Quindici
città del Sud Europa (Venezia, Firenze, Valencia, Siviglia, Palma, Pamplona,
Lisbona, Malta, Malaga, Madrid, Girona, Donostia/San Sebastian, Canarie, Camp
de Terragona, Barcellona) hanno ufficialmente presentato un manifesto per la
creazione di una rete denominata SET
“Sud Europa di fronte alla Turistizzazione” con l’obiettivo
denunciare l’attuale modello di sviluppo turistico estrattivista e predatorio
che sta aggredendo molte città, spazzando via intere comunità urbane e
contaminando l’ecosistema ed i territori . L’idea è quella di sensibilizzare
l’opinione pubblica e incalzare le amministrazioni locali per individuare un’alternativa
a questo processo di turistizzazione che sembra inarrestabile.
Il percorso,
nato poco meno di un anno fa, a conclusione di due giornate sull’impatto del
turismo a Palma, ha spinto collettivi e associazioni di diverse città a ragionare e redigere un manifesto comune sull’impatto del turismo di massa nei loro territori: in
termini di precarizzazione del lavoro, dipendenza dell’economia locale dalla
monocultura turistica, perdita del tessuto sociale e relazionale cittadino,
progressiva espulsione dei residenti dal centro storico a causa di un mercato
immobiliare rivolto quasi esclusivamente alle affittanze turistiche, forti
conseguenze ambientali (un esempio per tutti: le navi da crociera) e di
banalizzazione dell’ambiente urbano e naturale, che viene trasformato in parco
tematico (ad esempio attraverso la vendita del patrimonio pubblico). Un
problema comune: l’industria turistica che estrae dal territorio risorse di
ogni genere (culturali, economiche, sociali) e un obiettivo condiviso: avviare
una riflessione su come contrastare una tendenza che sembra inarrestabile.
Il Manifesto
In molte
città del Sud Europa stiamo assistendo alla nascita di movimenti di resistenza
ai processi di turistificazione che le stanno investendo. Associazioni e
collettivi di alcune di queste (Venezia, Palma, Valencia, Lisbona, Madrid o
Barcellona) si sono incontrati nel corso dell’ultimo anno in diverse occasioni,
con l’obiettivo di condividere e scambiare esperienze e conoscenze.
Anche se
ognuna di queste città presenta problemi specifici legati a questo fenomeno,
alcuni sono senza dubbio comuni a tutte loro:
·
Il più
importante ed esteso: l’aumento
della precarizzazione del diritto all’alloggio, in buona parte provocato
dall’acquisto massivo di immobili da parte di fondi di investimento e
fondi immobiliari per destinarli in buona parte al mercato turistico. In questo
modo le abitazioni sono private della loro funzione naturale, si generano gentrificazione e sfratti e si assiste
allo svuotamento di alcuni quartieri in una evidente violazione dei diritti
sociali della popolazione.
·
Aumento dei
prezzi e trasformazione delle attività commerciali locali in attività
turistiche slegate dai bisogni delle popolazioni locali (che spesso hanno età
avanzata).
·
Massificazione di strade e piazze che rende
difficile la vita quotidiana dei residenti sia per quanto riguarda il riposo che l’accesso
stesso allo spazio pubblico.
·
Saturazione
delle reti di trasporto pubblico.
·
Alta dipendenza dell’economia locale dal settore
turistico, con tendenza alla monocultura.
·
Precarizzazione delle condizioni lavorative della
popolazione, dato che i principali settori
turistici (alberghiero, ristorazione, commercio) presentano spesso le peggiori
condizioni di lavoro (salari bassi, lavoro in nero, esternalizzazione…).
·
Alti tassi di inquinamento (aerei, navi da crociera,
corriere…) e di residui dovuti soprattutto alla tendenza di consumare elevate
quantità di prodotti usa e getta, caratteristico dell’industria turistica; uso
massivo di risorse – acqua e territorio – e perdita del diritto a vivere in un
ambiente sano.
·
Uso smisurato e ampliamento costante delle
infrastrutture (strade, porti, aeroporti,
depuratori, impianti di dissalazione ) che sfigurano il territorio, provocano espopriazioni
e impongono costi elevati alla poplazione residente. Questi processi provocano
una forte competizione per il territorio in cui si perde l’accesso alle
attività e ai servizi di base: lavoro, escuole, ospedali, ecc.
·
Banalizzazione dell’ambiente urbano e naturale
trasformato in parco tematico. Nel primo assistiamo allo spoglio e alla vendita del patrimonio, nel
secondo alla riduzione degli usi agricoli o di pesca. L’’obiettivo comune è lo
sfruttamento illimitato dell’ambiente dal punto di vista turistico.
Di fronte a
questi e altri conflitti, la popolazione locale ha iniziato ad organizzarsi per difendere i suoi diritti sociali,
specialmente il diritto a un alloggio dignitoso e accessibile e il diritto alla
città. Il lavoro collettivo che nelle nostre città stiamo
realizzando spesso comincia dalla messa in evidenza di questi conflitti e
dall’acquisizione di una maggiore consapevolezza, alla critica al modello
turistico e alla denuncia delle sue conseguenze, e continua poi con la proposta
di vie alternative.
Esempi di
queste ultime idee sono la richiesta
di imposizione di limiti all’industria turistica, la deturistizzazione
dell’economia della città, o la decrescita turistica accompagnata da politiche
di stimolo di altre econonie più eque dal punto di vista sociale e ambientale.
Il grado
d’incidenza di questi problemi nelle diverse città non è affatto omogeneo, anzi
molto variabile, giacchè spesso dipende direttamente dal grado di
turistificazione che le colpisce. Così ci sono stadi più avanzati e gravi, ad
esempio Venezia, Palma o Barcellona, dove è evidente la necessità di un cambio
di modello, e altre come Valencia, Madrid o Lisbona che, nonostante si trovino
immerse in rapidi processi di turistificazione, possono ancora aspirare a
politiche di prevenzione o freno.
Su questi ed
altri argomenti, in queste e in altre città abbiamo trovato molti punti in
comune, e logicamente abbiamo iniziato a pensare all’opportunità e necessità di
creare una rete internazionale di città colpite dall’industria turistica.
L’obiettivo, oltre al supporto e al confronto
reciproci, è di estendere questa lotta ad altre città e territori, creando una
voce plurale e potente di critica al modello turistico attuale che si alzi dal
Sud Europa. Questo
manifesto è il primo passo per la internazionalizzazione della lotta contro la
turistificazione delle città e dei territori, attraverso il quale continuiamo a
lavorare nel dibattito, la riflessione e la mobilitazione insieme.
Non conoscevo questa rete denominata SET che combatte per diritti sacrosanti. Complimenti scovi sempre notizie poco "pubblicizzate" e molto scomode per i media nazionali.
RispondiEliminami sveglio presto di mattina :)
Eliminaè che la rete è piena di schifezze che vengono pompate e diffuse dappertutto, le cose interessanti non sono urlate e quando le trovi devi metterle nel blog, sperando nella diffusione.
a volte funziona...