contenuti.
Zamjatin ha messo gli accenti sulla deificazione dello Stato che comporta la decadenza dell'uomo e la sua totale depersonalizzazione. Da notare che nel romanzo non ci sono nomi e cognomi, ma solo lettere e numeri, non si parla di individui, ma di unità, non ci si veste seguendo il proprio gusto ma si indossa un'uniforme. E per assurdo, in uno Stato che protegge la non-libertà, ci si sente sicuri.
Difetti, come dicevo, ce ne sono. Il ritmo non è sostenuto, il linguaggio è spesso astruso, e sicuramente per molti Noi non sarà un capolavoro nella forma, ma lo è in tutto e per tutto nei contenuti.
Un romanzo straordinario che cresce lentamente e poi ti si muove dentro come una pianta. Mai lo dimentichero'.
RispondiEliminal'effetto è quello che dici tu, D-503 è un uomo solo, contro tutti, non si arrende, anche se gli converrebbe, e da qui nasce tutta la differenza
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