A Samassi in provincia di Cagliari, l’amministrazione comunale del sindaco Enrico Pusceddu stanzia ogni anno un finanziamento per viaggi di studio a carattere sociale per gli studenti della terza media. Dopo i viaggi ad Auschwitz per parlare di Olocausto, a Palermo per parlare di mafia, nelle valli di Stava e del Vajont per parlare di disastri ambientali, sulle Alpi per non dimenticare le trincee della Prima Guerra mondiale, a Perugia e Assisi per partecipare alla marcia della pace, a Bruxelles per parlare di Europa unita, nel 2019, il progetto “Infanzia migrante, viaggio nella frontiera sud dell’Europa” – realizzato in collaborazione con l’Asociación Pro Derechos Humanos de Andalusia – ha portato i ragazzi (e il sindaco) in Spagna e in Nord Africa a visitare i campi d’accoglienza dei minori non accompagnati, ragazzi soli che hanno affrontato un viaggio attraversando Stati, guerre, deserti e mari in cerca di speranza e di un futuro migliore. Non “anonimi” migranti ma coetanei con un nome, un cognome e una storia di vita da raccontare.
Del resto l’arrivo di ragazzi con meno di diciotto anni è una realtà
presente in Andalusia e in tutta l’Europa mediterranea da oltre dieci anni,
anche se ultimamente si è assistito a un aumento massiccio. Eppure non sono
seguite politiche di gestione, pianificazione e coordinamento tra le distinte
istituzioni, non sono state avviate politiche per la protezione dei diritti dei
ragazzo. Insomma non si è definito alcun intervento che potesse permettere
protezione.
Il progetto “Infanzia migrante – viaggio nella frontiera sud dell’Europa”
si inserisce nell’ambito di una campagna informativa sulla
situazione dei minori non accompagnati che giungono in Europa attraversando il
Mediterraneo focalizzandosi sulla rotta dello stretto che include le enclavi
spagnole in territorio marocchino di Ceuta e Melilla. Finalizzato a informare
gli studenti sulle dinamiche migratorie dei loro coetanei, sul funzionamento
della frontiera sud dell’Europa, a conoscere la città di Siviglia e la storia e
la cultura Andalusa (incluso il suo rapporto con le altre culture del
Mediterraneo), il progetto è stato documentato da Alonso Crespo, in un
bellissimo docufilm che l’amministrazione di Samassi ha reso disponibile
gratuitamente per tutte le scuole:
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