§ «sostegno per
servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane»
§ «programmazione di 500.000 espulsioni di migranti irregolari»
§ «chiusura di tutti i campi nomadi irregolari».
Così si legge nel programma politico
dell’alleanza di Governo Lega-5Stelle:
§ Punto 18. POLITICHE PER LA FAMIGLIA E NATALITÀ
«È necessario rifinanziare gli Enti Locali
dando priorità al welfare familiare (come ad esempio il sostegno per servizi di
asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane...».
Sembra proprio la vendetta a freddo sulla
proposta di legge “Ius soli” – Riforma dei diritti di cittadinanza che,
purtroppo – vilmente, senza rispetto per i tantissimi cittadini che avevano
firmato la proposta, dopo svariati anni di immersione nel “cantiere
legislativo” – fu definitivamente abbandonata dalla precedente maggioranza
governativa, senza discussione e voto.
Il progetto, chiaramente discriminatorio,
è volutamente finalizzato a creare gabbie ai bambini che non hanno la
cittadinanza italiana. Si vogliono strutturalmente emarginare e penalizzare le
tante famiglie di cittadini non italiani che sono presenti in Italia. La gran
maggioranza di queste, inserite nel tessuto sociale, lavorano e pagano
regolarmente tasse e contributi vari, compreso le strutture locali che gestiscono
gli asili. L’intento è particolarmente odioso in quanto rivolto contro i bambini.
In questa maniera si diverge
sostanzialmente dall’articolo 3 della
nostra Costituzione «tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, senza discriminazione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali
e sociali».
§ Punto 23, CAMPI NOMADI
«Il dilagare dei campi nomadi, negli
ultimi anni, l’aumento esponenziale di reati commessi dai loro abitanti e le
pessime condizioni igienico-sanitarie a cui sono sottoposti ha reso tale
fenomeno un grave problema sociale con manifestazioni esasperate soprattutto
nelle periferie urbane coinvolte.
Ad oggi circa 40 mila Rom vivono nei campi
nomadi e il 60 per cento sono minori.
Sono pertanto necessarie le seguenti
azioni: chiusura di tutti i campi
nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto
ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori pena
l’allontanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà
genitoriale. In ogni caso, proponiamo di intervenire per il pieno superamento
dei campi Rom in coerenza con l’ordinamento dell’Unione Europea».
Chiudere, per
fare cosa? A
questa elementare domanda nel testo Lega-5Stelle non c’è nessun accenno di
risposta. Poiché non sono previste sistemazioni alternative, la
qual cosa dovrebbe essere elementarmente scontata (le normative europee
prevedono adeguate sistemazioni abitative), si può facilmente immaginare che
l’applicazione di questa “scrittura” porti o alladispersione nel territorio,
con tutte le conseguenze negative del caso a partire dai diretti interessati, o
alle espulsioni di massa
dall’Italia.
Dato il sentimento che
regge il testo è semplice supporre che l’azione possa mirare alle espulsioni
di massa. Queste però sono proibite dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea(Trattato di
Nizza il 7 dicembre 2000) e
dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali (firmato a Roma il 4 novembre 1950). Infatti, i cittadini dell’Unione
europea sono liberi di circolare e soggiornare. I Rom (chiamati erroneamente
nomadi) sono di fatto cittadini europei, compresi quelli – a maggior ragione –
che di fatto sono italiani in virtù delle normative vigenti. L’allontanamento o
l’espulsione può essere assunta solo nei riguardi di singole persone.
Retorica, propaganda, decisionismo
autoritario? Aspettiamo ansiosi le ulteriori notizie del corso d’opera.
§ Punto 13 IMMIGRAZIONE: RIMPATRI E STOP AL BUSINESS
«Occorre prevedere, contestualmente,
l’individuazione di sedi di permanenza temporaneafinalizzate al rimpatrio, con almeno una sede per ogni regione,
previo accordo con la Regione medesima, e con una capienza sufficiente per
tutti gli immigrati irregolari, presenti e rintracciati sul territorio
nazionale, garantendo la tutela dei diritti umani.
