Ha rifiutato di
giurare sulla Bibbia e ora è un caso nazionale. “Il mio impegno è nei
confronti della nazione e dei cittadini, non di fronte a Dio“, così
avrebbe motivato la sua decisione Rosine Amane Djibergui, che era
stata nominata ministro dell’aviazione civile e dei trasporti del Governo del
Chad.
Il giuramento è
previsto dalle disposizioni della nuova Costituzione della Quarta Repubblica.
L’appello alla laicità della
ministra le è costato l’incarico. Il presidente della Corte
Suprema infatti ha nominato al suo posto un alto ufficiale dell’esercito, il
generale Mahamat Tahir Rozi, che ha invece immediatamente giurato all’atto
della nomina.
Secondo il ricercatore e politologo Evariste Ngarlem Toldé
la rimozione dalla ministra comprometta la laicità dello Stato. Rosine Amane
Djibergui è stata ministro diverse volte prima di diventare un membro attivo
del presidio del forum nazionale tenutosi lo scorso marzo e che ha portato
all’istituzione della cosiddetta Quarta Repubblica.
Si può dire che
il ministro sia stato sanzionato per le sue convinzioni religiose e questo è un
pericoloso precedente per il nostro Paese. Un precedente che pone un
problema sulla separazione tra Chiesa e Stato – Evariste Ngarlem Toldé
La nuova Costituzione – che di fatto rafforza i poteri
del presidente Idriss Deby, ormai in carica da 27 anni – stabilisce che
i membri del Governo debbano prestare giuramento, davanti al presidente, sul
Corano per i musulmani e sulla Bibbia per i cristiani.
Poco prima,
durante la stessa cerimonia, la ministra della Comunicazione e portavoce del
Governo, Madeleine Alingué, aveva modificato il giuramento,
dicendo Dieu le tout puissant in luogo della formula Allah
le tout puissant. Fermata e invitata a ripetere non ha
modificato la sua scelta. Anche per lei si era palesata la sostituzione, ma in
questo la Corte Suprema ha confermato l’incarico.
Rosine Amane
Djibergui è giurista, attivista e presiede la CELIAF, che raggruppa
450 associazioni che promuovono i diritti delle donne chadiane.
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