venerdì 18 maggio 2018

Chad, ministra rimossa perché rifiuta di giurare sulla Bibbia - Antonella Sinopoli


Ha rifiutato di giurare sulla Bibbia e ora è un caso nazionale. “Il mio impegno è nei confronti della nazione e dei cittadini, non di fronte a Dio“, così avrebbe motivato la sua decisione Rosine Amane Djibergui, che era stata nominata ministro dell’aviazione civile e dei trasporti del Governo del Chad.
Il giuramento è previsto dalle disposizioni della nuova Costituzione della Quarta Repubblica.
L’appello alla laicità della ministra le è costato l’incarico. Il presidente della Corte Suprema infatti ha nominato al suo posto un alto ufficiale dell’esercito, il generale Mahamat Tahir Rozi, che ha invece immediatamente giurato all’atto della nomina.
Secondo il ricercatore e politologo Evariste Ngarlem Toldé la rimozione dalla ministra comprometta la laicità dello Stato. Rosine Amane Djibergui è stata ministro diverse volte prima di diventare un membro attivo del presidio del forum nazionale tenutosi lo scorso marzo e che ha portato all’istituzione della cosiddetta Quarta Repubblica.
Si può dire che il ministro sia stato sanzionato per le sue convinzioni religiose e questo è un pericoloso precedente per il nostro Paese. Un precedente che pone un problema sulla separazione tra Chiesa e Stato – Evariste Ngarlem Toldé
La nuova Costituzione – che di fatto rafforza i poteri del presidente Idriss Deby, ormai in carica da 27 anni – stabilisce che i membri del Governo debbano prestare giuramento, davanti al presidente, sul Corano per i musulmani e sulla Bibbia per i cristiani.
Poco prima, durante la stessa cerimonia, la ministra della Comunicazione e portavoce del Governo, Madeleine Alingué, aveva modificato il giuramento, dicendo Dieu le tout puissant in luogo della formula Allah le tout puissant. Fermata e invitata a ripetere non ha modificato la sua scelta. Anche per lei si era palesata la sostituzione, ma in questo la Corte Suprema ha confermato l’incarico.
Rosine Amane Djibergui è giurista, attivista e presiede la CELIAF, che raggruppa 450 associazioni che promuovono i diritti delle donne chadiane.

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