Ad oggi sarebbero circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul nostro territorio e,
pertanto, una seria ed efficace
politica dei rimpatri risulta indifferibile e prioritaria.
Ai fini dell’espletamento delle procedure
e dell’effettivo rimpatrio, il trattenimento deve essere disposto per tutto il
periodo necessario ad assicurare che l’allontanamento sia eseguito in un tempo
massimo complessivo di diciotto mesi, in armonia con le disposizioni
comunitarie».
La parola magica utilizzata nel testo è “rimpatrio”,
cioè tornare in patria. A leggere sui vari dizionari in auge in
Italia, alla parola Patria si
associa un territorio
abitato da un popolo che “sente” come valore fondamentale l’appartenenza, per
nascita, lingua, storia, tradizioni, cultura e coesione. Come ben noto i
dizionari non hanno l’obbligo di rivedere in maniera strutturale i significati
delle parole in proporzione alla scala del tempo. Se banalmente si dovessero
prendere in considerazione i giganteschi processi di emigrazione –
per guerre, fame, voglia di cambiamento, di libertà, di libera circolazione
degli umani come già codificato per le merci – che hanno caratterizzato la
storia di tutti i continenti della nostra Gaia Terra negli ultimi 150 anni,
con centinaia di milioni di
persone che si sono spostate dal suolo natio, il concetto di Patria
muterebbe radicalmente. La Patria
è dove si vive! Dove si costruisce il percorso di vita, si generano
i figli, si intrecciano relazioni sociali, si contribuisce alla crescita comune
e all’evoluzione civile e democratica. Integrandosi, quindi, per lingua,
cultura, storia, mantenendo anche le proprie tradizioni in una veste
modificata, nel rispetto delle leggi vigenti. A maggior ragione, se si viene
comandati ad andare in guerra,
pur essendo “diversi”, come avvenuto con grandi proporzioni di
coinvolgimento di popolazioni nell’emisfero occidentale nel corso degli ultimi
due eventi mondiali. Restando solo negli ultimi 500 anni di storia, se
guardiamo solamente al “nuovo continente”, le Americhe del sud e del
nord, che per il volere delle potenze colonialiste, dopo lo sterminio dei
popoli indigeni, sono state ampiamente “ripopolate” da decine di milioni di
umani, uomini, dome e bambini, in condizioni di schiavitù, dopo essere stati rapiti dai luoghi nativi in Africa.
Un filone di pensiero – libertario e di
sinistra, forte e partecipativo, democratico nella maniera più complessiva dopo
l’avvenuta sconfitta del nazifascismo – ha provveduto a rimodulare in maniera
sostanziale il significato del termine Patria. Nel corso degli ultimi due secoli grandi movimenti
popolari, sociali e politici, con molti uomini e donne che dedicarono la vita,
si sono mossi per ridefinire operativamente il concetto di Patria. In Europa, in particolar
modo, sulla bilancia della storia e nella formazioni delle coscienze
(sottoposta sempre alle pressioni delle mutazioni) pesano in maniera
gigantesca i cento e più milioni
di morti e mutilati sacrificati “sull’altare” della prima e seconda
guerra mondiale. L’immane catastrofe fu determinata dall’esaltazione del
concetto di Patria, dalla presunta superiorità rispetto al confinante, quindi
della “razza”, gli “eletti” che dovevano asservire con la forza gli
“inferiori”. In testa i manovratori, avvelenatori delle coscienze popolari, per
fare prevalere gli interessi economici e finanziari da essi rappresentati.
La Patria fu identificata con la
realizzazione operativa del nazionalismo. Il male supremo che ha avvelenato
l’Europa, giusto per restare nel nostro contesto geografico. Verbo trainante
del pensiero politico e ideologico delle destre. Ora il morbo nefasto è di nuovo riemerso dal fondo della
palude melmose. Alligna in molti Paesi. L’Italia né diventato esempio.
