Nuovo tentativo del governo greco di
spostare profughi e migranti lontano dai grandi centri urbani e in particolare
da Atene. Questa volta l’iniziativa è stata lanciata al sindaco di Atene Kostas
Bakoyannis, nipote del premier. Martedì Bakoyannis ha annunciato che l’unico
campo di accoglienza del comune, quello in località Eleonas, nei dintorni della
capitale, sarà smantellato e i circa 1.600 residenti saranno spostati altrove e
tutto il personale di sostegno sarà licenziato. È molto probabile, quasi certo,
che tutti i rifugiati saranno spostati lontano dai centri urbani in campi
recintati, per vivere in condizioni di isolamento.
La decisione del sindaco è sicuramente
da collegare alla complessiva politica punitiva verso i profughi adottata dal
suo partito e dallo zio. Ma ci sono progetti di Bakoyannis stesso, poiché
l’area di Eleonas sarà destinata all’edificazione del nuovo stadio del
Panathinaikos, squadra che appartiene all’armatore Alafouzos, importante
oligarca che controlla tv e giornali, vere corazzate della propaganda
filogovernativa.
Eleonas è in funzione da sei anni,
fondato da un sindaco socialista del Pasok. Sono indirizzate in questa
struttura situazioni particolarmente delicate, con persone che hanno subito
violenze, hanno infermità o soffrono di malattie croniche. Si trova a 400 metri
dalla stazione della metro, permettendo così a tutti i ragazzi in età scolare
di frequentare le scuole mentre parecchi adulti hanno trovato qualche
sistemazione lavorativa.
L’annuncio dello smantellamento è
arrivato martedì, portato dall’Iniziativa dei Lavoratori di Eleonas, il
Comitato dei Profughi e dal Movimento contro il razzismo e la minaccia fascista
(Keerfa). Ne è seguito un possente corteo lungo le strade del quartiere con
cartelli in greco e inglese, bel accolto dagli abitanti della zona.
La grande mobilitazione non è rimasta
senza risultati. Ieri mattina il bus arrivato per il trasporto dei primo 226
profughi è stato bloccato ed è andato via vuoto. Lo stesso hanno fatto altri
cinque bus. Nel pomeriggio c’è stato un incontro dei rappresentati dei profughi
con esponenti del comune e del famigerato ministero dell’Immigrazione. Il
ministro Notis Mitarakis è il responsabile dei respingimenti sistematici
denunciati dall’Onu e dall’Europa e dell’indecente comportamento delle autorità
greche che brutalizzano e derubano i migranti.
I migranti hanno insistito sul fatto che
Eleonas si è dimostrato un campo che ha fortemente favorito l’inserimento e
l’integrazione dei rifugiati nella società ateniese. Hanno sottolineato il
rischio che i minori interrompano il loro corso scolastico e gli adulti perdano
il lavoro.
«Atene sta per diventare una città senza alcuna struttura di accoglienza per i
profughi, visto che l’attuale governo ha interrotto anche il programma di
ospitalità in appartamenti», ha commentato il coordinatore di Keerfa e
consigliere comunale Petros Konstantinou. Il professore dell’Università di
Atene Yorgos Tsiakalos ha definito la struttura di Eleonas «un esempio della
civiltà e dell’ospitalità greca». Se Il comune, ha proseguito, «chiude il campo
darà il segnale che la città è in balia di politiche che portano alla
barbarie».
La mobilitazione di Eleonas getta luce
anche su altri episodi. Tre giovani curdi che da sei anni frequentano il liceo
greco con ottimi risultati rischiano di essere rispediti in Iraq poiché il
famigerato ministero ha rifiutato la loro domanda di asilo. I cittadini del
comune, il sindaco e i loro insegnanti si sono mobilitati testimoniando sulla
perfetta integrazione e il grande impegno dei giovani nello studio. Lo stesso
sta avvenendo al liceo di Samos dove Cisè Vafing, 19 anni, della Guinea Bissau,
è arrivato tre anni fa come minore non accompagnato, ma ora non ha ottenuto
asilo, anche se lavora e frequenta con costanza la scuola ed è perfettamente
integrato nella società di Samos.
da il manifesto
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