Quello che sta accadendo
al dottore e professore Giuseppe Barbaro, cardiologo dell’Umberto I di Roma, è
davvero assurdo. Il 9 giugno dovrà infatti difendersi davanti all’Ordine dei
medici. Come per molti suoi colleghi è scattata la scure dell’Ordine, pronto a
eseguire i dettami del ministero della Salute e di Speranza. Dettami che, via
via, si sta scoprendo essere stati non solo sbagliati ma anche pericolosi.
Eppure sono ancora lì, a fare legge. Cosa ha fatto il dottor Barbaro per
meritarsi tale onta? Ha curato male i suoi pazienti? Ne ha mandato qualcuno al
Creatore? Macché, il contrario! Come racconta La
Verità, “il prof prescriveva esami per valutare i rischi
del vaccino anti Covid a pazienti esposti alle trombosi e ha consentito così ad
alcuni di ottenere delle esenzioni”, probabilmente salvando loro la vita.
Un suo collega, però, lo
ha trascinato alla commissione disciplinare. E così ci ritroviamo di fronte
all’ennesimo caso di un medico che viene sottoposto a procedimento disciplinare
perché ha fatto, appunto, il medico, in scienza e coscienza, esercitando con
scrupolo la sua professione in maniera indipendente rispetto ai dìktat delle
autorità sanitarie, spesso assai distanti dalle evidenze scientifiche.
“Giuseppe Barbaro, 64 anni, specializzato anche in medicina interna nonché
dirigente medico (quello che un tempo si chiamava aiuto primario) presso uno
dei più importanti ospedali pubblici della capitale, il Policlinico Umberto I,
dopo 30 anni di esperienza alle spalle, dovrà comparire di fronte alla
commissione disciplinare dell’Ordine dei medici di Roma per difendersi
dall’accusa di aver prescritto ai suoi pazienti una serie di esami volti a
valutare i rischi connessi alla vaccinazione anti Covid in rapporto ai reali
benefici”.
Ad accusarlo, in primis,
un medico vaccinatore della As1 Roma 2, “che ha mal gradito il fatto che i
pazienti del dottor Barbaro, proprio alla luce degli esami prescritti dal
suddetto, avessero ottenuto dai propri medici di base un’esenzione cartacea
dalla vaccinazione o un differimento della stessa. Si tratta dunque
dell’ennesima azione punitiva nei confronti di un medico che in realtà ha
applicato in maniera rigorosa il codice deontologico e che ha agito in nome del
principio di precauzione, che è parte integrante della buona pratica clinica.
L’applicazione di questo principio è stato in questo caso considerato,
incredibilmente, una violazione dello stesso codice deontologico, che invece
recita (articolo 48) che il medico ha il dovere di informare il paziente sui
rischi che corre assumendo un farmaco (o un vaccino) sperimentale”.
Secondo l’ordine dei medici di Roma il
dottor Barbaro “non doveva dunque rendere informati i suoi pazienti dei rischi
connessi alla vaccinazione e dunque non doveva preservarli dall’eventualità di
reazioni avverse. Gli esami prescritti dal dottor Barbaro erano appunto volti a
prevenire questi effetti avversi, ma secondo l’Ordine dei medici il cardiologo
avrebbe dovuto non prescriverli. Stiamo parlando di test di screening per
valutare la predisposizione a trombosi o eventi emorragici, infarti e altri
problemi cardiaci, nonché di analisi finalizzate a prevenire gravi reazioni
allergiche, oppure di esami del sangue per chi aveva già ricevuto la prima dose
come quelli volti a conoscere il valore del D-dimero, che è un parametro
predittivo di eventi trombotici”. Solidarietà al dottor Barbaro. Sotto
“processo” dovrebbero finirci altri, non di certo lui.
Nessun commento:
Posta un commento