“Irregolari” sono definiti gli Esseri Umani che approdati in Italia (o in
Europa), spesso provenienti da situazioni drammatiche caratterizzate da guerre,
lancinante miseria, devastazioni ambientali, contesti liberticidi, hanno perso
per vicissitudini varie – essenzialmente di natura gestionale -, nella
stragrandissima maggioranza, il riconoscimento della Protezione Umanitaria o
del Diritto di Asilo/Permesso di Soggiorno. I moderni “Lor Signori” li hanno
quantificati in500.000 persone. Per
molti è bastato perdere il lavoro regolamentare (come successo a molte persone
di cittadinanza italiana) per cadere, loro e le famiglie, nell’inferno della
“irregolarità”.
Quindi, stante il programma di governo
Lega-5Stelle, sono tutti da espellere.
Sono sparsi in tutti i Comuni della penisola. Come si fa ad individuarli
selettivamente, a metterli assieme, pronti per il “rimpatrio”? In quanto tempo,
con quali metodi? Vogliono
adottare rastrellamenti di massa?
Ma i Paesi nativi sono pronti a riceverli? Le persone coinvolte –
extracomunitarie – appartengono ad alcune decine di nazionalità. Gli accordi
che ad ora sono stati stipulati, nel corso di tanti anni, si possono contare
sulle dita di una mano.
In attesa delle definizione di questi
ipotetici accordi che, dato il contesto generale dei rapporti internazionali
non verranno, dove vorranno
tenerli? Vorrebbero realizzare «sedi di permanenza temporanea
finalizzate al rimpatrio, con almeno una
sede per ogni regione». Sarebbero luoghi di detenzione veri e
propri, di lunga durata, in attesa di una soluzione che mai verrà!
Si prefigura una
situazione di gravissimo allarme democratico, umanitario, di coesione con le
norme costituzionali.
Stante i propositi di questi Lor Signori,
riguardo le tre “voci” evidenziate: espulsioni irregolari, chiusura
campi Rom, non accesso alla gratuità degli asili nidi, complessivamente
sarebberooltre 700.000 gli Esseri
Umani coinvolti e fortemente discriminati.
Quando nel 1938 da parte del regima fascista furono varate le leggi razziali avendo
come epicentro i cittadini di religione ebraica gli “interessati” residenti in
Italia superavano di poco le 47.000 unità. Quelle leggi riguardavano anche le
persone di altre provenienze, i cosiddetti “negri”, che essenzialmente vivevano
nelle cosiddette colonie italiane in Africa.
Siamo ancora di fronte a un progetto: a
data odierna (19 maggio) non si è ancora costituito un Governo che dovrebbe
rendere operativo le “inventive” di merito. Anche se ormai pare che i “giochi”
siano fatti. Serve un grande
scatto di orgoglio civile e democratico, per uscire dalgrande sterile
torpore che da dopo le elezioni del 4 marzo contraddistingue i
cittadini che hanno a cuore le regole costituzionali, i principi umanitari, i
dettami internazionali di solidarietà, di uguaglianza, di antirazzismo fra gli
Esseri Umani.
Questi propositi Lega-5stelle devono
essere respinti con grande convincimento e fermezza operativa. Le organizzazioni sociali e religiose, partiti,
sindacati, l’associazionismo
civile, che hanno a cuore le fondamenta democratiche del nostro Paese,
devono con grande urgenza uscire dalla palude del silenzio,
ponendosi alla testa di un grande fronte popolare (è questo il
giusto termine) forte, motivato, coinvolgente e pacifico, che abbia
l’inderogabile obiettivo di mantenere i requisiti universali che caratterizzano
uno Stato democratico e i princìpi sostanziali di convivenza, di solidarietà e
di rispetto nei riguardi dei cittadini di tutte le provenienze. Per sconfiggere i vecchi e i nuovi fascismi
sempre più ringalluzziti che mirano alla formazione di una
cosiddetta “terza repubblica”, mirata a cancellare la memoria storica del
nostro Paese costituita dal nerbo portante della Resistenza contro tutte le
forme di oppressioni.
da qui
Nessun commento:
Posta un commento